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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 16 MAGGIO 2024

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“Ritornino gli uomini politici che sappiano tenere insieme ragioni e passioni”

E’ quanto afferma Giovanna Senatore, dell’associazione “Risveglio ideale”

“Ritornino gli uomini politici che sappiano tenere insieme ragioni e passioni”

E’ quanto afferma Giovanna Senatore, dell’associazione “Risveglio ideale”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

I recenti risultati elettorali, tratteggiano un paese in evidente affanno politico, con un dato che non lascia spazio a dubbi, il chiaro desiderio da parte degli elettori di sollecitare il rinnovamento. Partiti troppo autoreferenziali, arroccati, trincerati dietro false parate di rinnovamento hanno, di fatto, consegnato il paese all’ingovernabilità, mortificando nel profondo il significato più autentico del termine politica. Eppure certi sondaggi lo avevano previsto, non troppo tempo fa, una nota emittente televisiva aveva sciorinato dati sconfortanti e, nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione rivolta soprattutto ai giovani, aveva messo in risalto, come a ben due ragazzi su tre, la politica procurasse disgusto, mentre il 73% degli intervistati riteneva che l’astensionismo fosse il modo migliore per dimostrare dissenso nei confronti dell’attuale sistema politico. Un così alto grado di sfiducia imporrebbe urgente una riflessione, bisognerebbe, infatti, domandarsi come sia stato possibile allontanare i cittadini dalla partecipazione politica o meglio non accorgersi che i modi di partecipazione sono decisamente cambiati. Perché a ben guardare, ciò che potrebbe sembrare il trionfo dell’antipolitica forse non è che il desiderio di una politica diversa, che recuperi il suo significato più alto adattandosi ai nuovi modelli di comunicazione. In questo, la rete ha avuto un ruolo fondamentale, riuscendo, laddove i canali tradizionali hanno fallito, a riempire quelle piazze che per troppo tempo erano rimaste vuote. Eppure c’è stato un tempo in cui la politica non si connotava negativamente, non allontanava, ma amalgamava, trascinava con entusiasmo i giovani nelle piazze, accendeva in loro la passione e il desiderio di esserci costruttivamente, in un tempo che non è neppure troppo distante da noi. Certo, Platone che definiva la politica Arte regia, sarebbe rimasto decisamente sconcertato nel leggere simili risultati, proprio lui che aveva dato una rilettura politica ad uno dei miti più celebri di tutta l’antichità greca, quello di Prometeo. Il grande filosofo, pur di donare agli uomini la capacità di aggregarsi, non esitò a chiedere l’intervento straordinario di Zeus per dotare gli uomini proprio di quell’arte politica che per vocazione avrebbe potuto per sempre garantire la felicità degli abitanti della Polis. Da allora, la politica ha fornito più volte prova di poterla garantire quella felicità, ha risollevato popoli stremati dall’oppressione e restituito loro la libertà, si è arricchita di valori profondi, d’ideologie che hanno sorretto l’umanità nei momenti più bui della storia, ha dimostrato di poter raggiungere le vette più alte. Allo stesso tempo, dall’alto di quelle stesse vette, così alte da far perdere il senso di se stessi, la politica spesso ha smarrito la sua vera essenza, non è stata più capace di garantire agli uomini e alle donne della polis la felicità promessa, non ha più saputo prendersi cura di loro forse accecata e risucchiata dalla complessità della contingenza storica. Per questo l’umanità ha conosciuto la crudeltà delle guerre, ha attraversato il lungo tempo dei totalitarismi, la dignità degli uomini è stata calpestata e sacrificata in nome di falsi valori, la sete di potere ha appannato la vista di uomini che non sono stati più in grado di regolare i contrasti tra i popoli. La politica ha perso per lungo tempo la sua grandezza, la sua forza originaria, piegandosi al volere di pochi e, proprio quando si è indebolita, si è corso il rischio più grande. Perdendo la propria capacità di analisi e di ascolto ha svuotato le piazze, fatte di un popolo che partecipa con capacità critica e le ha riempite di un popolo disorientato, abbagliato dal richiamo del populismo e della demagogia, degli slogan urlati, ma spesso poco sorretti dalla forza dei contenuti. Le grandi ideologie del novecento si sono ripiegate su se stesse, proprio perché sono mutati quei principi che le avevano alimentate, rivelandosi inadeguate ad affrontare le nuove sfide imposte dalla storia. Si sono trasformate in prigioni in cui trattenere il pensiero degli uomini, diventando dei contenitori in cui rinchiudere la libertà degli individui. E’ accaduto agli uomini esattamente ciò che Platone non sarebbe mai voluto accadesse loro, privi di quell’arte regia donata loro da Zeus, hanno trasformato gli avversari in nemici e interi popoli ne sono stati piegati.

La politica ha smarrito ancora una volta la via com’è accaduto spesso nel corso della storia e, sorretta oggi, da una forza flebile che aspetta solo di riprendere nuova linfa, fa fatica a riconoscersi, ma non rimarrà per sempre intrappolata in fondo a quel baratro che ha risucchiato ideologie e ideali, mescolandoli e confondendoli, restringendo sempre di più lo sguardo su orizzonti ristretti. Quegli orizzonti ora la politica deve ritornare ad ampliarli, ridando corpo agli ideali di sempre, perché quelli al contrario delle ideologie reggono all’urto del tempo e aspettano solo di riprendere il vigore perduto. La politica ha bisogno di uomini che sappiano tenere insieme ragioni e passioni, che ridestino in noi la capacità di sognare, rispondendo ai bisogni pratici che la quotidianità impone, senza però smettere di alimentare la passione di cui ogni ragione necessita. Riportare in vita la capacità di essere concreti, realisti e lucidi nel prendere decisioni pratiche, senza smettere di alimentare un sano idealismo che possa permetterci di ritornare a volare alto, mai dimenticando che c’è una meta da raggiungere e sfide sempre più importanti. Oggi come allora abbiamo bisogno di buone idee che non si trasformino però in parole vuote, prive di significato, ma di propositi da realizzare per restituire la felicità agli uomini. Sarà come sempre la passione a sospingere il cammino degli uomini e, tanto più il cammino sarà tortuoso, tanto più forti dovranno essere le passioni. L’inizio di ogni nuovo cammino, presuppone però la capacità di analizzare se stessi fino in fondo, accettando consapevolmente gli errori commessi, la metabolizzazione di ogni sconfitta lo prevede. Abbiamo bisogno di una politica che sappia coniugare il concreto e il sogno, che abbia il coraggio di dichiararsi la verità, spostando l’orizzonte sempre un passo più in là, solo così ci si può sentire ad un passo dalla ripartenza.

Dott.sa Giovanna SENATORE

Associazione “Risveglio Ideale”