Tratto dal libro di Pino Aprile, lo spettacolo si terrà il 26 ottobre |
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“Terroni” in scena al teatro Martinitt di Milano
Tratto dal libro di Pino Aprile, lo spettacolo si terrà il 26 ottobre Il 26 ottobre, al teatro Martinitt di Milano, Roberto D’Alessandro, sarà protagonista dello spettacolo “Terroni – Centocinquant’anni di menzogne”, tratto dal libro di Pino Aprile. |
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Lo spettacolo nasce esplicitamente dall’esigenza di divulgare il contenuto dell’omonimo libro di PINO APRILE. La necessità di far conoscere al maggior numero di persone la storia dell’unità d’Italia, della sua economia, di quanto fin’ora taciuto dalla storiografia ufficiale sugli eccidi compiuti durante la cosi detta “lotta al brigantaggio”, sugli squilibri tra nord e sud su cui fu basata tutta l’economia del nascente Regno D’Italia, su come di fatto l’unità d’Italia fu un atto di conquista sleale e scorretto da parte del Piemonte a danno del Regno delle due Sicilie. Se non si ristabilirà la verità su ciò che è accaduto 150 anni fa l’Italia non vivrà mai alcuna pacificazione. La creazione di una supposta e sostenuta minorità Meridionale è l’atto più grave che i fratelli del nord hanno fatto ai danni dei fratelli del sud, ancora esiste a Torino il museo Lombroso, che aveva trovato (a dir suo) il cranio del delinquente naturale vicino Catanzaro. Di come ancora oggi la differenza di trattamento tra nord e sud sia marcata, dell’assenza totale di infrastrutture nel mezzogiorno e della deliberata volontà di mantenere il Sud in una condizione coloniale, poichè questo è stata sin dall’unificazione e da colonia viene ancora trattata. Dalla presa di coscienza si spera poi un risveglio culturale e una riscossa, politica, economica, sociale.
La forma teatrale in cui verrà messo in scena questo materiale sarà IL TEATRO CANZONE, in scena ROBERTO D’ALESSANDRO che cura anche l’adattamento teatrale e la regia. Le canzoni (musica e parole) scritte ed eseguite live da MIMMO CAVALLO. I costumi sono curati da SALVATORE ARGENIO e ANNAMARIA PISAPIA. Allestimento scenico CLARA SURRO. Ufficio Stampa MARIA FABBRICATORE