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Operazione Stige, Decidiamo Noi: “Non vogliamo morire a norma di legge”

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Con l’operazione STIGE si ricalca la storia degli ultimi decenni. Nulla
di nuovo sotto il sole. I movimenti e le associazioni ambientaliste
denunciano preventivamente i danni che subirà il territorio a causa di
operazioni scellerate e avallate da accordi tra classe
politico/partitica e imPrenditoria criminale. Successivamente, a danno
effettuato, la magistratura scopre che le facili profezie si sono
verificate. Questa è la storia della Centrale a Biomasse di Rende, nata
all’inizio del secondo millennio per volontà dello stesso gruppo
proprietario della ex Legnochimica. Non bastava infatti ai Battaglia
l’inquinamento irreversibile del suolo e dei fiumi grazie agli
sversamenti incontrollati dei residui della lavorazione del legno ma
anche l’aria doveva essere in qualche modo sfruttata per chiudere la
filiera e soprattutto per accedere ai fondi CIP6. Perché si sà,
l’inquinamento del territorio in Italia è incentivato con soldi pubblici
e lo chiamano energia rinnovabile. A nulla sono valse le ragioni
inoppugnabili dei movimenti che denunciavano la pericolosità per la
salute umana della Centrale a Biomasse e l’inutilità dell’opera visto
che la Regione Calabria è già produttrice di un surplus di energia
elettrica. Purtroppo le ragioni della speculazione finanziaria arrivano
più forti alle orecchie degli amministratori rispetto alle lagne dei
cittadini responsabili. Oggi, dopo quasi 18 anni di funzionamento della
centrale, la magistratura ci conferma che dietro questo business si
celavano e si celano in realtà gli appetiti di grossi gruppi
imprenditoriali e criminali che, pur di realizzare utili, sono disposti
a passare sopra le nostre vite inquinando, tagliando, seppellendo e
violentando in ogni modo quel patrimonio comune che sta alla base della
possibilità della nostra stessa esistenza; l’ecosistema terra.

Quello che stiamo denunciando con la nostra azione è l’assoluta mancanza
di attenzione, che spesso è sfociata negli anni in una palese connivenza
su tali questioni, delle istituzioni territoriali (Comuni e Regione in
primis). Il trittico industria pesante, rifiuti ed energia, preso in
esame dall’inchiesta, è presentissimo nella Zona Industriale Rendese. I
liquami della ex Legnochimica che decantano ancora nelle vasche dei
veleni, i fumi e le ceneri della centrale a biomasse alimentata da una
fitta speculazione fatta a danno dei nostri boschi e spesso anche degli
alberi cittadini, la presenza di una grande piattaforma per il
trattamento dei rifiuti e ci fermiamo qui. Il tutto ben inserito in una
zona urbana dove l’inquinamento convive con le migliaia di persone che
ogni giorno lì lavorano e vivono.

Quali sono le conseguenze per la salute per i tanti rendesi che vivono
ed operano in Contrada Lecco, Quattromiglia, Università, Settimo,
Villaggio Europa e nelle altre aree contigue? Quali sono i piani per
rendere possibile la convivenza tra l’area industriale e l’area urbana?
Quali sono gli interventi per impedire che lo scempio della ex
Legnochimica, ancora non risolto e causa di danni ambientali e patologie
tumorali nella popolazione, sia aggravato dagli odori nauseabondi
provenienti dalla Calabra Maceri e dai fumi della Centrale a Biomasse?

In questa fase pre-elettorale dove sentiamo tutti gli schieramenti
politici parlare di aumento delle pensioni, di canone rai, di siti web
produttori di fake news, di posti di lavoro precari e non, di
schieramenti e poltrone, chiediamo serietà. L’assenza di un dibattito
istituzionale e di risposte concrete a questi problemi fa il paio,
secondo noi, con la scomparsa dell’indignazione della popolazione
residente, delle moltitudini incapaci di alzare la testa e opporsi a
questo scempio perpetrato a danno della loro stessa vita. Alla
convinzione che una X su una scheda elettorale possa cambiare lo stato
delle cose presenti opponiamo l’idea della necessità di una maggiore
partecipazione dei Quartieri, delle Associazioni e dei Movimenti alla
costruzione del bene comune. Purtroppo il sistema ci ha disintegrato,
atomizzato, relegato in un egoismo incapace di guardare fuori dall’uscio
della propria casa. La delega ai partiti produce il meccanismo secondo
cui LORO decidono meglio e con più competenza delle nostre vite, il
meccanismo della partecipazione produce il meccanismo che sulle nostre
vite……#DecidiamoNoi. Il percorso è complesso ma non esistono scorciatoie!

Coordinamento Territoriale #DecidiamoNoi