Desolanti scenari nel futuro della Calabria
LUIGI MAMONE
Politica e Mafia: voto di scambio e infiltrazioni. Raffica di arresti
Desolanti scenari nel futuro della Calabria
REGGIO CALABRIA-Liliana Aiello, Francesco Iaria, Antonio Manti, Pietro Nucera, Santi Zappalà questi alcuni nomi degli indagati per associazione a delinquere di tipo mafioso legata alla canalizzazione e alla corruzione elettorale tratti in arresto su ordine della Magistratura reggina, nel novero di una indagine di cui alcuni particolari verranno resi noti oggi nel corso di una conferenza stampa convocata presso il Comando Provinciale dellArma dei Carabinieri a Reggio Calabria. Gli indagati e in particolare Santi Zappalà , che era stato eletto consigliere regionale in una delle liste che supportano lattuale governatore della Calabria, Scopelliti, avrebbero dunque, secondo il dato accusatorio rappresentato un trait dunion fra le ndrine reggine e la massima istituzione regionale. Loperazione che giunge a poche ore dallarresto del capitano Spadaro Tracuzzi , anchegli accusato di aver favorito le ndrine ricavando vantaggi personali di carattere patrimoniale , conferma come lazione della magistratura stia progressivamente concentrandosi su quelle zone grigie della società calabrese composte da soggetti apparentemente distanti dal sostrato mafioso, immuni da pregiudizi penali o addirittura al di sopra di ogni sospetto ma che, evidentemente, non disdegnano dallintrattenere rapporti con le propaggini attive della onorata società . Strutture criminali che , attraverso la veicolazione in loro favore di voti o di favori si garantisco canali privilegiati nel mondo politico e nella palude della burocrazia regionale che in molte vicende sono emersi rappresentando la linea di faglia dentro la quale precipita il crisma della legalità e affonda la certezza del diritto. Una azione mirata, dunque, quella dei magistrati della DDA e dei magistrati reggini , che ha trovato nuova energie dopo le inquietanti minacce rivolte, con ripetute azioni intimidatorie ed attentati , contro il Procuratore Generale della Corte dAppello , Salvatore Di Landro e che ha poi con canali e metodologie investigative diverse giacchè derivate da diversa ipotesi investigativa portato anche agli arresti dellOperazione Crimine . Operazione , questa, partita dalla Lombardia e i cui indagati alcuni dei quali nomi mai prima balzati agli onori delle cronache avrebbero avuto solo la responsabilità di condividere ideologicamente le gestualità e le ritualità e la terminologia della cultura mafiosa: quella antica, fatta di simbolismi e di gradi gerarchici unita a una sorta di fratellanza divenuta oggi intercontinentale . Markers di mafiosità che come nel caso dellarresto dellEx Sindaco di Siderno , Alessandro Figliomeni, avrebbero evidenziato un ponte solidaristico teso fra la Locride e lAustralia a conferma di una condivisione ideologica certamente di alcuni postulati etico dogmatici della cultura ndranghetistica anche se non è emerso chiaramente, quali reati fine – in forza di siffatta condivisione ideologica – molti di essi avrebbero compiuto . Tutto questo a prescindere dal grado che la Santa ( detenuta e rappresentata dallottuagenario Don Mico Oppedisano NdA) avrebbe loro dispensato a piene mani ( Padrino, Santista, Quartino Tre quartino , Maestro di giornata, Maestro del crimine ed altro ) . Gradi di ndrangheta che hanno un amaro sapore folklorico e che appaiono distanti da quelle mafie del villaggio globale e dei grandi traffici intercontinentali narcotrafficanti in primis- , dei grandi appalti , delle joint ventures , delle speculazioni finanziarie, dei flussi di enormi capitali e del riciclaggio di quelli sporchi, e di ogni altro tipo di malaffare unite a pressioni continue sugli imprenditori onesti fino a provocare la paralisi dellimprenditoria non mafiosa per come evidenziato dal Processo Centanni di Storia che ha evidenziato malavitosi che operano su scenari e con metodi totalmente diversi rispetto ai santisti che ogni anno si ritroverebbero a Polsi . Nel caso di Spadaro Tracuzzi e , ora, degli ultimi arrestati di stanotte, non vi sono si ritiene – gradi di ndrangheta e terminologie arcaico mafiose rispettate a prosecuzione di antichi retaggi comportamentali degli uomini donore di alvariana memoria, ma solo laccettazione del servirsi o dellasservirsi a poteri criminali per perseguire fini personali obbligandosi al contempo a garantire dal versante politico chi avesse loro canalizzato i voti. Larresto di Zappalà uomo del centro destra- pareggia al momento il peso sulla bilancia di quello di Figliomeni che allultima elezione era candidato con il centro sinistra. Questo consente di confermare come il voto sia da un versante che dallaltro non è immune dal pericolo di contaminazione mafiosa. Resta da capire, come fare ad impedire ai presunti mafiosi- di poter votare. Lultima questione è proprio questa. Come possono essere scartati e selezionati gli elettori buoni da quelli vicini alle cosche? Come possono i candidati, protesi in campagne elettorali sempre più americaneggianti e dispendiose capire che linsospettabile che in uno dei 97 Comuni della provincia reggina,dichiara la propria vicinanza e offre la propria collaborazione al candidato tal dei tali, alla fine non sia un uomo delle cosche:uno di quei colletti bianchi che vivacchiano in quel limbo grigio e anodino della società calabrese? Quale sarà continuando su questa strada il futuro dellazione politica calabrese? Tutti potrebbero essere tacciati di mafiosità , manifesta, latente, collaterale e doccasione. Ma tanto non è possibile. Occorre rivedere qualcosa in tutto il meccanismo. Occorre rivedere i sistemi elettorali creando basi nuove per la composizione dei collegi elettorali in maniera tale da consentire una azione di raccolta voti non più dispiegata su un bacino enorme e incontrollabile ma su collegi di minor dimensione ponendo al contempo sbarramenti allesercizio del diritto di voto per coloro i quali abbiano riportato condanne ancorchè espiate per delitti di tipo mafioso. Il Ministro degli Interni, nella sua ultima venuta a Reggio, promise linea dura. E stato di parola. Vè da dire che lo stesso Maroni , sua sponte dopo le accuse mosse dallo scrittore Saviano nel corso della seguitissima trasmissione TV Vieni via con me si autonominò difensore dufficio dellimprenditoria padana e della Padania in generale dicendo a Saviano e agli Italiani Non permettetevi di dire che limprenditoria e la classe politica lombarda facciano inciuci con le ndrine Un anziano e saggio avvocato del Foro di Palmi, uno dei decani di questa Istituzione avrebbe argutamente detto Excusatio non petita, incolpatio manifesta Ma tantè . Se gli sviluppi di quanto matura in questi giorni in Calabria saranno quelli che appaiono e se i postulati dellOperazione Crimine condotta e diretta dalla DDA milanese non sono infondati riteniamo che il ministro Maroni finirà per essere smentito dai fatti. Un po con i dovuti distinguo storici come per il defunto Sindaco Gentile di Gioia Tauro, che al microfono del TG7 del celebre Joe Marrazzo ( padre del più noto e controverso Piero) smentiva focosamente perfino lesistenza iconografica di quella mafia che poco tempo dopo lo fece uccidere. Il pericolo è dunque quello della generalizzazione che più che nella Inquisizione della Santa potrebbe sfociare in una Santa Inquisizione : Intanto il dramma è che leconomia calabrese è al tracollo. Le arance non vengono raccolte. Così pure le olive. Interi comparti economici languono. I giovani non hanno lavoro e non hanno quel che è più grave speranze ed idee. Le banche non aiutano limprenditoria, La classe politica non riesce a costruire sbocchi sui mercati per i comparti economici. Nel piccolo, la Calabria, rispecchia tutte le appariscenze e le contraddizioni di una classe politica ormai solo e soltanto autoreferenziale e solidaristicamente pronta a far quadrato a difesa dei propri privilegi di casta. Il popolo dei calabresi indifesi, quelli che non arrivano alla fine del mese, quelli che hanno le auto e i beni ipotecati dalla Equitalia e che da 10 anni in qua hanno valicato la soglia della povertà , senza ritorno, alla fine , davanti a queste vicende, restano inani e larresto del potente di turno li lascia indifferenti. Lo Stato , qui è una entità diversa, distante, terza. E un mondo diverso, questo . E il mondo dei vinti e dei rassegnati E un mondo che solo Garcia Marquez seppe descrivere: quello della Macondo di Centanni di Solutudine Quello del colonnello Aureliano Buendìa, quello di questi cento e ancora cento e cento ancora anni di solitudine, di miseria , di beffe, di brogli, di illusioni, di promesse mancate, di povertà culturale, di miseria materiale. Ed è qui che il malaffare germoglia e mafia , ndrangheta o camorra non cè differenza – prospera e si rafforza duttilmente e costantemente come la goccia che buca la roccia . Per questo, oltre che con gli arresti ( terapia antibiotica) urgono posti di lavoro e certezze di legalità e di crescita civile ( Vitamine) . Ma in questa Italia, intrisa di politici ed escort che fanno fiesta e che pensano di essere onnipotenti , per i calabresi onesti non cè attenzione, né considerazione. Molto più comodo e funzionale fare un unico grande calderone di sola mafia. Forse per questo moltissimi fra i parlamentari calabresi sono stati inseriti ( o parcheggiati?) proprio nella Commissione parlamentare antimafia