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Quale “modello” scegliere per ricostruire Reggio?

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Ecco la lettera inviataci dal nostro lettore Aldo Russo

Quale “modello” scegliere per ricostruire Reggio?

Ecco la lettera inviataci dal nostro lettore Aldo Russo 

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Tra poco più di qualche mese, Reggio riavrà l’opportunità di uscire
finalmente dal torpore in cui è precipitata, dopo il disastroso periodo
commissariale che ha affossato ancora di più la città.

Per la verità Reggio è in declino da molto prima dell’avvento commissariale
ed è decaduta a causa di una cattiva politica che, con lo slogan del
“modello Reggio”, ha di fatto scialacquato le risorse pubbliche comunali e
portato all’incuria e al degrado più assoluto la città facendo adesso
sobbarcare agli incolpevoli cittadini, con l’aumento dei tributi, il peso
di un rigoroso rientro nel risanamento dei conti pubblici.

I cittadini di Reggio saranno chiamati al voto per scegliere gli uomini che
guideranno politicamente la città nei prossimi anni. Non vi è dubbio che le
persone da preferire dovranno innanzitutto avere, tra i requisiti da
presentare, le qualità di essere onesti e capaci di operare nell’interesse
della collettività.

Essere onesti è, quasi sempre, una qualità che fa parte del dna delle
persone stesse. Se il cittadino è attento può capire facilmente, da
molteplici fattori, se uno fa parte di quella schiera oppure no. Parlano
chiaro la famiglia di appartenenza, le persone che normalmente si
frequentano, i modi e i comportamenti che di solito si assumono soprattutto
nei luoghi pubblici, la predisposizione al dialogo e alla trasparenza in
tutto ciò che si fa nell’ interesse di tutta la comunità, piuttosto che la
presunzione e l’arroganza.

Valutare la persona per le capacità è un po’ più difficile. Chi ha in
progetto una città nuova, tutta da ricostruire con competenza e
lungimiranza, è sicuramente avvantaggiato ad essere scelto dai cittadini a
guida della città.

Reggio ha bisogno di avere un autorevole “grande” Sindaco. Reggio ha
bisogno di essere veramente ricostruita. Addirittura, secondo me,
ridisegnata anche dal punto di vista urbanistico come città.

Lo scempio delle costruzioni abusive perpetrato negli anni passati, la
mancanza di un utile piano regolatore, hanno portato la città ad un
evidente sviluppo selvaggio, confuso e disarmonico.

Nell’ottica di una vera ricostruzione, per esempio, si potrebbe
ricominciare da quel necessario progetto di una nuova tangenziale da
realizzare più a monte di quella esistente, che và da Campo Calabro a
Bocale, e che durante il Governo Berlusconi ci hanno prima promesso e poi
negato. Quest’opera si deve a tutti i costi realizzare. Valorizzerebbe gli
svincoli degli ingressi in città e darebbe la possibilità di ripensare le
periferie, dove ancora qualche margine per intervenire ci sarebbe, con
l’ingegno e con l’apporto di architetti capaci che amano la città, per
chiedere loro di progettare come finalmente si deve, zone di verde pubblico
a contorno di quelle abitate.

Da cittadino comune, penso per esempio alla zona sud e non posso non
immaginare a quanto sarebbe utile realizzare dei bei vialoni alberati di
collegamento nelle bretelle del torrente S.Agata, un’area ancora da
urbanizzare, che servono non solo per raggiungere l’aeroporto dello stretto
e per l’ingresso agevolato in città, ma anche per potersi servire a fianco
di esse, di aree comunali e parchi pubblici attrezzati a verde finalizzati
al relax delle famiglie e di ogni cittadino. Ho sempre avuto l’idea che non
c’è area migliore a Reggio di quella di Arangea-S.Agata per realizzare un
grande parco pubblico, un vero e proprio polmone in città che praticamente
già esiste, denominandolo, proprio per la tipologia di coltivazione che
distingue la zona e tutta la città, come “PARCO DEL BERGAMOTTO”.

Queste, secondo me, in una città classificata sempre agli ultimi posti in
Italia per la presenza di verde pubblico, sono opere essenziali per lo
sviluppo armonico di Reggio Calabria. Parchi e verde pubblico anche nella
zona nord che armonizzino anche in quest’area l’ingresso in città. E per la
zona centro, oltre a curare il lungomare, la villa comunale, il castello e
il poco verde delle piazze cittadine, ci sarebbe da valorizzare l’area del
Calopinace a monte, zona Ce. Dir.- Spirito Santo, anche qui con zone
attrezzate a verde e parchi pubblici.

Un progetto di città proprio a misura d’uomo. Per far vivere nelle migliori
condizioni gli anziani, le donne, i bambini, ogni famiglia di questo, fino
a oggi, sfortunato territorio. Questo è il vero progetto a cui tutti noi
reggini dovremmo, con convinzione, aderire.

Mi viene in mente una recente analisi letta, non ricordo più in quale
giornale, ma non importa, sulle ragioni che hanno portato la Germania,
vincitrice ai mondiali di calcio, ad essere nel mondo, in ogni settore, un
modello all’avanguardia e vincente. Ho letto che il successo evidente è il
frutto di una meticolosa programmazione e una attenta progettazione
condivisa dall’intero popolo tedesco.

Un modello, questo, davvero interessante e produttivo.

Se non vogliamo però scomodare il perfezionismo tedesco, o tantomeno quello
svizzero, ci basterebbe pensare quantomeno di emulare in tutto ciò che è
efficiente, almeno una tranquilla civile città del nord Italia, sicuramente
in quanto a benessere, anni luce più avanti di noi. Una città qualsiasi, di
quelle che hanno il numero di abitanti alla pari o vicino agli abitanti di
Reggio. Lavorare per ricostruire, umilmente e senza alcuna presunzione di
essere migliori degli altri. Se si vuole rinascere, secondo me, questa è la
strada.

Altro che… “modello Reggio”!!!

Aldo Russo