“Vil, razza dannata”, a Lamezia la presentazione dell’ultimo libro di Aldo Varano e Filippo Veltri
Apr 11, 2014 - redazione
Domani, alle 18
“Vil, razza dannata”, a Lamezia la presentazione dell’ultimo libro di Aldo Varano e Filippo Veltri
Domani, alle 18
Lamezia Terme – Cosa fa della Calabria la “cenerentola d’Italia”,
agli ultimi posti nelle classifiche dell’economia, della crescita, del vivere civile
e sempre prima nelle classifiche dei primati negativi? Esaurite tutte le risposte
plausibili, rimane una sola ipotesi: è una questione “antropologica”, una sorta di
“dato etnico” che fa dei Calabresi una “vil razza dannata”, incapace di redimersi,
un po’ per colpa degli altri, un po’ perché abbiamo “preso gusto” a raccontarci e
a sentirci raccontare così. E’ la sfida, la provocazione dell’ultimo libro dei giornalisti
Aldo Varano e Filippo Veltri “Una vil razza dannata? Riflessioni sulla Calabria e
i calabresi” (Città del Sole Edizioni) che sarà presentato domani alle
ore 18 a Palazzo Nicotera, in un’iniziativa organizzata dall’associazione culturale
InOper@ insieme al Sistema Bibliotecario Lametino. Converserà con i due autori, insieme
ai ragazzi dell’associazione, lo scrittore Mimmo Gangemi. L’ultimo libro dei due giornalisti
calabresi è un’analisi delle narrazioni della Calabria di ieri e di oggi, un’inchiesta
che, mentre decostruisce tante rappresentazioni “false e tendenziose” che gli “altri”
hanno fatto sui Calabresi, chiama in causa le responsabilità di una classe politica,
imprenditoriale e intellettuale che “ha trovato il comodo alibi dell’auto-razzismo
anziché fare i conti fino in fondo con le proprie soggettive deficienze, che si è
giustificata scaricando tutte le responsabilità sulle condizioni storiche e geografiche
che hanno rappresentato i macigni della mancata crescita civile esociale di questa
regione.”All’interno del volume è presente una ristampa anastatica, dei saggi pubblicati
nella rivista Il Ponte, diretta da Piero Calamandrei, che uscì nel 1950 con un numero
speciale interamente dedicato alla Calabria. Vengono riproposti gli scritti di intellettuali
del calibro di Corrado Alvaro, Mario La Cava, Giuseppe Isnardi, Umberto Zanotti Bianco
e altri: del messaggio di quel numero della rivista, uscito 64 anni fa, Varano e
Veltri ne colgono la portata storica con “il meglio della cultura e dell’intellettualità
italiana si piegò a osservare con rispetto e passione democratica cosa accadeva e
quali bisogni ci fossero nell’estrema punta del proprio territorio peninsulare” e
ne evidenziano l’attualità, “la radicale opposizione di quegli intellettuali e studiosi
ad accettare la realtà del loro tempo come destino immodificabile”, un modello che
“oltre ad essere di straordinario spessore culturale e politico diventa scelta eticamente
necessaria”.Tra le narrazioni di ieri e di oggi, dalle pagine di Varano e Veltri
emerge l’esigenza di un “racconto normale” della Calabria: un racconto “coraggioso”,
che metta insieme la denuncia del male con il racconto della voglia di riscatto,
che metta in rete le tante esperienze positive, che sia l’incipit di una narrazione
“nuova”. Della Calabria e dei calabresi.