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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 23 APRILE 2024

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“Io disabile, non riesco a trovare lavoro”

“Io disabile, non riesco a trovare lavoro”

Francesco Comandè, racconta la sua vita senza una gamba e lancia un’appello: “Voglio trovare un impiego”. Approdonews sposa la sua causa e invita gli imprenditori a contattarlo per un colloquio

“Io disabile, non riesco a trovare lavoro”

Francesco Comandè, racconta la sua vita senza una gamba e lancia un’appello: “Voglio trovare un impiego”. Approdonews sposa la sua causa e invita gli imprenditori a contattarlo per un colloquio

 

Francesco Comandè è un ragazzo 22enne di Taurianova, che da 11 anni convive con una protesi, a seguito di un brutto incidente, che gli è costato l’amputazione della gamba destra, all’altezza del ginocchio. Giocava in campagna Francesco, quando un trattore lo ha investito. Una tragica fatalità che lo ha privato non solo dell’arto ma anche della possibilità di correre e giocare come tutti gli altri bambini della sua età. Ma Francesco non si è dato per vinto, con grande forza di volontà è riuscito in questi anni a condurre una vita normale, senza farsi soggiogare dalla sua disabilità. Circondato dall’affetto della sua famiglia e dei suoi amici, Francesco sorride alla vita, anche se c’è ancora qualcosa che gli manca: un lavoro. Nella nostra società il lavoro riveste una funzione identificativa, oltre a generare reddito, però per Francesco rappresenta uno scoglio insuperato. La sua ricerca di un posto di lavoro, che come previsto per legge dovrebbe trovare positiva soluzione, di fatto non ha mai avuto successo. I tentativi di inserimento sono sempre falliti. Per questo motivo, Francesco si è rivolto ad Approdonews, per lanciare un appello, ossia «trovare un lavoro, per essere autonomo e vivere la mia vita senza troppi affanni». Riconosciuto invalido al 75%, Francesco percepisce una misera pensione di 250 euro al mese, che non gli permette certo di poter vivere, ma lo costringe a gravare sui suoi genitori, che non conducono certo una vita agiata. Per cercare di racimolare qualche spicciolo Francesco, va in campagna a raccogliere arance e si improvvisa muratore. Lavori non adatti alla sua disabilità. Dopo il diploma all’istituto tecnico commerciale “Gemelli Careri” di Taurianova, Francesco non ha avuto la possibilità economica di continuare gli studi, né di realizzare il suo grande sogno, ossia quello di praticare qualche sport, magari atletica leggera, come il suo idolo Giusy Versace, nipote di Gianni, che nel 2005, in un grave incidente stradale, ha perso entrambe le gambe. Giusy è oggi la prima donna in Italia a correre con amputazione bilaterale, vincendo lo scorso anno ad Imola nei 100 metri, i campionati italiani di Atletica paraolimpica, correndo in 19 secondi e 93 centesimi. Francesco vorrebbe seguire l’esempio di Giusy, ma ovviamente non ha i soldi per comprare le protesi speciali. Noi di Approdonews sposiamo la causa di Francesco e rilanciamo il suo appello. Invitiamo pertanto chiunque volesse offrirgli un impiego, a contattarci telefonicamente al numero 0966/ 612488 oppure ad inviarci una mail all’indirizzo di posta elettronica redazione@approdonews.it, che provvederemo a girare a Francesco.

 

In Italia i disabili faticano a trovare un’occupazione. A quasi dieci anni dall’entrata in vigore della legge 68/1999, che ha “rivoluzionato” la normativa in materia, introducendo il principio della “persona giusta nel posto giusto”, chi deve fare i conti con un handicap fisico o intellettivo resta spesso ai margini del mercato del lavoro. “A parlare sono i numeri – osserva Sergio Betti, segretario nazionale della Cisl –. L’ultimo dato disponibile, riferito al 2005, evidenzia che i disabili occupabili sono poco più di 400mila e che dei circa 210mila posti potenzialmente disponibili, secondo il sistema delle quote previsto dalla legge, ne risultano coperti appena attorno al 50%. Non solo, il tasso di disoccupazione tra queste persone è mediamente il triplo di quello dei cosiddetti normodotati”. Ma allora come se ne esce? Secondo il sindacato occorre fare un grosso sforzo sulla formazione e investire in misure dedicate di politiche attive e di sostegno all’occupazione. C’è poi da affrontare una “questione” culturale. “Da parte delle imprese – osserva Laura Colombo, curatrice del volume Siamo tutti diversamente occupabili, (Franco Angeli, 14 euro) -, permane qualche resistenza di tipo culturale nell’approcciarsi al problema: molte sono ancora convinte che l’assunzione di un disabile sia un peso, un costo da mettere a bilancio per assolvere agli obblighi imposti dalla legge. Da questo punto di vista siamo molto indietro. Non è facile far capire che un disabile può essere portatore di valore aggiunto e può rivelarsi una risorsa al pari di ogni altro lavoratore. Ovviamente deve essere messo nelle condizioni di potersi esprimere al meglio, secondo le proprie capacità e i propri limiti. Gli inserimenti fatti a caso non funzionano”. In sostanza non si può mandare una persona allo sbaraglio, magari in un ambiente diffidente (se non ostile), a svolgere una mansione che non è in grado di svolgere. Ma succede. La legge stabilisce che le aziende devono assumere una certa quota di disabili, in relazione al numero dei dipendenti: una persona in quelle da 15 a 35 addetti, due in quelle da 36 a 50 addetti e un numero pari al 7% degli occupati in quelle con più di 50 addetti. Non poche, però, cercano di sfuggire all’obbligo. “Paradossalmente – nota Gloria Stea, responsabile della Lega per l’emancipazione degli handicappati – la legge 68, pur esprimendo un principio corretto, rischia di sfavorire l’occupazione dei disabili. Fino alla sua entrata in vigore si procedeva con il sistema numerico: la prima persona nella lista del collocamento era quella da inserire. Oggi, invece, molte imprese la fanno franca perché sostengono di non riuscire a trovare il candidato che fa al caso loro. Su tutto poi c’è un problema di controlli, che sono carenti”.

redazione@approdonews.it