Pasquale Tripodi contesta la riorganizzazione dipartimentale dell’azienda ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”
Dic 06, 2010 - redazione
Il capo gruppo Udc: “Le nomine dei responsabili dipartimentali, ci sembrano frutto di ordini superiori di vecchia memoria
Pasquale Tripodi contesta la riorganizzazione dipartimentale dell’azienda ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”
Il capo gruppo Udc: “Le nomine dei responsabili dipartimentali, ci sembrano frutto di ordini superiori di vecchia memoria
REGGIO CALABRIA-La riorganizzazione funzionale dipartimentale dellAzienda Ospedaliera Bianchi- Melacrino-Morelli, così frettolosamente determinata dal Commissario dottore Carmelo Bellinvia, e le relative nomine dei responsabili dipartimentali, ci sembrano frutto di ordini superiori di vecchia memoria. Lo afferma il capogruppo dellUdc Pasquale Tripodi, secondo cui Non si capisce quali siano le scelte innovative, così tanto auspicate, se non quelle, a mio avviso, di moltiplicare pani e pesci per soddisfare o difendere situazioni particolari. Oggi – chiarisce Tripodi – la sanità regionale ha bisogno di uno sforzo serio e responsabile, lasciando da parte scelte scellerate. È opportuno, pertanto, lintervento del presidente Scopelliti al fine di eliminare il disagio di unimpostazione profondamente errata. E per evitare che si diffonda un concetto errato di sanità, ancorata al passato e finanziariamente non compatibile. Si tratta di un disagio che già si avverte in altre province, non ultima la provincia di Vibo Valentia, per la quale il presidente della Commissione Attività sociali, sanitarie, culturali e formative Nazzareno Salerno, chiede azioni coraggiose per una nuova sanità, che punti anzitutto su professionisti capaci.
Prosegue il capogruppo dellUdc: Non si può più mortificare lintelligenza e la professionalità dei molti e premiare la furbizia dei pochi. È necessario monitorare i bisogni prima di decidere. E non favorire strutture semplici e dipartimentali fotocopie o personalizzate. Ridurre le spese, senza penalizzare i servizi offerti, vuol dire avere il coraggio di chiudere i doppioni delle Unità operative complesse per aprirne altre più efficienti e necessarie. Infine, tutte le strutture semplici che rappresentano lossatura dellAzienda Ospedaliera di Reggio Calabria che fine faranno? È giunto il momento – conclude Tripodi – di fare sanità sentendo la Consulta dei sanitari che, al momento, non ci risulta sia stata interpellata, i sindacati e le rappresentanze del terzo settore del volontariato.
rp LUffic