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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Ripepi: “Autorità portuale con Gioia Tauro e Regione stretto” "Unica speranza per Reggio e Messina"

Ripepi: “Autorità portuale con Gioia Tauro e Regione stretto” "Unica speranza per Reggio e Messina"
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Reggio e Messina per sopravvivere e svilupparsi vincendo le sfide del
futuro devono stare insieme. Insieme per la vita o per la morte. La regione
unica dello stretto è la soluzione. L’autorità portuale dello stretto
ovviamente con Gioia Tauro inclusa, la condizione fondamentale per
realizzarla. Forse un sogno, ma per realizzarlo bisogna combattere restando
uniti con i fratelli messinesi. L’alternativa? Sprofondare in un incubo
che è già realtà.

“Questo matrimonio non s’ha da fare!”: ogni qual volta Reggio e Messina
stanno per convolare a nozze c’è un Don Rodrigo, oggi nelle sembianze del
ministro penta stellato Toninelli, che le impedisce proponendone uno
riparatore – la XVI Autorità Portuale -.

Il ministro Toninelli, però, è solo la punta dell’iceberg: è chiaro che
altri Don Rodrigo impediscono questo matrimonio annidandosi tra i deputati
regionali di Calabria e Sicilia, tra quelli nazionali e non ultimi tra
quelli territoriali che fanno l’interesse (consapevoli o inconsapevoli) di
lobby internazionali.

Poiché il problema è fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo delle
due città metropolitane e per l’Italia tutta, abbiamo deciso di portare i
fatti alla conoscenza dei cittadini attraverso notizie documentate e reali
da cui partire per capire e valutare con consapevolezza.

La XVI Autorità Portuale – al cui interno sono compresi solo i porti di
Messina, Milazzo, Reggio e Villa – non può affrontare in maniera
competitiva altre realtà analoghe come, ad esempio, il porto di Rotterdam.
Lo scalo del Mare del Nord rappresenta il 3% dell’economia olandese e il
20% dell’economia di Rotterdam e si tratta di un solo porto, in un’area
lunga 40 chilometri. Nulla di paragonabile ai numeri che può offrire
l’attuale Autorità dello Stretto, nel raggio di 40 chilometri (Gioia Tauro,
Milazzo, Villa, Messina, Reggio Calabria), con un traffico merci e
passeggeri che la colloca prima in Italia e seconda in Europa anche perchè
molto più vicina a Suez, canale che ha raddoppiato la propria capacità.
L’autorità portuale dello Stretto in essere infatti si trova su una strada
che da periferica è diventata centrale.

I porti ricadenti nelle due città metropolitane hanno la potenzialità di
intercettare i flussi commerciali, lavorarli e redistribuirli in tutto il
Paese, in Europa e nel resto del mondo facendo crescere in modo
esponenziale il lavoro e i servizi, oltre che lo sviluppo del territorio.
Tutti gli investimenti infrastrutturali futuri, pertanto, dovrebbero tenere
conto di questa grande area che ha la capacità di fornire servizi di alto
livello a livello nazionale ed internazionale.

Di conseguenza l’aeroporto dello Stretto dovrebbe per forza divenire
strategico; si ricomincerebbe a parlare anche di ponte o di tunnel ed
ancora la direzione delle dogane, con ogni probabilità, tornerebbe in
quest’area: queste solo alcune delle condizioni che possono produrre enormi
benefici al nostro territorio.

Ricordiamo altresì che Gioia Tauro ha caratteristiche importanti in un
sistema portuale che voglia contare a livello globale: più di 4 chilometri
di banchine perfettamente realizzate e soprattutto dotate di fondali da 14
metri e mezzo a 18 metri capaci di ricevere i più grandi portacontenitori
internazionali, che a loro volta possono accogliere fino a 20 mila
container ciascuna; ed è compreso anche lo spazio per consentire a navi
lunghe 400 metri di ruotare per accostarsi alle banchine.

Il porto di Gioia Tauro è all’altezza, quindi, dei più grandi e più
efficienti porti del mondo. Il collegamento ferroviario con Rosarno
permetterebbe nuove operazioni (non solo quelle di transhipment) mentre con
Messina, Reggio, Villa, Milazzo, specializzati sul traffico passeggeri,
sarebbe favorito il diportismo, giungendo così ad una unicità
internazionale.

A Gioia Tauro e a Messina si potrebbe avviare la manutenzione delle navi e
creare un’attività concorrenziale con altri porti del Mediterraneo che
porterebbe indotto e lavoro nel territorio.

Una Autorità così dimensionata e guidata da due Città Metropolitane, che
rappresentano quasi due milioni di abitanti, offrirebbe una garanzia sulla
sicurezza anche nel superamento dei limiti dello Statuto Siciliano e
creerebbe, di fatto, “La città dello Stretto”, “Reme” o “La Regione dello
Stretto” sradicando tutti i sistemi di potere che oggi affliggono il porto
di Gioia Tauro.

Ci chiediamo quindi come mai il ministro Toninelli vuole indebolire un
colosso competitivo a livello globale per creare due debolezze? Forse vuole
fare un favore ai cinesi?

Non a caso i cinesi, attraverso la COSCO Shipping Lines, hanno acquistato
il 40% del Porto di Vado Ligure, terminale per container e sono interessati
anche alla costruzione di un nuovo molo al porto di Trieste che così
diventerebbe il più importante hub sulle rotte che collegano la Cina,
attraverso il Canale di Suez, all’Europa.

La nostra grande Autorità Portuale sarebbe d’impaccio a questo piano?

Probabilmente si vista l’uscita di Toninelli che “non si piega alle lobby”
permettendo alla via della seta di travolgerci se non saremo tutti fermi
nella difesa della nostra Autorità Portuale, senza cadere in dispute da
pollaio su dove deve essere collegata la sede.

Eppure anche l’Europa se n’è accorta tanto che, in una missiva, ben 27
ambasciatori europei hanno scritto ai cinesi denunciando come la via della
seta vada contro il programma dell’Europa a favore solo delle grandi
imprese cinesi.

Possibile che quando il caso o la fortuna ci fa diventare centrali nello
scacchiere mondiale, riusciamo a distruggere tutto?

A questo punto è necessario ed urgente che le istituzioni rappresentanti
l’area dello Stretto difendano con forza la più grande Autorità Portuale
d’Italia ed il futuro dei nostri territori per restituire quella dignità ad
una popolazione ormai stanca e scoraggiata che è pronta a ribellarsi!

Massimo Ripepi