Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Reggio, questione alloggi popolari ancora in alto mare Dopo quasi due anni la delibera non è ancora stata applicata

Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Sulla questione alloggi popolari si è ancora in alto mare. Dopo quasi due anni, la delibera n.3 di Consiglio Comunale del 10 febbraio 2017 (“Primi provvedimenti per il ripristino delle condizioni di legalità per l’edilizia residenziale pubblica ed efficentamento del settore”) non è stata applicata. L’azione principale della delibera relativa al turn-over degli alloggi, attraverso la verifica della permanenza dei requisiti degli assegnatari, è stata avviata senza ottenere alcun risultato . Non è stata infatti predisposta, come invece era previsto, la banca dati “dell’intero patrimonio edilizio comunale, con la titolarità degli occupanti, la persistenza dei requisiti, e quanto altro utile ad esercitare un pubblico controllo sulla materia”.

L’azione di verifica dei requisiti degli assegnatari di alloggi erp è prevista dalla legge vigente (legge regionale nr 32/1996), per recuperare gli alloggi necessari per le assegnazioni alle famiglie in stato di bisogno abitativo e quindi per esercitare il necessario potere di controllo sul patrimonio ERP impedendo tutte le azioni illegali ad oggi esistenti. Dai quattro incontri tenuti negli ultimi 30 giorni con il nuovo dirigente del settore ERP, Daniele Piccione, è emerso che Recasi, oggi Hermes, dopo circa 660 giorni ( 22 mesi) , non ha completato il lavoro di informatizzazione e verifica della permanenza dei requisiti degli assegnatari. I motivi sono oscuri, considerato che questo tipo di operazione informatica doveva richiedere un tempo massimo di 4 mesi, secondo quanto riferito più volte dai rappresentanti istituzionali.

Anche le altre azioni previste dalla Delibera di Consiglio risultano non applicate. Pertanto il settore alloggi popolari del comune di Reggio Calabria continua ad essere gestito senza l’applicazione della normativa e per questo continua a non garantire, come invece dovrebbe per la sua stessa finalità, il diritto alla casa alle famiglie senza un’abitazione e con gravi difficoltà economiche. Questa grave inefficienza e illegalità è pagata a caro prezzo da qualche centinaio di famiglie che ha bisogno di una casa: le famiglie vincitrici del bando comunale del 2005, in attesa dell’assegnazione di un alloggio da 13 anni, e quelle in emergenza abitativa.

Essere privati del diritto all’abitare significa avere grosse difficoltà all’accesso ad altri diritti fondamentali. La politica tracciata da questa Amministrazione comunale nel settore dell’edilizia residenziale pubblica appare chiaramente quella dell’inerzia e della progressiva dismissione del settore. Auspichiamo che il Comune possa intraprendere altra strada, prima delle prossime elezioni amministrative. La rete di associazioni, movimenti e famiglie, riunite nell’Osservatorio sul disagio abitativo, riprenderà al più presto l’azione di rivendicazione in piazza.