Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 05 OTTOBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

“La città del sole” di Tommaso Campanella in dialetto stilese

“La città del sole” di Tommaso Campanella in dialetto stilese

| Il 10, Nov 2011

Sabato a Gerace la presentazione del volume

“La città del sole” di Tommaso Campanella in dialetto stilese

Sabato a Gerace la presentazione del volume

 

 

Sabato alle ore 17 nella Sala Consiliare del Municipio di Gerace si terrà la presentazione de “La Città del Sole” di Tommaso Campanella – Traduzione in Dialetto Stilese a cura di Giorgio Bruzzese.

Oltre all’autore della traduzione in dialetto stilese dell’opera di maggior successo del frate di Stilo, all’appuntamento saranno presenti: il dottor Domenico Staltari, poeta locrese e Presidente dell’ANPOSDI (Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali), il professor Pasquino Crupi, direttore del settimanale “La Riviera” ed il professor Salvatore Licciardello, docente universitario di Filosofia. Coordinatrice del dibattito sarà Maria Spagnolo. Il Sindaco di Gerace, Giuseppe Varacalli, introdurrà la presentazione porgendo il saluto dell’Amministrazione Comunale e della città ai presenti.

“La Città del Sole”, scritta nel 1602, è un’opera che riesce ad esplicitare le ambizioni di una delle menti più evolute d’Europa nel XVII secolo dinanzi al declino irreversibile del sistema feudale, delle scoperte geografiche, alla Riforma, alle teorie di Niccolò Copernico, Galileo Galilei e Giordano Bruno. L’opera è presentata sotto forma di un dialogo tra l’Ospitalario, un cavaliere di Malta, e il Genovese, un nocchiero di Colombo, il quale di ritorno dal giro del mondo racconta al suo interlocutore come si svolge la vita in una città denominata “Città del Sole”, eretta su un alto colle sull’isola di Taprobana (probabilmente l’isola di Ceylon) che si trova sulla linea dell’Equatore, la cui descrizione, per alcuni tratti, corrisponde alla struttura della città di Stilo dell’epoca.

La città sorge su un colle ed ha una struttura circolare, formata da sette cerchie di mura concentriche, sette gironi grandissimi di mura, che prendono nome dai sette pianeti. Ogni girone è fortificato, cosicché è quasi impossibile conquistarla, in quanto bisognerebbe espugnarla sette volte. In cima al colle vi è una grande pianura in mezzo alla quale sorge il tempio del Sole, di forma circolar. L’organizzazione della città è del tutto razionale, ordinata e rigorosa. La governa un Principe sacerdote chiamato Sole, capo supremo del potere civile e religioso, affiancato da tre «primalità», ossia capi o magistrati: Pon (Potestà), preposto alla guerra e alla pace, Sin (Sapienza) che ha cura delle scienze, e Mor (Amore) al quale è affidata la procreazione, la salute, la produzione, il lavoro e l’educazione degli abitanti. Non esistono beni privati, che indurrebbero all’egoismo e alla sopraffazione. Gli abitanti della città, che si chiamano «Solari», hanno in comune i beni e le donne (secondo il modello di Platone) e tutto è perfettamente ordinato e predisposto dagli «offiziali» i quali vigilano affinché nessuno possa all’altro far torto nella fratellanza. A differenza di Platone, però, Campanella non prevede la divisione in classi, per cui il lavoro è obbligatorio per tutti, e non v’è distinzione tra attività manuali e intellettuali. Gli abitanti della Città del sole vivono esclusivamente secondo la ragione e secondo la religione naturale, che è innata e propria dell’uomo che, avendo origine da Dio, tende a ritornarvi. Ed è il Cattolicesimo la religione naturale, cioè conforme a ragione e quindi comune a tutti gli uomini della Terra.

Tutto nella Città del Sole è accuratamente disciplinato, anche i rapporti sessuali. Vi è un’età minima per procreare: diciannove anni per le donne, ventuno per gli uomini; l’accoppiamento è un vero e proprio rituale che tiene conto anche dell’ora e della posizione degli astri.Tutta la vita della città si fonda su una cultura seria, sull’educazione globale e specializzata, sulla coscienza civile dell’impegno, della verità, dell’onestà e dell’amore.

Tommaso Campanella è per temperamento e vocazione un profeta, convinto della possibilità di realizzare il suo sogno, dopo aver letto e interrogato i cieli. Ecco perché la Città del sole nella sua mente, non è stata concepita come utopia, o almeno non in tutto. Nei fatti, è vero, La città del sole è essenzialmente utopia, ma che ha una tale forza tanto da diventare un’aspirazione, un obiettivo primario in Campanella, fino ad indurlo a rischiare la propria vita sfidando le autorità dell’epoca.

La città del sole è l’idea di una repubblica comunistica e teocratica; non pochi hanno visto, in questa descrizione, un’anticipazione del pensiero di Marx. Ma qui ci troviamo di fronte ad un testo che parte da un’impostazione completamente diversa: non è un’analisi fredda, tecnica, scientifica della storia passata e presente che porta Campanella all’elaborazione di questo modello sociale, di questa utopia avvolgente, che fa sognare, ma è la passione, la tensione emotiva verso una società perfetta di giustizia e uguaglianza, dove l’individualismo scompare, dove non esistono egoismi, dove non c’è la guerra perché non ha ragione di esserci, dove il male è cancellato dalla solidarietà, dalla fratellanza e dall’amore

Di fatto “La Città del Sole” non è altro che il programma ideato per costruire una “Nuova Società in un Nuovo Stato” svanito a causa del fallimento dell’insurrezione. Programma che il Campanella avrebbe applicato per affrancare le condizioni di vita delle popolazioni  dagli stenti, dalla miseria, dall’ingiustizia sociale, dalla disgregazione e dal perdurare di un sistema feudale che avvantaggiava soltanto il clero e i ricchi baroni sfruttatori e prepotenti.

Giorgio Bruzzese, poeta satirico e ricercatore del Dialetto Stilese, ha deciso di tradurre l’opera più conosciuta di Campanella sia per dedicare un omaggio al Grande Filosofo – «che con il suo esempio e la forza inestimabile del suo pensiero ci insegna che, al di là della realizzazione dei bisogni primari, l’Uomo non può vivere senza il sogno di un’Utopia, poiché l’Utopia è il carburante che fa girare il motore del mondo, è il desiderio di toccare il cielo senza mai raggiungerlo…» –, sia per dare un suo contributo alla codificazione del Dialetto Stilese contemporaneo, come gesto d’amore appassionato verso la sua terra d’origine, senza dimenticare le problematiche di ordine linguistico, grammaticale e fonetico che ha dovuto affrontare per portare a termine in modo così efficace la traduzione de “La Città del Sole”, consentendo al pensiero di Tommaso Campanella – oggi, con il liberismo e il capitalismo ormai al crepuscolo, più che mai attuale – di assumere una veste nuova, ma nel pieno rispetto delle sue radici linguistiche e storiche. 

redazione@approdonews.it