Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Razzismo, poster Decathlon scatena polemiche Foto di un uccello e di un fucile con cartucce venduti dal brand con lo slogan "Migrazione speciale"

Razzismo, poster Decathlon scatena polemiche Foto di un uccello e di un fucile con cartucce venduti dal brand con lo slogan "Migrazione speciale"
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Errore di comunicazione? Nella foto di un poster esposto in un negozio in franchising
di Ajaccio in Francia, si vede un uccello intento a volare, un fucile con delle cartucce
e la frase ” Migrazione speciale”. Secondo i sui critici che hanno segnalato la cosa
all’account ufficiale di Décathlon lo spot che ha scioccato gli spettatori, si
riferisce alla questione dei migranti che è al centro del dibattito. I tweet non
mancano di sottolineare il “cattivo gusto” di questo manifesto. E, come riportato
diversi commenti sui siti internet che hanno riportato la notizia, altri hanno sfruttato
questo poster per scopi ideologici come il collettivo Sauvons Calais che si batte
contro l’immigrazione, che ha implementato il manifesto sulla sua bacheca di Facebook.
Il marchio sportivo si è giustificato. “Il nostro negozio in franchising di Ajaccio
ha usato questo poster tappezzando il suo negozio. Questa comunicazione, molto imbarazzante,
è stata divulgata solo a livello locale e non è legata ad alcuna campagna nazionale,
che peraltro non abbiamo convalidato e di cui siamo venuti a conoscenza a posteriori.
L’azienda francese che riunisce sotto il suo marchio una catena di negozi di articoli
sportivi a livello mondiale, deplora e sottolinea che questa pubblicità è del tutto
inappropriata. ” Alle proteste dei critici che hanno censurato il poster, per evitare
qualsiasi confusione, l’azienda ha risposto facendo rimuovere immediatamente il
manifesto pubblicitario dalle vetrine del negozio, comunicandolo sulle pagine di
Facebook. Prevedibile quello è seguito, cioè una lunga serie di tweet indignati,
di discusssioni su Twitter, di critiche nei confronti dell’azienda francese e del
messaggio sbagliato che la campagna pubblicitaria trasmette ai più. Da Décathlon,
che è un’azienda di successo e che, grazie ai prezzi socialmente ed economicamente
trasversale, ci si aspetterebbe un messaggio diversamente diverso. O quantomeno una
campagna pubblicitaria che non ammetta fraintendimenti. Anche perchè provocare è
diventato lo spot preferito dei pubblicitari, commenta Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti”. Mentre la nostra associazione si aggiunge
alle altre forze che contrastano il fenomeno del razzismo, e al tempo stesso si pone
come catalizzatore di quelle forze. In Italia il monitoraggio della pubblicità è
affidato all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. Il codice dello IAP stabilisce,
tra l’altro, che essa deve: “rispettare la dignità della persona in tutte le
sue forme ed espressioni”. Partendo da questo principio, lo “Sportello dei Diritti” quando individua uno spot manda una mail allo IAP affermando che esso contraddice
quella norma. Il vantaggio di indirizzare le proteste a questo istituto è che così
facendo ci rivolgiamo alle imprese, cioè a chi pianifica e sdogana le réclame.
Il nostro intento non è la soppressione di un singolo spot particolarmente denigrante,
perché ciò equivarrebbe ad accettare implicitamente tutti gli altri, ma quello
di fare continua pressione perché l’intero fenomeno sia ripensato alla luce di
una nuova sensibilità emergente.