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Rosario Di Masi diceva la verità. Sono stati Morfei ed Oppedisano ad uccidere il fratello e ad attentare alla sua vita

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Lo ha stabilito la Cassazione 4 luglio scorso

Rosario Di Masi diceva la verità. Sono stati Morfei ed Oppedisano ad uccidere il fratello e ad attentare alla sua vita

Lo ha stabilito la Cassazione il 4 luglio scorso

 

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Finalmente anche per la Cassazione, Emanuel Morfei e Rocco Oppedisano sono colpevoli dell’omicidio di Placido Di Masi e del fratello Rosario. La Cassazione ha dichiarato, infatti, inammissibile il ricorso di Oppedisano e annullato solo il punto relativo alla premeditazione e al sistema sanzionatorio rinviando, solo su tale, ad un nuovo giudizio davanti la Corte d’Assise di Reggio Calabria rigettando in ogni altra parte i ricorsi e condannando, infine, gli stessi imputati alla spese del procedimento di Cassazione in favore delle parti civili.

Rosario Di Masi, sulla cui testimonianza si è fondata la condanna di Morfei e di Oppedisano, non è uno spergiuro e diceva, dunque, la verità quando ha raccontato ai Giudici di avere visto il 14 settembre 2009, Morfei ed Oppedisano, armati di fucile, sparargli addosso nel mentre percorreva a bordo della sua autovettura insieme al povero fratello una strada di campagna. Ha continuato a dire la verità, senza perdersi d’animo, quando testimoni compiacenti hanno riferito di avere visto i due condannati in pellegrinaggio a Polsi – guada caso – lontani centinaia di chilometri dalla piccola Monsoreto.

Di Masi ha resistito alla paura – non va dimenticato che i due imputati appartengono a famiglie di elevato rango criminale – mafioso -, al tentativo reiterato di demolirne la credibilità lanciandogli addosso gli errori che in altre vicende ha commesso e per i quali ha pagato il suo debito. In una terra dove i più – spesso ahimè anche le vittime – davanti alla furia omicida si girano dall’altra parte consegnando così all’impunità i propri carnefici, Di Masi ha avuto il coraggio civile di affidare il suo diritto alla verità e alla Giustizia ad un Tribunale della Repubblica, senza cedimenti, sino alla pronuncia definitiva di colpevolezza arrivata ora anche dalla Cassazione.

Noi sentiamo il dovere morale, quali difensori delle parti civili, di rendere omaggio al coraggio di un uomo che non si è fatto piegare né dalla paura, né dalle ataviche regole della omertà mafiosa; lo facciamo perché vogliamo rompere il generale silenzio di chi non si è reso conto che davanti una Corte d’Assise, stava accadendo ciò che accade raramente e che invochiamo sempre come necessità indelebile di riscatto: una vittima stava testimoniando indicando in aula il nome di chi aveva ucciso il proprio fratello e aveva attentato alla sua vita. Per quella scelta di testimoniare – senza alcuna protezione nei suoi confronti – e che ha impedito un’altra morte impunita, Rosario Dimasi ha assunto consapevolmente rischi grandi ai quali ha pure esposto i propri familiari che ancora vivono in una piccola comunità. Vogliamo essere vicini anche alla compagna di Placido Dimasi – Ardelean Alina – che arrivata dalla lontana Romania si è incontrata con la tragedia della morte. Ora, fedeli al nostro ruolo, siamo pronti a citare in giudizio i due condannati per l’omicidio di Morfei ed Oppedisano perché rispondano anche in sede civile dei danni che hanno provocato alle loro vittime.

Avv. Salvatore Costantino

Avv. Gerardina Riolo

redazione@approdonews.it