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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Regione: politica ed esperti a confronto sulla legittimità delle norme

Regione: politica ed esperti a confronto sulla legittimità delle norme

Talarico: “Il potere legislativo ci consente di dare risposte ai territori”

Regione: politica ed esperti a confronto sulla legittimità delle norme

Talarico: “Il potere legislativo ci consente di dare risposte ai territori”

 

 

REGGIO CALABRIA, 24 MAG – Le ragioni dell’autonomia, del decentramento e della sussidiarietà da un lato e quelle dello Stato dall’altro. A rappresentarle, rispettivamente, al seminario promosso oggi dal Consiglio regionale della Calabria, il professore Antonio Spadaro, accademico (ordinario di diritto costituzionale e pubblico comparato presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria) e Saverio Lo Russo, (direttore generale del Dipartimento ‘Affari regionali ed Autonomie’ di Palazzo Chigi), uomo-chiave nell’attività di verifica della legislazione regionale sia sotto il profilo della legittimità costituzionale che di quello della compatibilità con la normativa statale e comunitaria. Interessanti, è scritto in una nota, gli argomenti di riflessione al seminario coordinato dal capo ufficio stampa del Consiglio Romano Pitaro, che ha visto grande partecipazione e suscitato interesse da parte dei dirigenti e degli altri dipendenti di Palazzo Campanella. Oltre ai relatori, hanno partecipato al dibattito – dopo l’introduzione del presidente del Consiglio Francesco Talarico – i consiglieri Aurelio Chizzoniti, Antonio Scalzo e Giuseppe Giordano. Presenti il segretario generale Nicola Lopez e il capo di gabinetto Pasquale Crupi. Talarico ha detto che “il potere legislativo in capo alle Regioni è il potere che ci consente di organizzare il nostro futuro rispondendo meglio alle peculiarità del territorio e alle attese della comunità. Negli ultimi tempi si è lavorato in direzione di un maggiore virtuosismo legislativo grazie anche ad un maggiore confronto, all’impegno dell’Ufficio legislativo che ha garantito oggettività ed imparzialità nell’esame e nella valutazione dei testi ed all’eliminazione della possibilità di presentare emendamenti dell’ultima ora che non consentivano un controllo complessivo sui provvedimenti. Siamo dunque riusciti a ribaltare un triste primato. Abbiamo lavorato allo snellimento della legislazione regionale anche attraverso l’abrogazione di oltre 400 leggi, con l’impegno, tra l’altro, di redigere Testi Unici per materia che speriamo di ultimare entro fine legislatura. I cittadini devono essere messi nelle condizioni di conoscere la normativa regionale che va pertanto adeguatamente divulgata. Occasioni di studio e di approfondimento come quella odierna consentono a tutti di crescere e di irrobustire il senso di appartenenza alle Istituzioni, facendo crescere, per tale via, la Regione e la Calabria”. Riduzione della produzione normativa, miglioramento della qualità della legislazione, istituzione di organismi che valutino la qualità, la fattibilità e la sostenibilità finanziaria delle leggi: questi i passaggi sui quali c’é stata ampia condivisione al seminario dal titolo “L’esame di legittimità costituzionale della legislazione regionale e delle Province autonome ai sensi dell’art. 127 della Costituzione”. Di certo, c’é da fare i conti con “una riforma incompleta, fatta male e che non ha visto l’emanazione delle norme attuative”. Per Spadaro “per molto tempo, la storia delle controversie Stato-Regioni è stata una storia di due contendenti – più che intelligenti e ragionevoli – maldestri e furbastri, perché pronti a ‘ritagliarsi’ spazi talora imprevedibili attraverso vari sotterfugi, secondo la logica di una competizione quasi infantile. Da ultimo, si è consolidata una diffusa prassi di ‘mediazione’, anzi di ‘contrattazione’ fra Governo e Regioni, sul delicatissimo terreno della produzione legislativa regionale, quando una delle principali novità della riforma del Titolo V è stata invece proprio quella di cancellare il ricorso preventivo dello Stato sulle leggi regionali, con ciò riconoscendosi finalmente la piena ed effettiva autonomia politica delle Regioni. Bisogna creare, ove non esistano ancora (come in Calabria), organi di garanzia endo-regionali, le cosiddette Consulte statutarie, che – nella veste di organi tecnici della Regione, autorevoli e indipendenti – controllino in via preventiva le leggi, ed in genere gli atti regionali, impedendone la promulgazione se illegittimi, perché in contrasto con lo Statuto, con la Costituzione e con le fonti comunitarie”. Il punto di vista del Governo è stato offerto da Saverio Lo Russo, tra l’altro, curatore del volume “La Giurisprudenza della Corte Costituzionale nei giudizi promossi dal Governo ai sensi dell’art. 127 della Costituzione – anni 2009-2012”. Anche per Lo Russo, che ricopre un ruolo chiave nell’attività di armonizzazione delle leggi regionali con le leggi nazionali, nonché nella prevenzione del possibile conflitto di competenze fra diverse Regioni, “le carenze del nuovo Titolo V e la sua mancata integrazione da parte del sistema politico nazionale hanno prodotto molti problemi per la stessa Corte Costituzionale. Oggi, tuttavia, ritengo – ha spiegato – che le ragioni della nuova ondata di ricorsi proposti in via principale innanzi al giudice delle leggi vadano ricercate altrove e, in particolare, nelle misure di stabilizzazione finanziaria che lo Stato ha adottato per fronteggiare la recente crisi economica e che poco (e male) sono state ‘digerite’ dalle Regioni e dalle Provincie autonome. Tutto questo trova conferma nella circostanza che a partire dall’anno 2009, gran parte del contenzioso costituzionale che ci occupa è stato promosso, dallo Stato (ma anche dalle Regioni e dalle Province autonome) per violazione dei principi in materia di coordinamento della finanza pubblica e, comunque, della competenza statale in materia finanziaria-tributaria”.