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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Pugliese: «La proposta della Tagliati (e compagni), sulla nuova 106 è delirante»

“Vale la pena imporre il passaggio di una superstrada a quattro corsie nel bel mezzo di una paese? Può la tutela del Pino Halepensis essere il motivo principali di questa battaglia o dietro gli alberi si nasconde altro?”

Pugliese: «La proposta della Tagliati (e compagni), sulla nuova 106 è delirante»

“Vale la pena imporre il passaggio di una superstrada a quattro corsie nel bel mezzo di una paese? Può la tutela del Pino Halepensis essere il motivo principali di questa battaglia o dietro gli alberi si nasconde altro?”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

L’osservazione presentata al
Ministero dell’Ambiente dalla Signora Tagliati (che da Ferrara non smette di
interessarsi alla Nuova S.S. 106), ci permette di capire quale sia la sua proposta.

Il tracciato proposto
nell’osservazione presentata dalla Signora Tagliati relativamente alla
possibilità di raddoppiare la
Nuova S.S. 106 Jonica esistente risulta ampiamente contestabile e sostenuto da motivazioni
del tutto
privi di fondamento. Secondo la Signora Tagliati (come
è possibile leggere), questa scelta:

– Salvaguarderebbe meglio il
vincolo paesaggistico;

– Farebbe risparmiare tempi di
esecuzione;

– Farebbe risparmiare risorse
finanziarie;

Relativamente alla salvaguardia
del paesaggio è bene ricordare che il
vincolo è imposto sui pianori al fine di tutelare la vista della costa che si
gode da questi. Non si riesce a capire pertanto come sia possibile affiancare
un nuovo asse stradale a quello esistente, e prossimo alla linea di costa, atteso
che questo risulterebbe terribilmente più impattante di un tracciato
interamente in nuova sede e che si sviluppa in tratti prossimi ai bordi
superiori del vincolo paesaggistico (quindi lontano dalla linea di costa), e
peraltro in buona parte in galleria.

Altrettanto misteriosa resta la motivazione secondo la quale sarebbe
meglio procedere al raddoppio della S.S. 106 nel tratto maggiormente abitato
del Comune di Amendolara (a tal proposito si veda la Foto Simulazione che ho
preparato in allegato). Vale la pena spazzare via le abitazioni
esistenti per far posto ad altre due corsie? Vale la pena imporre il passaggio
di una superstrada a quattro corsie nel bel mezzo di una paese? Può la tutela del
Pino Halepensis essere
il motivo principali di questa battaglia o dietro gli alberi si nasconde altro?
E poi ancora: quali sono gli illustri tecnici con cui la Signora Tagliati ha avuto
modo
di confrontarsi prima di avanzare queste “brillanti” proposte?

Anche relativamente al risparmio
dei tempi di esecuzione e delle risorse finanziarie resta difficilmente
comprensibile come possano essere vere tali osservazioni. Considerando,
infatti, che, al fine di adeguare l’infrastruttura ai nuovi standard normativi,
sarebbe necessario demolire e
ricostruire anche l’asse esistente, è facile comprendere come prevedere un
risparmio di tempi di esecuzione e di risorse finanziare sia del tutto
impossibile.

A tal proposito bisognerebbe
spiegare agli abitanti dei tratti interessati dal raddoppio quali potrebbero
essere le ricadute con lavori interminabili a pochi metri dalle loro
abitazioni, costretti ad ascoltare i rumori generati dalle centinaia di
automobili in coda a causa dei rallentamenti, non solo per l’esecuzione dei
lavori, ma anche nella successiva fase di esercizio. Sarebbe, infine,
interessante sentire le reazioni degli abitanti di fronte al crollo della
valutazione di mercato dei loro immobili da quel momento in poi costretti a
godere di una vista su una autostrada.

Può la tutela del Pino Halepensis
(comunque ultra – salvaguardato nel progetto definitivo con rapporti di
reimpianto di 3:1), costringere gli abitanti di Amendolara a sopportare tutto
ciò e limitare in tal modo lo sviluppo di una arteria di importanza nazionale?

Sono certo che anche la Signora
Tagliati dopo aver letto ciò che gli sto scrivendo converrà
con me che la proposta sua (poi ripresa ovviamente dai soliti 4 gatti suoi
compagni), è senza ombra di dubbio delirante.

Fabio PUGLIESE, autore del libro “Chi è Stato?”, racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese