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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Operazione “Terramala”: “La rapina è stata un atto di guerra e il lavoro dei carabinieri è stato eccezionale” Il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti ha spiegato le fasi delle indagini dell’operazione avvenuta ieri con l’arresto di 7 persone presunti autori della rapina al portavalori nel 2019, “emerge un corollario di ipotesi criminose”

Operazione “Terramala”: “La rapina è stata un atto di guerra e il lavoro dei carabinieri è stato eccezionale” Il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti ha spiegato le fasi delle indagini dell’operazione avvenuta ieri con l’arresto di 7 persone presunti autori della rapina al portavalori nel 2019, “emerge un corollario di ipotesi criminose”

Alberi tagliati per sbarrare la strada e l’assalto con i kalashnikov, tipiche di un’imboscata in un “vero e proprio assalto” con metodi paramilitari. Così il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti, ha spiegato la brillante operazione che ha portato all’arresto gli autori dell’assalto al portavalori avvenuto nel maggio 2019 tra i Comuni di Melicuccà e San Procopio e che ha fruttato un bottino di 627mila euro.
Nell’operazione “Terramala” emergono dei particolari dove “alcuni componenti della banda dei rapinatori sarebbero legati a soggetti vicini ai clan”, ma non c’è “Nessun coinvolgimento accertato”, ovvero non ci sono le prove tecniche.
In quanto afferma il procuratore di Palmi che nel corso delle perquisizioni sono mersi delle formule, come dei riti riconducibili a soggetti vicini ai clan ‘ndranghetisti.
Nel ritrovamento dei “pizzini” in possesso degli indagati c’erano definiti somme di denaro per 90mila euro che secondo le ipotesi degli investigatori potrebbero essere le quote di spartizione del bottino della rapina al portavalori delle 7 persone arrestate ieri e ritenute responsabili, a vario titolo, di diversi reati in materia di armi e ordigni esplosivi, lesioni personali aggravate, danneggiamento, furto e ricettazione, e rapina.
Nel corso delle indagini sarebbe emerso anche una sorta di “corollario di ipotesi criminose”, dove i militari hanno sequestrato oltre alla pistola della guardia giurata coinvolta nella rapina anche sostanze stupefacenti, munizioni, un fucile e mezzi rubati probabilmente per la portare a termine il piano criminoso della rapina. Il tutto è stato possibile anche con l’utilizzo delle intercettazioni, così come affermato dal procuratore di Palmi Crescenti, “è stata fatta un’attività di intercettazione che ha consentito di risalire e verificare quelli che erano i punti nodali dell’assalto”.
Il procuratore di Palmi si è anche soffermato in merito al dibattito attuale sulle intercettazioni ed ha affermato, fuori dall’oggetto delle indagini dell’operazione “Terramala”, “Si parla delle intercettazioni per gettare via il bambino con tutta l’acqua sporca, quando bisognerebbe concentrarsi sull’utilizzazione di quelle che non sono utili alle indagini. Quello è il problema grosso”.