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Riforma dell’ ‘Intelligence’ e fughe di notizie: combinazione o altro?

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Riforma dell’ ‘Intelligence’ e fughe di notizie: combinazione o altro?

Quando si parla dell’intelligence -ossia i Servizi Segreti- d’uopo e con buonsenso, bisognerebbe avere in mentre le seguenti questioni: 1) come minimo una cera conoscenza della materia di specie, la quale non può giammai essere superficiale (visto l’argomento); 2) senso dello Stato, poiché essi (i ‘Servizi’ per l’appunto) non sono né famigerati, né sedicenti, bensì parte del nostro ‘Sistema’ Repubblicano, Nazionale, Istituzionale e Costituzionale; 3) è necessariamente naturale, non perdere di vista, oppure omettere (con buona pace di finti pacifisti o rivoluzionari sconfitti per la loro storia ideologica (d’accatto), che il nostro Paese -lo si voglia o no (ma da parte di questi ultimi)- è per fortuna una nazione inserita nei processi di difesa integrati della NATO, di cui siamo, tra l’altro, membri e fondatori.
Ordunque, se prezzolati e moralisti (brutta, bruttissima razza, quest’ultima) o divulgatori di notizie -settarie- pagati a cottimo o al servizio di qualche procuratorucolo narcisista -e il narcisismo è disturbo psichico patologico- dicevo se tal fatta di soggetti, cominciano una ‘singolar tenzone’ a mezzo stampa, come se fosse una (finta!) presa di posizione civile, in luogo a ciò che è, ovvero servigio delle loro fonti tribunalizie, la cosa non va affatto bene e qualcuno, rischia persino di commettere reato grave, salvo poi attendere che esso venga legalmente, doverosamene e lecitamente contestato, da chiunque ne abbia facoltà e potestà, certamente a norma di legge.
Giovanni Bianconi e Fiorenza Sarzanini, così come loro consimili -patti chiari, nello scrivere, ma non nella professione, poiché i primi due, si sa che sono giornalisti (certamente, ‘orientati, ma comunque giornalisti), presso il Corriere della Sera, mentre altri che ‘lavoricchiano’ in ‘foglietti giacobini’, sono pressapoco squilibrati (di mente?)- dicevo tutti loro, non possono discettare sullo scibile umano, predicando bene e razzolando male, perché semmai si dimostrano per quel che sono e quel che fanno, ovvero predicare si, ma malissimo e razzolare, pure, ma in modo peggiore.
Tutti ricorderanno la pubblicazione ‘Sarzaniniana’, sulle pagine del ‘Corsera’, di Sos (Segnalazioni operazioni sospette), in capo a Matteo Renzi, oppure altre ‘rivelazioni riservate’, quindi non certo quisquiglie, le quali erano la ‘farcitura di base’ dei molteplici (presunti?) sccop di Bianconi, pure a fronte di violazioni del segreto istruttorio, circa indagini in corso, che comunque sono finite -nonostante l’inizio con ‘fuochi di artificio’, gran cassa mediatica e sensazionalismo persino pruriginoso- in un boatico tonfo, per non utilizzare altre termini.
E qui, si innesta il mio dubbio, accompagnato da un atto d’accusa politico e procedurale (e l’accusa, trova il mio dito puntato sui ‘Cinquestalle’ o Cinquestelle (insomma la versione giullaresca del corpo celeste pentapuntito, di brigatista memoria, che furono sconfitte proprio da noi DC, con i nostri governi).
Difatti, tutto questa strana vicenda, viene fuori da un esposto del Ministro della Difesa in carica, cioè il mio amico, ma soprattutto autentico galantuomo, Guido Crosetto, atteso che lui stesso ha raccontato ai magistrati quanto fosse di sua conoscenza, in merito a dossieraggi (quelli seri, non paventati da sfigati legulei di provincia in un qualunque Consiglio Comunale), oppure di strutture dello Stato, completamente fuori controllo, allocato in seno alla DNA (Direzione Nazionale Antimafia).
Già, perché è dall’immobile in stile papalino della Roma papalina, sito in Via Giulia (la sede della Superprocura Nazionale), troverebbe origine tutto ciò e di cui dobbiamo aver paura e timore, in quanto è probabile che vi siano stati abusi informatici, in merito all’accesso delle banche dati, proprio alfine di raccogliere elementi, tra cui quelli delle Sos, senza disciplina normativa, oppure in assenza di canoni ben stabilito dalla legge, in modo inequivocabile.
Epperò vi è di più, poiché queste ‘polpette avvelenate’, possono essere anche elemento di ‘indebito clima’, a fronte di un passaggio serio e delicato, che vede impegnato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, On.Alfredo Mantovano, nel preparare la riforma sul funzionamento dei Servizi, la quale dovrà prevedere una serie di necessarie e amplificate attribuzioni, che per forza di cose dovranno essere in capo al DIS (Dipartimento per la Sicurezza), cioè l’organo che dirige il coordinamento delle due attuali Agenzie.
Ovviamente , parliamo dell’AISI per la tematica interna, e dell’AISE per quella estera e di controspionaggio, aggiungendo la cyber-security e quella finanziaria, oggi, quest’ ultima a sua volta in inspiegabile -o in virtù di un abuso?- pertinenza della DNA, con gli effetti che vediamo e che stigmatizziamo, per di più avendo tutte le ragioni del mondo).
Ciò, quindi deve essere trattato come ‘materiale’ delicato, certamente quasi ‘fragile’, da parte di chi opera nell’informazione, poiché non trattasi di censura giornalistica, semmai di buon criterio o meglio, di opportunità, per la materia di specie, in quanto ‘intorbidendo le acque’, l’affare si complica e a rimetterci è il Paese.
Tra l’altro, bisogna tenere conto, di una grande fortuna che abbiamo noi italiani, poiché è fuori di dubbio o di discussione, un aspetto non da poco, il quale rassicura e inorgoglisce chiunque, cioè l’ottima, indefessa, efficace, efficiente e inappuntabile, gestione del DIS, da parte dell’attuale Direttore, cioè l’Ambasciatore Elisabetta Belloni: lo dico a ragion veduta e con sincerità autentica, al netto di stima, affetto e amicizia, consolidata in molti anni e da tempi lontani.
Difatti, pur senza nulla togliere alla professionalità di molti -e ce ne sono!- solo lei, potrebbe (e dovrà!), continuare (godendo persino del favore di pubblica opinione e di apprezzamento da parte di tutti i ‘tecnici’ in suddetto ambito e ovviamente di un consenso trasversalmente ultra maggioritario delle forze politiche, sia di maggioranza che opposizione), dicevo solo lei è corretto o naturale, che continui ‘ad libitum’, nel suo ruolo (persino dopo la riforma, alme.o per i primi tempi), ben sapendo che e alle latitudini di Palazzo Chigi -ovvero la Presidenza del Consiglio- si prendono tali decisioni o siffattevdeterminaziomi, pur se, rispettosamente e ossequiosamente, ancorché legittimamente e razionalmente, confidiamo nel buon esito, quindi, nel prosieguo del mandato per il Direttore attuale, anche in virtù della riconosciuta stima, che la Meloni ha verso di lei.
Parliamoci chiaro, senza metafore, perché continuare con discutibile ‘giornalismo di inchiesta all’americana’, nel bel mezzo di quanto ho appena illustrato, con in più un conflitto bellico che infuria nel cuore dell’Europa -il quale, a sua volta, ci fa ripiombare in una ‘guerra fredda’, molto più ‘gelida’ della primigenia precedente, da noi della NATO e con in testa gli Americani, vinta e che pensavamo di esserci buttati alle spalle- oltre che con la coincidenza di una ‘nebulosa’ Cina, che applica un ‘rivisitato’ comunismo (rivisitato in quanto finanziariamente sofisticato, in luogo a quello rozzo, riapplicato nella Russia putiniana), non ci si può permettere -persino in ossequio alle nostre responsabilità in seno Alleanza Atlantica- defezioni o tentennamenti e men che mai un’applicazione, oppure dissennati rinvii.
Senza omettere, per di più, gli obblighi silenti ma esistenti, a cui l’Italia deve ottemperare, per sua libera scelta e senza derogare alle proprie prerogative di sovranità nazionale (intesa come responsabilità, non sovranismo), perciò la riforma della legge che disciplina l’intelligence è vitale.
E la sua ‘testa di serie’ anche e soprattutto!

Vincenzo Speziali