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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Panedigrano scrive al presidente di “Tempi nuovi” Chiede che le associazioni si uniscano per suggerire alla politica soluzioni adeguate per la sanità

Panedigrano scrive al presidente di “Tempi nuovi” Chiede che le associazioni si uniscano per suggerire alla politica soluzioni adeguate per la sanità
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Sig. Presidente,

abbiamo sotto gli occhi un articolo pubblicato sulla stampa regionale qualche tempo fa, in cui a nome dell’associazione Tempi Nuovi di Catanzaro sosteneva che era “tempo di riprendere il progetto della conurbazione con Lamezia”.

Da allora ad oggi passi decisivi non ne sono stati fatti.

Intendiamoci: tutti i documenti ufficiali delle due Città si spendono per tale finalità e perfino i consigli comunali delle due Città, pochi mesi addietro, si sono riuniti a Catanzaro ed hanno prodotto un documento che come tutti gli altri si è dimostrato inutile. La politica politicante di fatto non riesce a dar seguito alle tante buone intenzioni.

La questione sanità in questo stesso territorio oggi rischia di essere deflagrante per  tutti i progetti di sviluppo congiunto delle due Città, che dovrebbero avere come prospettiva di arrivo la “Città dei Due Mari” prevista nei documenti regionali già dal 2010.

La programmazione sanitaria che si sta attuando con la fusione dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio e del Policlinico Mater Domini per creare la più grande azienda sanitaria della Regione con circa 800 posti letto non può tener fuori Lamezia ed il suo Ospedale, perché si trasformerebbe in un enorme spreco di risorse.

A che servirebbe, infatti, mantenere nello stesso bacino d’utenza di un cotanto super ospedale un altro ospedale privato di funzioni e poco utilizzato? Si arriverebbe presto a svuotarlo di ogni funzione e ad abbandonarlo, nonostante sia una delle pochissime strutture a norma e sia collocato in prossimità di tutte le maggiori vie di comunicazione.

Se si concludesse il progetto dell’azienda sanitaria catanzarese tenendo fuori Lamezia sarebbe un colpo decisivo e forse definitivo alla proposta di conurbazione perché a Lamezia nessuno, di nessun colore politico né oggi, né domani potrebbe più avventurarsi a proporre condivisioni di sviluppo con Catanzaro. Anzi è prevedibile che si alzerà il tono delle rivendicazioni campanilistiche.

Proviamo a far da tramite. Proviamoci come associazioni sociali e culturali. Incontriamoci.

Tentiamo di offrire alla politica e a chi deve fare le scelte una piattaforma che stabilisca che il territorio è unico e che non si può dividere ai fini della programmazione sanitaria un territorio che si percorre in meno di mezz’ora di macchina.

Chiediamo insieme una iniziativa forte che veda coinvolti i partiti, le istituzioni, le forze sociali e produttive, per  ribadire la centralità e la unicità del territorio dell’istmo.

Nicolino Panedigrano