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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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“Polo depurativo Oliveto: 7 milioni di euro e ci troviamo con due impianti sequestrati”

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Le numerose segnalazioni inoltrate da questa associazione nel corso degli anni alle Istituzioni competenti hanno portato in data 22 gennaio 2013 al sequestro dei tre depuratori di Motta Sg,, Oliveto e  San Vincenzo di Lazzaro e Motta località Castelli.

Al fine di consentire la messa in funzione ed il ripristino delle anomalie riscontrate è stata concessa al Comune di Motta SG la facoltà d’uso. Si è proceduto alla costruzione del Nuovo depuratore dell’Oliveto e si sarebbe dovuto provvedere, come da progetto, alla dismissione del depuratore di Motta Castelli con l’adduzione dei relativi liquami all’impianto dell’Oliveto. Intervento che tarda a eseguirsi. Pertanto si ritiene che i depuratori siano stati dissequestrati per permettere tali interventi. Anche dopo l’inaugurazione del depuratore dell’Oliveto quest’associazione ha continuato a segnalare il perpetuarsi delle criticità ambientali prodotte dal nuovo impianto, specialmente dal depuratore di Motta Castelli.  Va ricordato che il depuratore dell’Oliveto è stato realizzato qualche anno fa e la cifra si aggirerebbe sui 7 milioni di euro.

Visto il perpetuarsi dei gravi inconvenienti igienico sanitari, determinati soprattutto dal Depuratore di Motta Castelli, è stato chiesto alla Magistratura di voler disporre le opportune verifiche tendenti ad accertare l’avvenuto ripristino delle anomalie riscontrate e il corretto funzionamento e gestione dell’impianto di depurazione.  

Nel mese di maggio 2018 presentavamo ulteriore denuncia, integrata lo scorso 25 luglio accompagnata da eloquente documentazione fotografica, evidenziando che il depuratore delle acque reflue comunali in località Castelli di Motta San Giovanni continuava a non depurare come avrebbe dovuto e scaricava a cielo aperto acque non adeguatamente depurate nel torrente Oliveto. Le vasche erano colme di fanghi e la puzza fognaria percepita a distanza era pungente.

Visto che si trattava di un  fenomeno che risale a molti anni addietro la cui compromissione del suolo, del sottosuolo e delle acque torrentizie e marine  appariva significativa, si ipotizzava anche il reato di inquinamento ambientale.

Un ulteriore elemento di pericolosità per l’ambiente, quindi per la salute pubblica che si perpetuava da illo tempore, era, ed è, dato dalla presunta commistione delle acque fognarie scaricate dal depuratore nel torrente Oliveto accompagnate da una coltre di schiuma bianca e dal caratteristico odore di fogna con quelle erogate dall’invaso collinare di Vena e verosimilmente con quelle di Scillupia  ai terreni situati lungo il torrente Oliveto e utilizzate a scopo agricolo.

A tal fine lo scorso 3 luglio è stato richiesto al Sindaco del Comune di Motta SG e alle articolazioni comunali competenti, interessando il consorzio di bonifica integrale area dello stretto – bonifiche ed irrigazioni, di disporre una urgente verifica per accertare se i liquami fognari potessero influire nella distribuzione dell’acqua ad uso agricolo erogata dai succitati invasi. Non abbiamo ricevuto risposta.

La risposta oggi ci viene data dalla Magistratura, che come più volte da me scritto, è insieme alle forze di polizia il solo punto di riferimento,.

 

Vincenzo CREA

Referente unico dell’ANCADIC [i]

e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”