Polemica per eletti Agcom e Privacy, Twitter ‘brucia’ l’annuncio del Senato
Giu 07, 2012 - redazione
La Camera elegge Bianchi Clerici e Soro all’Autorita’ per la privacy. Lauricella va al Consiglio superiore della Giustizia amministrativa
Polemica per eletti Agcom e Privacy, Twitter ‘brucia’ l’annuncio del Senato
La Camera elegge Bianchi Clerici e Soro all’Autorita’ per la privacy. Lauricella va al Consiglio superiore della Giustizia amministrativa
(ANSA) ROMA – Camera e Senato hanno eletto i nuovi componenti di Agcom e Autorità garante della privacy. Ma è polemica per i metodi della scelta: Radicali e Idv per protesta non hanno partecipato al voto.
A Palazzo Madama intanto è esploso un piccolo ‘caso’. I senatori dell’Ufficio di presidenza hanno infatti bruciato sul tempo l’annuncio ufficiale degli eletti. E prima che i nomi fossero proclamati in Aula, hanno anticipato il risultato delle votazioni su Twitter.
LE NOMINE DELLA CAMERA – La Camera ha nominato all’Agcom Murizio Decina e Antonio Martusciello. Decina ha ottenuto 163 voti e Martusciello 148. Mentre all’Autorità garante della privacy i deputati hanno designato Giovanna Bianchi Clerici e Antonello Soro. La Clerici, candidata dalla Lega e PdL, ha ottenuto 179 voti, mentre l’ex capogruppo del Pd alla Camera 167 voti.
La Camera ha scelto inoltre per il Consiglio superiore della Giustizia amministrativa Giuseppe Lauricella, con 322 voti.
LE SCELTE DEL SENATO – Il Senato ha eletto Antonio Preto e Francesco Posteraro quali membri dell’Autorità per le comunicazioni. Lo hanno anticipato in un tweet i senatori dell’Ufficio di presidenza e lo ha poi annunciato in Aula il vicepresidente Domenico Nania. Preto ha ottenuto 94 voti e Posteraro 91.
Augusta Iannini e Licia Califano sono invece i membri scelti dai senatori per l’Autorità per la privacy. Iannini ha avuto 107 voti, e Califano 97.
SAVIANO, NESSUNA TRASPARENZA – “I partiti scelgono i quattro di Agcom e Privacy senza trasparenza. Ora che la priorità sarebbe la fiducia degli elettori…”, è il commento di Roberto Saviano, su Twitter, al voto sui nuovi membri delle Autorità.
GRILLO, AGCOM VA CHIUSA – “L’Agcom è uno spreco di soldi pubblici, una copertura per il controllo dei media da parte dei partiti. Una presa per i fondelli. Va chiusa. Monti la tagli”, ha scritto Beppe Grillo sul suo blog. “Alla fine arrivano i nostri, ma vincono sempre i loro – sostiene il fondatore del M5S – L’Agcom è nata per (non rotolatevi dalle risate) assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e tutelare il pluralismo e le libertà fondamentali dei cittadini nelle comunicazioni e radiotelevisivo. Chi elegge il consiglio di cinque membri dell’Agcom? I partiti, nella fattispecie i segretari di partito che dettano la linea ai parlamentari. Nella migliore tradizione inciucista, Pdl e Pdmenoelle con la mosca cocchiera dell’Udc, decidono di spartirsi le poltrone del nuovo consiglio dell’Agcom. Fin qui nella norma della II Repubblica”.
IDV E RADICALI NON PARTECIPANO AL VOTO – – “Il Gruppo IdV al Senato non intende prestare il fianco alla buffonata del voto per i componenti delle Authority, un’autentica presa per i fondelli da parte delle forze politiche che hanno già deciso chi eleggere senza neanche consultare i curricula dei candidati. L’elezione per il rinnovo di Agcom e Garante della Privacy, fatta in questo modo, non ha nulla da invidiare ad un concorso truccato, dove i posti si assegnano ai protetti e ai raccomandati dei partiti”. Lo ha detto il capogruppo di Idv a Palazzo Madama, Felice Belisario. “Per questo abbiamo abbandonato l’Aula – ha prosegito Belisario – non partecipiamo alla spartizione delle poltrone e non riconosciamo all’operato del Parlamento trasparenza né autonomia”.
I parlamentari Radicali non hanno partecipato al voto sulle authority perchè è “la certificazione di accordi presi fuori dalle Camere dalle oligarchie dei partiti”. Il rifiuto di votare per le authority arriva da Rita Bernardini, Emma Bonino, Maria Antonietta Farina Coscioni, Donatella Poretti, Elisabetta Zamparutti, Marco Beltrandi, Matteo Mecacci, Marco Perduca e Maurizio Turco. La non partecipazione al voto è, affermano, “l’unica risposta adeguata ad un procedimento di selezione antimeritocratico e oligarchico”.
GRANATA, NON VOTO – “Non parteciperò alla votazione per i due componenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni poiché il metodo seguito per l’individuazione dei candidati ritengo non sia in linea con la richiesta di qualità e trasparenza che l’importante organismo pretende”, ha dichiarato il vice coordinatore di Fli, Fabio Granata, che ha aggiunto: “Il mio non è un giudizio sui nomi individuati, tutti degni di rispetto, ma su un metodo che sa di vecchio e di spartizione”.
VENDOLA, PD COMPLICE VECCHI SISTEMI POTERE – “C’é stata complicità da parte del Pd con i vecchi sistemi di potere nelle scelte fatte sul lavoro e in particolare sui commissari Agcom”. Lo ha detto Nichi Vendola intervenendo ad una conferenza stampa organizzata dall’Idv sulle nomine delle Autority. “Tutto quello che è successo – ha proseguito il governatore della Puglia – non è stato un incidente di percorso per il Pd, ma una rottura rispetto a tutti i codici democratici. Non è accettabile l’anomalia italiana nel mondo che ipoteca il pluralismo del sistema informativo” Riferendosi alla riforma del lavoro il leader di Sel ha parlato di “4 pugni assestati dal governo Monti alla nostra civiltà del lavoro”. Ancora riferendosi alle scelte dei democratici, Vendola ha parlato di “ferite aperte che aprono scenari problematici sul futuro”. A questo punto Di Pietro ha interrotto l’oratore per dire la sua riferendosi a Bersani:”E’ evidente che ci sarebbero dei problemi anche nella nostra coalizione. Io parlo a suocera perché nuora intenda”.
“Da anni e anche recentemente in vista delle votazioni di oggi – affermano in una nota congiunta – i Radicali propongono che per ogni carica elettiva parlamentare l’apertura del seggio elettorale sia preceduta da una approfondita e pubblica attività istruttoria svolta nelle Commissioni competenti. Procedura che preveda quindi una fase di presentazione pubblica delle candidature, dei curricula dei candidati, e una successiva di audizione delle candidature. A questo proposito sia alla Camera che al Senato abbiamo presentato proposte di modifica regolamentare per rendere permanente questa modifica strutturale dell’attività parlamentare regolamentandone ogni passaggio rendendo non reversibile tale processo per quanto riguarda tutti gli organi di Garanzia, dalla Consulta, al CSM, alle varie Autorità. Una modifica di tale procedura per legge e regolamenti, è a nostro avviso doverosa per il rispetto dovuto alla pubblica opinione, e all’elettorato che i parlamentari dovrebbero rappresentare”. “Avevamo preso atto – aggiungono i parlamentari radicali .-ò della positiva decisione dei Presidenti delle Camere Fini e Schifani di rinviare la votazione già prevista per aprire alla presentazione dei curricula, i tempi stretti non hanno consentito un reale studio dei documenti né tantomeno la possibilità di potersi confrontare coi candidati. Per questo motivo oggi non parteciperemo a un voto che, come in tutte le occasioni precedenti, sarà la certificazione dei accordi presi fuori dalle Camere dalle oligarchie dei partiti”. “Tuttavia anche per il fatto che nessuna audizione di una selezione dei candidati è stata effettuata, per il fatto che sono stati messi a disposizione con estremo ritardo i curricula (anzi, mentre scriviamo questo comunicato sono disponibili solo in versione cartacea per la Camera a meno di 24 ore dal voto), per il fatto che in queste condizioni candidature ‘altre’ di alto profilo, pure emerse, non hanno possibilità di ottenere un numero significativo di voti, per il fatto che dobbiamo ribadire la necessità di una svolta nel metodo, annunciamo la nostra non partecipazione al voto, come unica risposta adeguata ad un procedimento di selezione antimeritocratico e oligarchico”, concludono.