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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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A Polistena la Chiesa si fa “strada” Riattivato il servizio di taxi sociale con i fondi dell'8x1000. Don Demasi: "Basta con la cultura della sopravvivenza"

A Polistena la Chiesa si fa “strada” Riattivato il servizio di taxi sociale con i fondi dell'8x1000. Don Demasi: "Basta con la cultura della sopravvivenza"
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di Giuseppe Campisi

Polistena (RC) – Si accende un barlume di speranza per dare un senso al diritto alla mobilità garantito, quantomeno su carta alle nostre latitudini, dalla Costituzione. A dargli sostanza l’iniziativa della riattivazione dal primo di settembre del taxi sociale da parte della Parrocchia Santa Marina Vergine di Polistena attraverso l’Associazione Il Samaritano ed il Servizio civile nazionale. Un progetto realizzato grazie anche al contributo dell’8xmille alla Chiesa Cattolica al quale la parrocchia cittadina ha potuto fare ricorso attraverso il progetto “Diamo vita ai giorni” con il quale si è classificata ai primi posti del Concorso nazionale “Tutti x Tutti” che mette a disposizione delle parrocchie contributi economici per la realizzazione di progetti di solidarietà.

È stata la cronica mancanza di trasporti del territorio a stimolare l’iniziativa con la quale si è inteso andare incontro alle più che giustificate esigenze di spostamento di una fascia sensibile di persone che per solitudine, marginalità o condizione economica non propriamente autosufficiente riescono con grande difficoltà a procurarsi gli spostamenti di cui possono avere bisogno per il disbrigo delle più comuni necessità. «Il progetto, allo stesso tempo, contribuisce ad abbattere e superare le barriere sociali, architettoniche, logistiche e relazionali del territorio, a costruire una rete sociale e rappresenta un’alternativa al sistema di mobilità urbana ed extraurbana del tutto assente» ha dichiarato don Pino Demasi, aggiungendo «siamo convinti che, in un territorio dove i diritti continuano ad essere calpestati, i servizi fondamentali mancano e la dignità delle persone viene umiliata, l’iniziativa di rilanciare il “Taxi Sociale” sia un argine alla deriva individualistica ed egoistica che purtroppo le comunità territoriali vivono». Iniziative come questa – che surrogano i doveri di uno Stato che, troppo spesso, abbastanza generosamente si volta dall’altra parte in tema di tutela dei diritti costituzionalmente garantiti – dovrebbero seriamente far riflettere sulle notevoli mancanze della politica ad ogni livello, mettendo a nudo la crisi di un sistema incapace di espletare il suo ruolo in favore dei cittadini, specie delle fasce più deboli, epperò talmente vorace alla stregua di Erisittone, di divorare se stessa. «Dotare il territorio di un servizio di trasporto sociale che permette la piena fruizione dei servizi sociali, socio-sanitari, educativi siamo certi sia una risorsa importante e concreta per costruire comunità più solidali e più accoglienti». Perché, ha ben concluso don Demasi, «la cultura della “sopravvivenza” è un modo per umiliare i sentimenti delle persone». Come dargli torto?