Operazione tra Genova e Reggio: 15 arresti. Perquisite le case di due ex sindaci
Dic 03, 2012 - redazione
Nell’operazione denominata “La svolta”, sono stati compiuti 15 arresti e diverse perquisizioni tra cui quelle delle abitazioni degli ex sindaci di Ventimiglia e Bordighera, comuni entrambi sciolti per infiltrazioni mafiose
Operazione tra Genova e Reggio: 15 arresti. Perquisite le case di due ex sindaci
Nell’operazione denominata “La svolta”, sono stati compiuti 15 arresti e diverse perquisizioni tra cui quelle delle abitazioni degli ex sindaci di Ventimiglia e Bordighera, comuni entrambi sciolti per infiltrazioni mafiose
REGGIO CALABRIA – E’ in corso una vasta operazione dei carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Genova, tra le province di Imperia e Reggio Calabria: nel mirino una struttura operativa della ‘ndrangheta attiva nel Ponente ligure, meglio nota come «locale di Ventimiglia». Quindici i capi e i gregari dell’organizzazione colpiti da misure di custodia cautelare per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, detenzione di sostanze stupefacenti ed armi. Altri 13 sono stati indagati in stato di libertà. Nell’operazione, denominata «La Svolta», sono impiegati 200 carabinieri ed un elicottero. Il blitz è scattato all’alba con gli arresti del presunto boss della «locale» di Ventimiglia, Giuseppe Marcianò, del figlio e del nipote, entrambi di nome Vincenzo. Perquisite le abitazioni degli ex sindaci: Gaetano Scullino di Ventimiglia (Pdl) e Giovanni Bosio (Pdl), di Bordighera; i due Comuni sciolti per mafia, rispettivamente nel febbraio del 2012 e nel marzo del 2011. Due arresti anche a Reggio Calabria. L’elicottero dei Carabinieri è atterrato, all’alba, nel piazzale del Comune di Ventimiglia. Presente una folta schiera di Carabinieri alcuni dei quali si sono recati a casa dell’ex sindaco che abita di fronte al Municipio. L’operazione era finalizzata a ricostruire una serie di presunti intrecci tra la malavita organizzata e la politica.
COSCA CONDIZIONAVA VOTO
L’indagine che ha portato all’emissione di 15 misure cautelari, è stata battezzata “La Svolta” e riguarda gli scioglimenti dei comuni di Ventimiglia e Bordighera per infiltrazioni mafiose. Impegnati oltre 200 carabinieri e un elicottero dell’Arma, atterrato all’alba sulla piazza del Comune a Ventimiglia per portare via documenti. Le misure cautelari sono state emesse nei confronti di capi e gregari dell’organizzazione criminale per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, detenzione di sostanze stupefacenti ed armi. Le indagini sono partite nel marzo del 2010 ed hanno permesso di svelare l’operatività dell’organizzazione mafiosa, i rituali di affiliazione, il controllo del territorio, i collegamenti con le cosche calabresi dei Piromalli, Alvaro e Pelle. Sono così emerse le capacità di influenzare le competizioni elettorali a livello locale, i rapporti con la politica, gli interessi economici.
INDAGINI SU COMUNE VALLECROSIA, INDAGATO SINDACO
La Dda di Genova ha indagato il sindaco di Vallecrosia, Armando Biasi (indipendente, vicino al Pdl) nell’ambito dell’indagine ‘La Svolta’ contro la ‘ndrangheta nel Ponente ligure. I magistrati stanno verificando la correttezza delle elezioni amministrative del 2011, con particolare riferimento all’eventualità del voto di scambio. “Sono indagato, ma è un atto dovuto – dice Biasi – viste le verifiche che stanno avvenendo per gli arresti nel mio territorio. Sono sereno”.
NON SOLO VOTO DI SCAMBIO, DECISI NOMI DA METTERE IN LISTA
La locale ‘ndranghetista di Ventimiglia che faceva capo a Giuseppe Marciano’ era in grado di imporre i nomi dei candidati, sia d’area di centrodestra che di centrosinistra, e spostare grandi pacchetti di voti. Il passaggio è ricompreso nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 11 persone e che vede indagati altri 17 soggetti. Secondo gli inquirenti, Giuseppe Marcianò sarebbe il dominus di una vera e propria ‘ndrina che si e’ costituita nel ponente ligure tra Ventimiglia e Imperia. Con lui sono stati arrestati il figlio Vincenzo e il nipote, omonimo di quest’ultimo, Omar Allavena, Giuseppe Gallotta, Antonio Palamara, Giuseppe Scarfò, Annunziato Roldi, Federico Paraschiva, Salvatore Trinchera, Giuseppe Cosentino, tutti accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzato all’usura, all’estorsione e al traffico di droga. Notificata l’ordinanza di custodia cautelare anche a Filippo Spirlì, Rosario Ambesi e ai due fratelli Pellegrino, Maurizio e Roberto. Tra gli indagati anche due consiglieri regionali oltre all’ex sindaco di Ventimiglia Scullino, l’ex direttore generale dello stesso comune Marco Prestileo e l’ex sindaco di Bordighera Giovanni Bosio.
In più competizioni elettorali, dal 2008 al 20010, ci sono state “ingerenze andate a buon fine”, affermano gli inquirenti. In un solo caso, i candidati imposti erano sia d’area di centrodestra che di centrosinistra tanto che proprio Marcianò, prima di una elezione per le Comunali, avrebbe detto in una telefonata effettuata a un componente della ‘drina, e intercettata dai carabinieri: ”vedi che abbiamo fatto bene a puntare su…. Ma se vince … siamo coperti pure”. Marcianò assicurava cene elettorali nel suo ristorante di Ventimiglia e, quando ha ceduto l’attività, nella sua casa. Dunque secondo gli inquirenti Marcianò poteva spostare voti e imporre candidati per assicurarsi una ‘amministrazione amica’ capace di garantire anche appalti per le aziende controllate dal ‘locale’.
POLITICA SI RIVOLGEVA A BOSS, CANDIDATI CHIEDEVANO ‘INSOMMA CHE FAI, MI APPOGGI?’
“Insomma che fai, mi appoggi?”. Era la politica a chiedere appoggi al presunto capo della ‘ndrina di Ventimiglia Giuseppe Marciano’ e non il contrario. Ne sono convinti gli investigatori che hanno lavorato all’indagine denominata ‘La svolta’ che ha portato alla notifica di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere per reati che vanno dall’associazione di tipo mafioso all’usura, estorsione, traffico di droga e armi. Secondo gli inquirenti, il presunto capo della cosca era solito organizzare cene elettorali nel suo ristorante e, quando cedette l’esercizio commerciale, nella sua abitazione provvedeva anche a stilare le liste elettorali facendo caso a non inserire troppi calabresi “perché altrimenti – avrebbe detto, intercettato in un’ambientale – poi se ne accorgono”.
IN CITTA’ TUTTI SAPEVANO CHE ‘ERA MEGLIO NON FARLI ARRABBIARE’
“La gente sapeva chi era Marcianò e cosa era in grado di fare e questo ha determinato il grado di potere e la ‘mafiosita’ del gruppo da lui guidato, completamente autonomo rispetto alla ‘ndrina di riferimento in Calabria che e’ quella guidata dai Piromalli”. Lo si apprende dall’ordinanza di custodia cautelare notificata stamani a 11 persone accusate tutti a diverso titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata all’usura, all’estorsione e al traffico di armi e droga. Tra l’altro nell’ordinanza è citato un episodio che riguarda proprio Giuseppe Marcianò in relazione all’arrivo di tre calabresi della cosca Piromalli a Ventimiglia. Marcianò, secondo quanto appreso, si recò in un albergo a fissare le camere per i tre e impose alla proprietaria che non fossero registrati. Quando successivamente i carabinieri chiesero alla donna perché avesse aderito alle richieste di Marcianò si sentirono rispondere che “era meglio non farlo arrabbiare”.
PROCURATORE SANREMO, IN ATTI STORIA ‘NDRINA. DA ATTENTATI A VOTO DI SCAMBIO ERA GIA’ TUTTO IN CARTE PROCURA
L’indagine che ha portato all’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere si innesta sulle risultanze di indagine effettuate tra il 2008 e il 2010 dalla procura di Sanremo che ha inviato alla Dda di Genova tutti gli atti relativi. Tra gli episodi segnalati quello relativo all’attentato al costruttore Piergiorgio Parodi, che venne minacciato con un fucile il 25 agosto 2010, ma anche il progettato attentato al comandante della compagnia di Carabinieri di Bordighera e l’arresto di alcuni ragazzi arrivati dalla Calabria verosimilmente per compiere un attentato contro l’ex consigliere comunale di Bordighera, Donatella Albano (Pd), più volte minacciata perché si opponeva alla realizzazione di una sala giochi. Oltre a questo sono stati inviati alla Dda tutti gli atti relativi alle indagini che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Bordighera (20 aprile 2011) e di Ventimiglia (febbraio 2012), entrambi in provincia di Imperia.
LA NOTA DIRAMATA DAI CARABINIERI
1. Nella mattinata odierna, i carabinieri del Comando Provinciale di Imperia, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, hanno condotto una operazione di polizia giudiziaria finalizzata a disarticolare una struttura operativa della ‘ndrangheta attiva nel Ponente ligure, meglio nota come “locale di Ventimiglia”.
2. Nell’operazione sono stati impiegati 200 carabinieri ed un elicottero che hanno eseguito 15 misure di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone, capi e gregari dell’organizzazione, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, detenzione di sostanze stupefacenti ed armi. Altri 13 soggetti sono stati indagati in stato di libertà per le medesime fattispecie di reato.
3. L’indagine, convenzionalmente denominata “La Svolta”, ha avuto inizio nel marzo del 2010 ed ha permesso di svelare l’operatività dell’organizzazione mafiosa, i rituali di affiliazione, il controllo del territorio, i collegamenti con le cosche calabresi dei PIROMALLI, ALVARO e PELLE, la capacità di influenzare le competizioni elettorali a livello locale, i rapporti con la politica e le Istituzioni, gli interessi economici e l’avversione nei confronti di magistrati e forze dell’ordine.
L’associazione che conta a vario titolo numerosi affiliati e fiancheggiatori, operante tra Ventimiglia e Sanremo, ha dimostrato le tipiche caratteristiche del consesso ‘ndraghetista esistente in Calabria.
4. Maggiori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 12.00 presso la sala conferenze della Procura della Repubblica di Genova.