Polistena, scuola dev’essere nuovo villaggio educativo Nel messaggio del prof. Franco Mileto, preside dell'Itis Milano, oltre ai saluti augurali per il nuovo anno anche un richiamo ai doveri delle famiglie con lo sguardo rivolto al modello don Milani
Riceviamo e pubblichiamo
Carissimi,
nel mentre salutiamo l’avvento del nuovo anno scolastico non possiamo nasconderci, purtroppo, che il Paese sta attraversando una pericolosa fase di contrapposizione tra la scuola e la famiglia. Noi tutti, educatori e genitori, siamo cresciuti in una società nella quale le famiglie riponevano incondizionata fiducia nella scuola per la diffusa convinzione che ai ragazzi occorressero soprattutto solide certezze. Oggi, per via dei sempre più traballanti valori morali e civili, molti genitori non svolgono il loro ruolo con la necessaria maturità, consegnano i loro figli alle istituzioni scolastiche partecipando poco o punto alle relative dinamiche, ed in caso di misure disciplinari o valutazioni negative assumono la veste di tifosi (talvolta anche di ultras) dei loro figli e finiscono con l’ostacolarne pesantemente l’educazione.
Nel continente che è stato definito “Culla dell’umanità” si tramanda da tempo immemorabile il proverbio: “Per far crescere un solo bambino ci vuole un intero villaggio”. Ebbene, mai come in questa temperie la specialissima alleanza che è stata sagacemente tratteggiata come “villaggio educativo” è venuta stagliandosi come ineludibile necessità sociale. I diversi attori del processo formativo devono assolutamente conoscersi, parlarsi e cooperare per costruire, tutti insieme, l’ambiente che consenta ad ogni ragazza ed ogni ragazzo di sapere, di saper fare e di saper essere: in buona sostanza per dare modo a ciascuno di conquistare la libertà, la consapevolezza e la realizzazione dei suoi sogni.
A tutti noi del “Conte Milano” rivolgo l’augurio di saper svolgere il delicatissimo compito che ci è stato affidato senza le coperture vaccinali che si chiamano burocrazia, iperprofessionalità e grigia austerità. Auguro a tutti voi e a me stesso di saperci offrire senza riserve al contagio della freschezza, dei sorrisi e della bellezza che stanno per inondare questo edificio, facendolo diventare il posto più bello del mondo insieme ai tantissimi altri luoghi dove si rinnova il miracolo dell’educazione e dove, attraverso la Parola si persegue la Liberazione.
Quando i ragazzi ci chiederanno del perché non sia prevista la cosiddetta ricreazione, vogliate rispondere con il concetto caro a Don Lorenzo Milani: se la scuola è vita, non c’è nessun bisogno di una “artificiale” ricreazione, dal momento che i momenti di gioco e di allegria sono “naturalmente” alternati allo studio ed alla fatica. Quando i ragazzi delle prime classi cominceranno a prendere coscienza dell’eterogeneità del loro nuovo gruppo, vogliate con me spendervi per far capire che la diversità non è un guaio, ma un valore che arricchisce tutti. Vogliate mettere a punto le migliori strategie per dimostrare che il diligente ha bisogno dello svogliato, il composto del discolo, il forte del debole, perché in tal modo concorreremo alla costruzione del Mondo Nuovo al quale li consegneremo, consapevoli che i concetti di tolleranza, integrazione e accoglienza costituiranno sempre di più la sottile linea di demarcazione tra la Pace e la catastrofe antropologica.
Vogliate, voi tutti del “Conte Milano”, come auspicava Massimo Recalcati nel video che abbiamo proiettato in Collegio Docenti, farvi “portatori di fuoco”, e con prometeico afflato donare ai ragazzi che ci vengono affidati le chiavi della Libertà e della Speranza. Non ci saranno medaglie per la nostra tenacia, bensì il formidabile privilegio di giocare ad armi pari una partita con i limiti imposti agli uomini dal tempo: chi potrà mai conoscere su quante gambe e per quanto tempo camminerà l’insegnamento di un buon Maestro? Sia questa nuova stagione della nostra vita pregna e luminosa.
Franco Mileto