“Il riordino della rete ospedaliera non deve riguardare solo Catanzaro ma l’intera area provinciale”
Mag 28, 2013 - redazione
E’ quanto afferma Antonio Butera del comitato “Salviamo la sanità del lametino”
“Il riordino della rete ospedaliera non deve riguardare solo Catanzaro ma l’intera area provinciale”
E’ quanto afferma Antonio Butera del comitato “Salviamo la sanità del lametino”
Riceviamo e pubblichiamo:
Il Sindaco di Catanzaro ritiene non rinviabile un piano credibile di riorganizzazione e di riordino della rete ospedaliera. Ha evidentemente ragione: solo che la riorganizzazione ed il riordino non si deve limitare alle strutture catanzaresi, ma deve riguardare almeno l’intera area provinciale.
Perché se si concentrano e continuano a finanziare a Catanzaro specialità e servizi che risultano in doppio ed anche in triplo tra strutture pubbliche e private, poi non ci si può lamentare che il sistema scoppia. Per non farlo scoppiare serve un maggiore equilibrio territoriale di strutture specialistiche e di servizi negli Ospedali e nel territorio dell’intera area.
E per far diminuire gli afflussi a Catanzaro ed all’Ospedale Pugliese-Ciaccio non serve proporre che l’Ospedale di Lamezia entri in una governance unica dei pronto soccorso. Serve invece far riprendere funzioni e credibilità dell’Ospedale di Lamezia con la presenza di reparti e servizi specialistici e con la presenza dei primari che mancano da oltre due anni, affinché si possano dare risposte adeguate alle tante domande di salute.
E, poiché l’Ospedale di Lamezia è dotato di una struttura a norma e gode della facilità di collegamenti stradali a 15 minuti dall’aeroporto, serve una integrazione funzionale specialistica, unica e diversificata da quelle disponibili a Catanzaro. Perché ora si sta scontando l’errore macroscopico di classificare Spoke un ospedale che è a meno di 30′ dei due HUB catanzaresi, contro tutte le indicazioni anche quelle dello stesso piano dell’ottobre 2010.
Se tutto questo si continua a non fare e si continua, invece, ad accentrare a Catanzaro, anche con convenzioni di dubbia utilità come quella con l’ospedale romano Bambin Gesù che ci erode oltre due milioni di euro l’anno, non si potrà che avere ulteriori sovraccarichi e disfunzioni.
Già la concentrazione in Catanzaro di due HUB, di tre grosse cliniche private, di due cardiochirurgie, di due neurochirurgie, di due oncologie e di non si sa quanti reparti di cardiologia, di medicina, di ortopedia, di chirurgia vascolare e di chirurgia toracica fa riversare su quella Città gran parte delle risorse dell’intera area. Dire, allora, che bisogna ancor di più rinforzare le strutture del capoluogo, soprattutto nell’attuale congiuntura di risorse limitate, significa ridurre ulteriormente le scarsissime risorse sanitarie che si offrono a Lamezia.
Ne è ultimo esempio il destino segnato del reparto di Terapia Intensiva Neonatale, che è stato il primo del Meridione d’Italia, è stato un fiore all’occhiello del nostro Ospedale ed ora si avvia verso una mesta chiusura.
Fino a quando i nostri politici ed amministratori potranno continuare a far gravare sui Lametini il peso non solo di star male, ma anche di non aver assistenza nella propria Città e doversi rivolgere a strutture sanitarie pubbliche intasate o addirittura vedersi dirottati verso strutture private catanzaresi?
Meraviglia e dispiace l’apatia dei lametini e di tutta la loro classe politica che si allarmano (giustamente) per la ventilata chiusura del carcere, ma di fronte al continuo degrado dell’Ospedale rimangono completamente indifferenti.
Dr. Antonio Butera (COMITATO SALVIAMO LA SANITA’ DEL LAMETINO)