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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Piano trasporti, intervento di Graziano "Sarà rivoluzionario solo se avrà prospettive"

Piano trasporti, intervento di Graziano "Sarà rivoluzionario solo se avrà prospettive"
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ROSSANO – A distanza di venti anni dall’approvazione e adozione dell’ultimo Piano regionale dei trasporti, si ritorna a parlare di un nuovo strumento essenziale per lo sviluppo economico e per porre un freno all’ormai costante spopolamento della Calabria, soprattutto delle zone dell’entroterra. È apprezzabile che la Giunta Oliverio abbia messo mani alla redazione di un nuovo Piano Regionale dei Trasporti. Lo ha fatto con coraggio e dopo aver colto anche lo sprone, dei mesi scorsi, di alcuni gruppi di opposizione come la Casa delle Libertà. Certo, il preliminare discusso lo scorso giovedì in Consiglio è un canovaccio su cui lavorare e all’interno del quale inserire importanti e rivoluzionari emendamenti. Questo per non rischiare di riproporre un Piano desueto alla nascita, senza prospettiva e, ancor peggio, senza risolvere i gravi problemi legati alla mobilità calabrese. È necessario puntare, sfruttando le ingenti risorse comunitarie, ad un piano integrato che potenzi, equipari e metta in rete tutto il sistema dei trasporti e che preveda la creazione di nuove infrastrutture di comunicazione tra l’entroterra e le coste. Solo così potremo coltivare l’ambizione di colmare quel gap di servizi che già ci vede soccombere rispetto alle regioni del Meridione, le più arretrate d’Europa.

È questa la chiosa del Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Graziano, al dibattitto assembleare per l’adozione della proposta preliminare Piano regionale dei trasporti, tenutosi lo scorso giovedì 14 luglio 2016. Nel suo corposo intervento il Presidente nazionale del movimento Il Coraggio di Cambiare l’Italia ha ricordato le vittime della tragedia ferroviaria avvenuta in Puglia nei giorni scorsi e con esse anche le migliaia di cittadini che nell’ultimo trentennio hanno perso la vita sulle strade e lungo le linee ferrate calabresi, molte ancora oggi vetuste e non con i più moderni sistemi sicurezza.

È apprezzabile l’impegno della Regione nel voler adottare – dice Graziano – un nuovo piano dei trasporti. Il preliminare del PRT discusso manca di ambizione e di lungimiranza politica. Dico questo perché vedo uno strumento che integra in modo appena sufficiente le diverse reti di trasporto ma non integra in alcun modo i diversi settori, non è quel collante che ci si aspetta, con infrastrutture e reti di infrastrutture che riescano a servire e soddisfare contemporaneamente lavoratori, imprese, studenti, turisti! Ancora oggi abbiamo una predominanza de trasporto su gomma – precisaGraziano.Mentre non si fa cenno sucome sfruttare al meglio le nuove tecnologie applicate ai trasporti nel totale rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. La mobilità ferroviaria, ad esempio, viene considerata marginalmente e solo in un ambito prettamente turistico. Invece le ferrovie, con l’ammodernamento dei tracciati in tutte le aree della regione, consentirebbero agevoli spostamenti a studenti, pendolari, merci, turisti. E Sicuramente con un minor impatto ambientale rispetto al trasporto su gomme. E’ un grosso errore sfruttare le potenzialità offertedalle vecchie linee delle Ferrovie Calabro-Lucane, di quelle silane, delle zone del Pollino e della altre zone interne che in passato hanno fatto le fortune economiche del comprensorio silano e delle zone del Pollino, solo per percorsi paesaggistici.Un altro dato sconcertante – aggiunge il Segretario questore – emerge dal quadro di investimenti per le due strade dorsali calabresi la SS 106 e la SS 18 dove sono previsti esclusivamente interventi di messa in sicurezzaa macchia di leopardo che non faranno altro che peggiorare l’attuale situazione viaria già di per sé critica. E sia chiaro che, su questa questione, nessuno è esoneratoda responsabilità. Se Anas e quindi il Governo non hanno interesse affinché si creino le condizioni per una mobilità più sicura ed europea in Calabria, dovrà essere la classe politica e dirigente regionale a pretendere che si avviino investimenti certi e concreti per l’ammodernamento di queste due strade. In un quadro d’insieme, allora – conclude Graziano – è ammirevole l’intenzione della Giunta Oliverio di voler adottare un nuovo Piano regionale dei trasporti ma questo strumento potrà risultare veramente utile e innovativo se saranno inseriti emendamenti migliorativi mirati a creare una rete omogenea del complesso sistema della mobilità calabrese.In ultimo, ma non meno sconcertante, è il fatto che negli ultimi tempi tra Decreto Sblocca Italia e Legge di Stabilità, ci sono quasi 5 miliardi di risorse per le ferrovie. Di cui oltre il 98 % da Firenze in su e poco più dell’1% al sud. Discriminazioni inqualificabili. Che si sommano al taglio di 17 miliardi avuto con la Legge di Stabilità del 2016. Il Fondo di Sviluppo e Coesione ammonta a 38.7 miliardi, di cui 30,9 miliardi devono essere investiti al Sud (lo dice la Legge di Stabilità del 2014). La quota del Masterplan per il Sud destinata al meridione è di soli 13.4 miliardi. Gli altri dove sono? E veramente dobbiamo accettare supinamente la favola che il grosso di questi fondi sarà speso dal 2019 in poi? Penso proprio che la verità sia che non ci sono soldi per le infrastrutture del Sud e che sul Sud non si vuROSSANO (Cs)–Sabato, 4Luglio 2016 –A distanza di venti anni dall’approvazione e adozione dell’ultimo Piano regionale dei trasporti, si ritorna a parlare di un nuovo strumento essenziale per lo sviluppo economico e per porre un freno all’ormai costante spopolamento della Calabria, soprattutto delle zone dell’entroterra. È apprezzabile che la Giunta Oliverio abbia messo mani alla redazione di un nuovo Piano Regionale dei Trasporti. Lo ha fatto con coraggio e dopo aver colto anche lo sprone, dei mesi scorsi, di alcuni gruppi di opposizione come la Casa delle Libertà. Certo, il preliminare discusso lo scorso giovedì in Consiglio è un canovaccio su cui lavorare e all’interno del quale inserire importanti e rivoluzionari emendamenti. Questo per non rischiare di riproporre un Piano desueto alla nascita, senza prospettiva e, ancor peggio, senza risolvere i gravi problemi legati alla mobilità calabrese. È necessario puntare, sfruttando le ingenti risorse comunitarie, ad un piano integrato che potenzi, equipari e metta in rete tutto il sistema dei trasporti e che preveda la creazione di nuove infrastrutture di comunicazione tra l’entroterra e le coste. Solo così potremo coltivare l’ambizione di colmare quel gap di servizi che già ci vede soccombere rispetto alle regioni del Meridione, le più arretrate d’Europa.

È questa la chiosa del Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Graziano, al dibattito assembleare per l’adozione della proposta preliminare Piano regionale dei trasporti, tenutosi lo scorso giovedì 14 luglio 2016. Nel suo corposo intervento il Presidente nazionale del movimento Il Coraggio di Cambiare l’Italia ha ricordato le vittime della tragedia ferroviaria avvenuta in Puglia nei giorni scorsi e con esse anche le migliaia di cittadini che nell’ultimo trentennio hanno perso la vita sulle strade e lungo le linee ferrate calabresi, molte ancora oggi vetuste e non con i più moderni sistemi sicurezza.

È apprezzabile l’impegno della Regione nel voler adottare – dice Graziano – un nuovo piano dei trasporti. Il preliminare del PRT discusso manca di ambizione e di lungimiranza politica. Dico questo perché vedo uno strumento che integra in modo appena sufficiente le diverse reti di trasporto ma non integra in alcun modo i diversi settori, non è quel collante che ci si aspetta, con infrastrutture e reti di infrastrutture che riescano a servire e soddisfare contemporaneamente lavoratori, imprese, studenti, turisti! Ancora oggi abbiamo una predominanza de trasporto su gomma – precisa Graziano. Mentre non si fa cenno su come sfruttare al meglio le nuove tecnologie applicate ai trasporti nel totale rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. La mobilità ferroviaria, ad esempio, viene considerata marginalmente e solo in un ambito prettamente turistico. Invece le ferrovie, con l’ammodernamento dei tracciati in tutte le aree della regione, consentirebbero agevoli spostamenti a studenti, pendolari, merci, turisti. E Sicuramente con un minor impatto ambientale rispetto al trasporto su gomme. E’ un grosso errore sfruttare le potenzialità offerte dalle vecchie linee delle Ferrovie Calabro-Lucane, di quelle silane, delle zone del Pollino e della altre zone interne che in passato hanno fatto le fortune economiche del comprensorio silano e delle zone del Pollino, solo per percorsi paesaggistici.Un altro dato sconcertante – aggiunge il Segretario questore – emerge dal quadro di investimenti per le due strade dorsali calabresi la SS 106 e la SS 18 dove sono previsti esclusivamente interventi di messa in sicurezzaa macchia di leopardo che non faranno altro che peggiorare l’attuale situazione viaria già di per sé critica. E sia chiaro che, su questa questione, nessuno è esoneratoda responsabilità. Se Anas e quindi il Governo non hanno interesse affinché si creino le condizioni per una mobilità più sicura ed europea in Calabria, dovrà essere la classe politica e dirigente regionale a pretendere che si avviino investimenti certi e concreti per l’ammodernamento di queste due strade. In un quadro d’insieme, allora – conclude Graziano – è ammirevole l’intenzione della Giunta Oliverio di voler adottare un nuovo Piano regionale dei trasporti ma questo strumento potrà risultare veramente utile e innovativo se saranno inseriti emendamenti migliorativi mirati a creare una rete omogenea del complesso sistema della mobilità calabrese.In ultimo, ma non meno sconcertante, è il fatto che negli ultimi tempi tra Decreto Sblocca Italia e Legge di Stabilità, ci sono quasi 5 miliardi di risorse per le ferrovie. Di cui oltre il 98 % da Firenze in su e poco più dell’1% al sud. Discriminazioni inqualificabili. Che si sommano al taglio di 17 miliardi avuto con la Legge di Stabilità del 2016. Il Fondo di Sviluppo e Coesione ammonta a 38.7 miliardi, di cui 30,9 miliardi devono essere investiti al Sud (lo dice la Legge di Stabilità del 2014). La quota del Masterplan per il Sud destinata al meridione è di soli 13.4 miliardi. Gli altri dove sono? E veramente dobbiamo accettare supinamente la favola che il grosso di questi fondi sarà speso dal 2019 in poi? Penso proprio che la verità sia che non ci sono soldi per le infrastrutture del Sud e che sul Sud non si vuole investire!