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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Pestaggio straniero all’Unical, identificati tre ragazzi Il giovane paraguayano stava difendendo uno studente. La condanna del mondo calabrese

Pestaggio straniero all’Unical, identificati tre ragazzi Il giovane paraguayano stava difendendo uno studente. La condanna del mondo calabrese
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Ricostruita la dinamica del pestaggio avvenuto all’alba di sabato nel Campus universitario di Arcavacata. I Carabinieri di Rende, infatti, hanno identificato tre degli autori dell’aggressione. Si tratta di M. F., E. I. e F. G. cosentini, non iscritti all’ateneo, che pare siano soliti frequentare le feste universitarie. Insieme ad altri due soggetti, che al momento non sono ancora stati rintracciati dalle forze dell’ordine, intorno alle quattro del mattino avrebbero accerchiato e palpeggiato un ragazzo italiano prendendolo inizialmente in giro per poi malmenarlo. Il ventenne paraguaiano, che si trovava a pochi metri di distanza, insieme ad un amico curdo è quindi subito intervenuto. I due sono stati a loro volta aggrediti selvaggiamente. Ad avere la peggio però è stato Gerardo, lo studente del Paraguay, che prelevato dall’ambulanza è stato accompagnato al Pronto Soccorso di Cosenza dove è svenuto. Non sarebbe la prima volta che il gruppetto di bulli infastidisce gli studenti che partecipano alle feste. Nelle scorse settimane infatti pare abbiano molestato una ragazza spagnola costringendola ad entrare in macchina con loro, tentativo non andato a buon fine grazie all’intervento di un’amica.

FGC UNICAL

Nella notte fra venerdì e sabato, nei pressi del quartiere Maisonnettes dell’Unical, un ragazzo paraguaiano è stato vittima di una becera aggressione di stampo xenofobo da parte di un gruppo di ragazzi esterni al campus. Questo episodio, per quanto deplorevole, non può essere l’ennesima scusa per aumentare i controlli e la repressione da parte della Governance dell’Ateneo. Infatti, la causa di questo episodio non può essere semplicemente ricondotta alla mancanza di sicurezza nelle strutture universitarie, ma semmai allo stato di abbandono e degrado in cui verte il nostro campus, nel quale gli spazi di vita per gli studenti sono sempre più ridotti al minimo. Conseguenza di uno spopolamento e di un abbandono dell’università sono episodi del genere.

Non basta fare una festa dei popoli una volta l’anno per rendere il campus vivibile e favorire l’integrazione degli studenti in mobilità internazionale, ma è necessario rendere il nostro ateneo vivibile agli studenti quotidianamente, favorendo l’integrazione e il confronto fra le culture diverse, cosa che col passare del tempo avviene sempre meno. Infatti, il fatto che ci siano queste piccole feste, isolate e ripetitive, non significa che il campus sia pienamente vissuto e lo si può notare ogni fine settimana, quando gli studenti preferiscono andarsene, rendendo l’Unical un deserto. Ribadiamo che il miglioramento dei servizi, la creazione di eventi artistici e culturali creati da studenti, musica e sport, devono essere la soluzione per ripopolare il campus com’era una volta. un campus vissuto è un campus sicuro, dove neanche violenza e xenofobia possono passare.