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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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Rimborsi folli, i parlamentari del Movimento 5 stelle «pretendono» le dimissioni del Consiglio regionale

Rimborsi folli, i parlamentari del Movimento 5 stelle «pretendono» le dimissioni del Consiglio regionale

Dopo l’inchiesta che ha travolto tredici fra capigruppo ed ex capigruppo, i parlamentari calabresi grillini sottolineano che «gli indagati appartengono a tutti gli schieramenti politici» e parlano di «inciucio ai danni dei calabresi». Da qui la «pretesa» di sciogliere l’assise

Rimborsi folli, i parlamentari del Movimento 5 stelle «pretendono» le dimissioni del Consiglio regionale

Dopo l’inchiesta che ha travolto tredici fra capigruppo ed ex capigruppo, i parlamentari calabresi grillini sottolineano che «gli indagati appartengono a tutti gli schieramenti politici» e parlano di «inciucio ai danni dei calabresi». Da qui la «pretesa» di sciogliere l’assise

 

«Impressionante»: è il giudizio del deputato Cinque Stelle Paolo Parentela, davanti all’inchiesta che ha travolto il consiglio regionale calabrese. In queste ore, si stanno notificando gli avvisi a comparire dai pm che la procura di Reggio Calabria ha indirizzato a tredici fra capigruppo ed ex capigruppo (LEGGI L’ARTICOLO). Si tratta di Luigi Fedele (attuale assessore regionale del Pdl); Alfonso Dattolo (attuale assessore regionale dell’Udc); Pino Gentile (attuale assessore regionale del Pdl); Alberto Sarra (attuale sottosegretario del Pdl); quindi i consiglieri regionali Agazio Loiero (Autonomia e diritti), Giulio Serra (Insieme per la Calabria), Giuseppe Bova (Misto), Sandro Principe (Pd), Giampaolo Chiappetta (Pdl), Giovanni Bilardi (Eletto senatore in quota Scopelliti presidente), Nino De Gaetano (Pd), Vincenzo Ciconte (Pd), Emilio De Masi (Idv).

Ora, però, i parlamentari calabresi del Movimento Cinque Stelle «pretendono» le dimissioni di tutto il Consiglio regionale della Calabria, «in modo che magistratura e Guardia di Finanza accertino i fatti e col ritorno alle urne i cittadini abbiano amministratori puliti».

Parentela sottolinea infatti che «gli indagati appartengono a tutti gli schieramenti politici, come se l’inciucio non si fermasse alle proposte del governo Letta ma proseguisse a danno diretto dei calabresi»: «I calabresi – aggiunge – hanno bisogno di riconoscere, nelle istituzioni che li rappresentano, la voglia di costruire per il bene di una terra da sempre martoriata, che rappresenta sempre più l’estremo Sud del Paese».

Gli fanno eco gli altri deputati della Calabria Dalila Nesci, Federica Dieni, Sebastiano Barbanti e i senatori Cinque Stelle Nicola Morra e Francesco Molinari. «La Calabria – dicono i parlamentari calabresi Cinque Stelle – ha bisogno di avere fiducia nei politici, che hanno il dovere di risollevarla dal baratro in cui l’hanno precipitata gli stessi personaggi che oggi risultano indagati». I parlamentari Cinque Stelle concludono: «I cittadini calabresi meritano un Consiglio regionale che lavori per risolvere i problemi della Regione, non i guai giudiziari dei politici che ne fanno parte. I calabresi hanno necessità di essere rappresentati da persone pulite, che diano voce alle istanze di chi combatte contro la ‘ndrangheta, il lavoro nero, la malasanità e l’ignoranza».