L’Australian Transport Safety Bureau (ATSB), l’autorità australiana per la sicurezza
dei trasporti, ha emesso un’allerta dopo che una giovane donna, in volo da Pechino
a Melbourne, ha riportato lievi bruciature per l’esplosione della batteria delle
sue cuffie. Il caso rivelato oggi risale al mese scorso. La donna ha spiegato di
essersi addormentata mentre ascoltava della musica, e di essersi svegliata di colpo
per il rumore di un’esplosione. “Mi sono sentita bruciare in viso, mi sono toccata
la faccia e questo ha fatto scendere le cuffie sul collo”, ha raccontato la donna.
“Mi sentivo ancora bruciare, così ho afferrato le cuffie e le ho gettate sul pavimento.
Facevano scintille e c’erano piccole fiamme”. La donna ha riportato lievi bruciature
al volto, ai capelli e a una mano. La ATSB, che non ha reso nota la marca delle cuffie,
ha evidenziato come tutte le batterie possano potenzialmente prendere fuoco, e ha
emesso delle linee guida per il loro trasporto in aereo. Per Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti”, si tratta dell’ennesimo caso segnalato e rimbalzato
alle cronache circa i rischi connessi all’uso di questi strumenti. Infatti le cuffie
non sono gli unici dispositivi elettronici a rischio esplosione. Il problema nel
corso degli anni ha interessato le batterie, spesso non originali, di diversi smartphone.
L’ultimo caso è quello che nell’autunno scorso ha portato Samsung a ritirate dal
mercato il Galaxy Note 7. Molte sono anche le segnalazioni di esplosione degli hoverboard.
L’ultimo episodio, finito in tragedia, risale a venerdì scorso, con un hoverboard
in ricarica che ha causato un incendio in una casa di Harrisburg, in Pennsylvania,
uccidendo una bambina di tre anni. Proprio per questo, è necessario che le case
produttrici adottino maggiori accorgimenti, anche in termini d’informazione ai consumatori
per evitare che si ripetano casi analoghi.