Porto di Gioia Tauro: ecco le richieste di Medcenter al Governo
redazione | Il 31, Gen 2011
A parlare Vincenzo Iacono, amministratore delegato di Medcenter Container Transhipment (Mct) del gruppo Contship
Porto di Gioia Tauro: ecco le richieste di Medcenter al Governo
A parlare Vincenzo Iacono, amministratore delegato di Medcenter Container Transhipment (Mct) del gruppo Contship
GIOIA TAURO – I porti che tolgono spazio a Gioia Tauro sono Algeciras (Spagna), Tangeri (Marocco) e Port Said (Egitto), Malta. Se un operaio in Italia costa 100, in Marocco costa 14 e a Port Said addirittura 9. Questo e’ uno dei problemi che rende l’Italia meno competitiva. Dice Vincenzo Iacono, amministratore delegato di Medcenter Container Transhipment (Mct) del gruppo Contship : ”Lo diciamo da oltre un anno. Se l’Italia vuole mantenere un ruolo nel mercato dei porti di transhipment deve intervenire con gli stessi strumenti di competitivita’ che stanno mettendo in campo gli altri paesi del Mediterraneo. La fiscalizzazione degli oneri sociali, che non intacca il salario dei lavoratori e l’abbattimento delle accise sui carburanti usati dai mezzi in porto sono ad esempio due strumenti che ci auguriamo possano essere recepiti all’interno del provvedimento milleproroghe nell’agenda del governo in questi giorni”. Le richieste della Medcenter sono state portate all’attenzione del governo nazionale dopo un tavolo di concertazione convocato dalla vicepresidenza della Regione. ”Siamo lieti -prosegue l’Ad di Mct- che questa volta il governo regionale della Calabria abbia fortemente appoggiato le soluzioni da noi proposte”. Nel lungo termine continua – la domanda e l’offerta si bilanceranno e quindi torneremo a competere grazie ai nostri mezzi e alle infrastrutture che l’Autorita’ portuale ha realizzato e continuera’ a sviluppare. La dimensione delle navi continuera’ a crescere ed il nostro parco macchine e’ adeguato per la gestione di questi nuovi giganti del mare. Abbiamo effettuato investimenti capaci di supportare una crescita significativa dell’attivita”’. Oltre alle attivita’ del porto in senso stretto, c’e’ una miriade di altre piccole attivita’ che dovrebbero svilupparsi a latere. Negli anni scorsi, tuttavia, il retroporto e’ stato oggetto di installazioni di capannoni da parte di imprenditori che hanno beneficiato della legge 488 senza pero’ darvi seguito con attivita’ industriali. ”Io -ha dichiarato il commissario di Confindustria Reggio Calabria, Pippo Callipo- li definisco prenditori, non imprenditori. Hanno preso i soldi dello Stato e della Comunita’ europea, costruito capannoni, fatti imbrogli e speculazioni e non hanno creato nulla. Io ho gia’ proposto di ”requisire” questi capannoni vuoti e affidarli a imprenditori che hanno voglia di lavorare e rivitalizzare il porto”. ”La nascita di attivita’ industriali nelle vaste aree alle spalle del porto -sostiene Vincenzo Iacono – potrebbe creare le condizioni per lo sviluppo di un mercato locale caratterizzato da flussi di importazione ed esportazioni. Questo determinerebbe un valido motivo aggiuntivo alla scelta del nostro porto da parte delle linee. I porti hub di puro transhipment -prosegue l’Ad di Mct- sono infatti caratterizzati da un alto grado di “fungiblita'”. Ossia sono sostituibili da altri porti con caratteristiche assolutamente intercambiabili. E’ quindi evidente che le linee, potendo scegliere, sceglieranno sempre sulla base della massima economicita’ dei servizi offerti”. Iacono porta l’esempio del porto di Valencia. ”Opera nel nostro stesso settore ma al transhipment puro aggiunge la possibilita’ di servire un vasto mercato locale. Non a caso Valencia nel 2010 e’ diventato il porto numero uno nel Mediterraneo con oltre quattro milioni di Teus. Questa lezione -spiega ancora il manager della Medcenter- e’ stata immediatamente compresa dalle nazioni sulla sponda africana del Mediterraneo che stanno investendo attirando industrie e quindi domanda per servizi di logistica negli spazi retro portuali”. In questa direzione Mct ha ”messo a disposizione della precedente giunta regionale e ora anche di quella guidata da Giuseppe Scopelliti un documento di idee che potrebbero trovare attuazione coinvolgendo attori e soggetti imprenditoriali con l’individuazione di una regia chiara sulla competenza e sulla programmazione delle zone retro portuali”. Uno dei motivi di scontro delle scorse settimane e’ legato ai dati dell’assenteismo e della produttivita’ dei dipendenti che lavorano al porto di Gioia Tauro. I sindacati hanno replicato sostenendo la correttezza dei lavoratori. ”Assenteismo e produttivita’ -spiega meglio Iacono- sono due facce della stessa medaglia. Sul nostro giornale aziendale qualche mese fa, parlando di assenteismo, avevo creato uno slogan mutuato dalla campagna nazionale contro il fumo; ‘l’assenteista danneggia anche te… digli di smettere’. E’ cosi’; l’assenteismo e’ un male endemico che indebolisce l’azienda creando frustrazione nella parte sana e virtuosa della stessa (che e’ la maggioranza)”. ”Se all’improvviso -continua- ho meno persone, ho anche una minore capacita’ di servire al meglio i clienti. Se a causa dell’assenteismo sono costretto a ridurre l’organico che opera una nave in banchina, quella nave finira’ le operazioni in ritardo. Quella nave potrebbe non tornare piu’ a Gioia TAuro. Certo ci sono altri fattori che incidono sulla produttivita’ come le caratteristiche delle attrezzature, ma il nostro e’ un terminal giovane, cosi’ come lo sono i suoi mezzi e lo stato dei piazzali”. A Gioia Tauro esiste anche il problema criminalita’ organizzata. Una soluzione a cui nei giorni scorsi ha fatto riferimento il parlamentare europeo Pino Arlacchi, originario della piana di Gioia Tauro ed ex consulente dell’Onu, e’ di riprendere il piano per la sicurezza che in passato era stato costituito proprio per far lavorare gli operatori in tranquillita’. Arlacchi mette pero’ anche in guardia sul fatto che ”la ‘ndrangheta puo’ anche diventare un alibi per non fare nulla”. Inoltre propone di aprire il piu’ possibile il mercato al mondo orientale e porta l’esempio della Grecia. ”Ha fatto un accordo con i cinesi. La nuova flotta commerciale greca viene costruita in Cina, le merci cinesi vengono trasportate con le navi greche dandogli anche il Pireo, che e’ uno dei porti che fa concorrenza a Gioia Tauro come porto di riferimento. Ma Gioia Tauro e’ superiore al Pireo per le caratteristiche tecniche”. (Adnkronos)