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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Passione e ragione Riflessioni del giurista blogger Giovanni Cardona sul rapporto tra sentimento e intelligenza

Passione e ragione Riflessioni del giurista blogger Giovanni Cardona sul rapporto tra sentimento e intelligenza
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Nella conoscenza, il sentimento e l’intelligenza sono sempre regolati dalla volontà, interpretando gli impulsi provenienti sia dal complesso degli inconsci, sia dall’ambiente esterno.
Il filosofo Nikolaj Berdjaev ha compiutamente espresso l’idea che la conoscenza, quella più intima e vera, sia di natura emozionale, scrivendo “Noi conosciamo assai più col sentimento che con l’intelligenza; è notevole che non solo l’attrazione e l’amore, ma perfino l’inimicizia e l’odio possono essere ausiliari della conoscenza. Il cuore è al centro dell’uomo totale. Tutta la conoscenza è affettiva ed esprime le ragioni del cuore”.
Per Salomon Asch, la maggior parte degli avvenimenti che ci circondano vengono pilotati dal sentimento: da esso dipende l’interpretazione conoscitiva ed emotiva che ne diamo.
Pertanto, l’intelligenza senza il sentimento non crea la storia.
Lenin asseriva, infatti, che “Le grandi idee non possono impadronirsi delle folle se non si tramutano in sentimenti”.
Natalia Ginzburg, sotto il profilo letterario, ci avverte come il sentimento, senza la luce dell’intelligenza e senza la forza della volontà, “deperisce come un carico pesantissimo di amore e di odio” del quale “non si scorge mai ombra di quella pietà profonda che alimenta il nostro spirito”.
Nelle scelte quotidiane, sembra che i due fattori (intelligenza e sentimento), pur agendo congiuntamente, si succedano in combinazioni eterogenee, nelle quali prevale prima l’intelligenza e poi il sentimento.
Francesco Carnelutti, insigne giurista, scriveva “Il pensiero pone le premesse. Il risultato del pensiero è il dubbio e l’opzione nella scelta”.
Deliberare o decidere, tagliare il nodo gordiano è una scelta che impone coraggio; e coraggio deriva etimologicamente dal latino coraticum o anche cor habeo, e a sua volta viene dalla parola composta cor, cordis cuore e dal verbo habere avere: ho cuore.
Per converso nell’azione, opera solitamente una combinazione diversa fra sentimento e intelligenza, facendo trasmutare il primo in passione e mutando la seconda in ideale.
Nel mondo dei giuristi, i sentimenti, essendo coartati da un ampio spettro di variegate azioni umane, spesso sconfinano nel delitto.
Per tali ragioni si scorgono rari uomini di grande ingegno commisto a grande sentimento, o quelli che presentino una potente armonia tra l’intelletto e sentimento che portò Napoleone Buonaparte ad asserire come i grandi uomini siano “meterore che bruciano per riempire di luce il mondo”.
L’immenso Honoré de Balzac fa recitare ad un suo personaggio romanzesco “Il genio è una orribile malattia: ogni scrittore porta nel suo cuore un mostro che divora i suoi sentimenti. Chi trionferà? Bisogna essere un grande uomo per tenere l’equilibrio fra il proprio genio e il proprio carattere”.
In fondo l’intelligenza ci salverà dalla noia, perché l’uomo colto scorgerà sempre motivi di lotta e di curiosità, anche quando il mondo esterno non avrà più segreti perché delle intelligenze artificiali tenteranno di pianificarci l’esistenza troveremo, cercandole, altre cose: noi stessi e la scintilla divina che ci alimenta.