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“Finita a festa gabbatu u Santu”. Finito il trasbordo non scenda di nuovo il silenzio sul porto di Gioia Tauro

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Editoriale di Caterina Sorbara

“Finita a festa gabbatu u Santu”. Finito il trasbordo non scenda di nuovo il silenzio sul porto di Gioia Tauro

Editoriale di Caterina Sorbara

 

 

Come tutti sanno, l’operazione di trasbordo nel Porto di Gioia Tauro, delle 700 tonnellate
di agenti chimici siriane, è perfettamente riuscita, le navi a fine operazione
hanno lasciato il porto gioiese per continuare il loro lavoro in acque internazionali.Adesso
c’è il rischio che, per dirla alla maniera dei nostri nonni, “finita a festa gabbatu
u Santu”, nel senso che adesso sulle vere e ataviche problematiche dello scalo gioiese,
scenda di nuovo il silenzio. Nel porto gioiese ogni giorno vengono scaricati migliaia
di container pieni di merce di ogni tipo diretti in Europa e nel mondo. Questo non
basta! Affinchè il porto decolli e diventi volano per l’occupazione giovanile è
necessario , anzi è urgente istituire la Zes e il retro porto industriale, non ultimo
l’ammodernamento ferroviario.Bisogna che i sindacati , i politici e le istituzioni
si impegnino subito a 360 gradi affinchè il Governo Renzi mantenga gli impegni che
il governo Letta aveva promesso. Il rischio è che sul porto scenda ancora una volta
il silenzio e, come abbiamo tante volte detto, se il Porto di Gioia Tauro non decollerà,
sarà un male per tutta la Calabria e va da sè per i nostri giovani che vedranno
ancora una volta, svanire il sogno di un lavoro e di un futuro migliore.