“Avevano venduto corredi, sacrificato anni di lavoro, impegnato beni per
comprare quelle terre. All’apparire delle macchine del regime, capirono di
aver perso tutto”. L’inizio della storia del Forlanini è ripercorsa dal
presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “i 34 appezzamenti
di terreno, che oggi costituiscono l’area su cui è ubicato il Forlanini,
furono espropriati nel 1930 a quattro soldi, con la motivazione dell’uso
per fini di pubblica utilità e oggi, gli eredi dei proprietari che vedono
la possibilità che altri realizzino profitto con la vendita dell’ospedale,
sostenuti dall’ufficio legale di AssoTutela, stanno valutando la
possibilità di richiedere i danni, ovvero il valore del terreno rapportato
alle quotazioni attuali. Un’altra tegola sulla Regione Lazio che deve
valutare bene le proprie decisioni. Intanto gli amministratori della
Colombo procedono con un’arroganza senza pari allo sgombero dei locali.
Hanno portato via la terapia intensiva attiva 24 ore su 24 a sostegno
dell’Ucri, il reparto di pazienti in coma vegetativo, nonostante sia
pendente un ricorso al Tar con richiesta di sospensiva. Ancora una volta –
precisa Maritato – i cittadini non si sentono più tali ma si vedono
relegati al ruolo di sudditi della peggior classe politica degli ultimi
decenni e il 30 giugno alle 17 manifesteranno davanti all’ospedale”.