San Luca, arrestati l’ex sindaco Giorgi e la coordinatrice del movimento antimafia Canale
Dic 12, 2013 - redazione
Bufera giudiziaria tra amministratori e rappresentanti delle istituzioni nell’operazione “Inganno” dei carabinieri. In manette anche due boss e un ex assessore – ECCO LE ACCUSE A GIORGI E CANALE
Sei arresti a San Luca: in carcere l’ex sindaco Giorgi e la coordinatrice del movimento antimafia Rosy Canale
Bufera giudiziaria tra amministratori e rappresentanti delle istituzioni nell’operazione “Inganno” dei carabinieri. Oltre all’ex primo cittadino arrestata anche la coordinatrice del “Movimento delle donne di San Luca”. In manette anche due boss e un ex assessore
Abiti firmati coi fondi antimafia
SAN LUCA (RC) – I ruoli dei due personaggi più noti coinvolti nell’operazione “Inganno” sono stati chiariti dalle attività investigative che hanno permesso di ricostruire ogni passaggio. L’aspetto più eclatante è legato a Rosy Canale, che è agli arresti domiciliari. Non è accusata di reati mafiosi, ma di peculato e truffa. Secondo quanto è emerso dalle indagini, avrebbe utilizzato per l’acquisto di beni personali i finanziamenti, che avrebbero dovuto essere destinati a finalità sociali, erogati al “Movimento delle donne di San Luca”. Finanziamenti che, secondo una prima stima fatta dagli investigatori, ammonterebbero a circa 100 mila euro, ma che potrebbero essere, sulla base di un calcolo definitivo, anche più consistenti.
E le intercettazioni e le indagini mettono a nudo le condizioni in cui venivano utilizzati i fondi. Rosy Canale avrebbe usato i finanziamenti dell’associazione per acquistare accessori e abiti firmati alla figlia, quindi i vestiti al padre e beni di lusso. Ma è davanti ai richiami della madre di Rosy Canale che emerge lo spaccato più difficile da accettare. Le spese folli di Rosy Canale fanno scattare, infatti, i richiami, ai quali però lei replica: “Me ne fotto”. Dunque, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stata una piena consapevolezza dei reati compiuti, e anche una certa sfrontatezza.
Nel dettaglio Rosy Canale è accusata di aver «indotto in errore dapprima la prefettura e poi la fondazione Enel Cuore sulla serietà ed affidabilità delle motivazioni del Movimento». Con particolare riferimento ad primo un finanziamento di 160 mila euro utilizzati «per finalità esclusivamente private (ovvero l’acquisto di mobili ed arredamento per la propria abitazione, di abbigliamento e di una minicar per la figlia, di abbigliamento per sé e il padre, di una settimana bianca per sè e la figlia). A questo si sono aggiunti altri finanziamenti minori utilizzati sempre, secondo la ricostruzione degli inquirenti, per finalità private come «l’acquisto di una autovettura Fiat 500, sì intestata al Movimento ma di fatto utilizzata esclusivamente per le sue esigenze personali».
IL SINDACO ANTIMAFIA SCIOLTO PER INFILTRAZIONI MAFIOSE. Per quanto riguarda l’ex sindaco Sebastiano Giorgi, in carica dal 2009 ai primi mesi di quest’anno, aveva partecipato ad innumerevoli manifestazioni contro la ‘ndrangheta accreditando alla sua Amministrazione un forte impegno contro le cosche. Immagine scalfita dal successivo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.
Dall’indagine condotta dai carabinieri che ha portato al suo arresto è emerso, invece, che in realtà l’elezione di Giorgi a sindaco sarebbe stata favorita dalle cosche Pelle e Nirta in cambio del loro controllo sugli appalti gestiti dal Comune. In particolare, le due cosche, grazie alla Giunta presieduta da Giorgi, avrebbero ottenuto l’appalto per la metanizzazione di San Luca, il più importante gestito dal Comune, oltre a vari lavori di minore importo. In ogni caso, il controllo da parte delle cosche sull’attività del Comune sarebbe stato totale.
Nel corso della nottata, nella Locride, in Roma e Cosenza, militari del Gruppo Carabinieri di Locri, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” di Vibo Valentia e dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti, stanno procedendo all’esecuzione di 6 Ordinanze di Custodia Cautelare (di cui 5 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) emesse, il 4 dicembre 2013, dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di altrettante persone (una delle quali già detenuta in regime di arresti domiciliari per altra causa) a vario titolo indagate per associazione per delinquere di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni con l’aggravante di cui all’art.7 L.203/1991 avendo agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale della “locale” di San Luca.
Nel corso delle indagini sono emerse anche responsabilità in ordine a condotte di truffa aggravata e peculato (non aggravate dalla condotta mafiosa) a carico di Rosy Canale, nota per il suo impegno antimafia come coordinatrice del “Movimento delle donne di San Luca” .
L’operazione giunge quindi all’esito di un’indagine (convenzionalmente denominata “Inganno”) avviata nel 2009 e supportata da attività tecniche, che hanno consentito nel tempo:
– di accertare l’appartenenza all’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, segnatamente della “società” di San Luca, di ex amministratori pubblici del Comune, sciolto per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso con Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 17.05.2013; in particolare l’ex Sindaco del Comune di San Luca GIORGI Sebastiano e l’Assessore all’Ambiente MURDACA Francesco avrebbero favorito, con le proprie condotte amministrative, le cosche operanti sul territorio; analoga fattispecie viene contestata a COSMO Giuseppe, agli arresti domiciliari per altra causa, titolare dell’omonima impresa edile aggiudicatrice di rilevanti appalti pubblici quali la realizzazione della rete di metanizzazione del Comune di San Luca e l’appalto relativo ai “Percorsi di cultura e fede nel centro storico”;
– di documentare l’acquisizione del controllo e della gestione, da parte di STRANGIO Francesco alias Ciccio “Boutique”, ritenuto appartenente alla medesima “locale” di ‘ndrangheta, dell’area mercato del Comune di San Luca, e specificamente della zona di Polsi, nonché l’ostacolo al libero esercizio del voto in occasione delle consultazioni regionali del 2010, convogliando un gran numero di preferenze in cambio di future utilità;
– di contestare a NIRTA Antonio alias “Terribile” l’intestazione fittizia della ditta “Edil Trasporti”, attribuita fittiziamente ai figli al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale;
– di acclarare come parte dei finanziamenti elargiti dal Ministero della Gioventù, dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria, dall’Ufficio Territoriale del Governo di Reggio Calabria e dalla Fondazione “Enel Cuore”, da utilizzare per la gestione – da parte del “Movimento delle Donne di San Luca” – di un bene confiscato alla cosca Pelle alias “Gambazza” di San Luca destinato a ludoteca (inaugurata nel 2009 e poi mai entrata in funzione) siano state impiegate dalla fondatrice e presidente CANALE Rosa alias “Rosy”, per finalità esclusivamente private, tra cui l’acquisto di un’autovettura, di mobili e di arredamento per la propria abitazione, con grave nocumento per lo Stato, anche di natura patrimoniale derivante dal mancato sfruttamento del bene confiscato.
Ancora una volta un’attività investigativa è stata in grado di documentare i particolari del legame esistente tra l’operatività delle “cosche” e la politica locale. In particolare GIORGI Sebastiano è stato eletto Sindaco di San Luca con il consenso e l’appoggio della “Locale”, asservendo l’attività amministrativa ai voleri della criminalità organizzata soprattutto in materia di appalti e lavori pubblici, orientando i lavori di maggiore rilievo alle ‘ndrine più importanti, suddividendo poi le somme urgenze con le rimanenti.
I comportamenti attivi ed omissivi dell’amministrazione di San Luca sono nel frattempo emersi nell’attività di verifica da parte degli organi preposti venendo definitivamente sciolta per infiltrazione e condizionamento in costanza d’indagine il 17 maggio ultimo scorso.
In relazione al presidente del “Movimento delle donne di San Luca”, Rosy Canale, è emerso come i finanziamenti erogati per la gestione di attività di sostegno sociale venissero distratti a vantaggio dell’interessata per l’acquisto di beni trattenuti nella sua disponibilità: in particolare due autovetture, mobili, vestiti e viaggi.
Le indagini continueranno in direzione degli ulteriori accertamenti che dovranno fare luce sulle diverse tematiche trattate dall’indagine.
Rosy Canale anche attrice e scrittrice antimafia. Ricevendo “Premio Borsellino” aveva invitato Papa a San Luca
Ha scritto e interpretato uno spettacolo teatrale in chiave antimafia, ”Malaluna, storie di ordinaria resistenza nella terra di nessuno”, con musiche di Franco Battiato, Rosy Canale, arrestata dai carabinieri con l’accusa di truffa aggravata e peculato nell’ambito dell’operazione “Inganno”. Nei giorni scorsi Canale aveva ricevuto a Roma – con la motivazione ”per la cultura della legalità e per la sua testimonianza civile nei teatri d’Italia” – il premio “Paolo Borsellino” e in quell’occasione aveva invitato Papa Francesco a recarsi a San Luca. L’immagine antimafia di Rosy Canale, nata a Reggio Calabria, imprenditrice, emerse alcuni anni fa quando l’imprenditrice si ribellò alla ‘ndrangheta a cui impedì, secondo quanto emerse da un’indagine, di spacciare droga nel suo pub-discoteca. Nel 2007, dopo la strage di Duisburg, si trasferì per un periodo in Aspromonte dove fondò il “Movimento delle donne di San Luca”, associazione che aveva tra le sue finalità quella di lavorare per i bambini del paese con la creazione di una ludoteca che però non è mai entrata in funzione. Un progetto che poi non andò avanti. Canale ha anche pubblicato un libro “La mia ‘ndrangheta”, pubblicato dalle Edizioni Paoline. “Malaluna”, tra l’altro, sarebbe dovuto andare in scena stasera a Corigliano Calabro (Cosenza).
Canale lamentava mancanza fondi ludoteca S.Luca
Rosy Canale, fondatrice dell’associazione antimafia “Movimento delle donne di San Luca”, posta agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Inganno”, nel suo spettacolo teatrale “Malaluna” lamentava la mancanza di fondi per la ludoteca dei bambini che aveva creato a San Luca e da tre anni chiusa. “Malaluna” era il nome del pub-discoteca di Reggio Calabria che Rosy Canale ha raccontato di essere stata costretta a chiudere anni fa a causa delle intimidazioni della ‘ndrangheta. Alcuni mafiosi la picchiarono fin quasi a ucciderla. Lo spettacolo, un monologo, è andato in scena a novembre al teatro Franco Parenti di Milano e lunedì scorso al teatro Vittoria di Roma. Nel corso di quest’ultima replica l’imprenditrice, che nella piece raccontava la propria storia, aveva denunciato l’indifferenza dello “Stato Italia” nei confronti di progetti come quello della ludoteca di San Luca, roccaforte delle cosche in Aspromonte. Ieri sera “Malaluna” era andato in scena a Cosenza e stasera doveva essere rappresentato a Corigliano Calabro. Per domani era in programma la trasferta ad Enna.
Gratteri (Dda): attenzione ai paladini antimafia
“Da anni dico che bisogna prestare molta attenzione a chi si erge paladino della lotta alla ‘ndrangheta senza avere una storia”. Lo ha detto il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, incontrando i giornalisti in merito all’operazione “Inganno” che ha portato all’arresto, tra gli altri, di Rosy Canale, fondatrice dell’associazione antimafia “Movimento della donne di San Luca”. “Gente che lucra danaro pubblico – ha aggiunto Gratteri – per mestiere, eticamente riprovevole, a fronte dello straordinario sacrifico di sangue versato da tanti autentici testimoni di impegno civile che in questa lotta hanno perso la vita. A San Luca si sono illuse tantissime donne, molte colpite da gravissimi lutti e terribili vicende, che non hanno visto neppure un euro. Si sono spesi i soldi pubblici del Ministero della Gioventù, del Consiglio regionale della Calabria, della Prefettura, della Fondazione ‘Enel cuore’, utilizzati, in realtà, per comprare una Smart o una nuova Cinquecento’. “E’ con molta sofferenza – ha detto, da parte sua, il Procuratore della Repubblica, Federico Cafiero de Raho – rinvenire simili situazioni che inquinano l’immagine di quanti si muovono onestamente sul fronte dell’associazionismo contro la ‘ndrangheta in Calabria e di chi dedica parte della propria esistenza alle ragioni della legalità. A fronte, però, di questo esempio negativo, ce ne sono fortunatamente tanti altri luminosi. È necessario, comunque, fare di più, altrimenti miglioramenti non ne vedremo”. “A San Luca – è stato detto nel corso della conferenza stampa, cui hanno preso parte il comandante provinciale dei carabinieri, col. Lorenzo Falferi, ed il comandante del Reparto operativo, ten. col. Gianluca Valerio – si era ormai raggiunto un equilibrio per la suddivisione degli appalti del Comune. Alle cosche della ‘maggiore’, i Nirta ‘scalzone’, i Pelle ‘gambazza’, e i Romeo ‘staccu’, andavano i lavori di maggiore importo, mentre ai rappresentanti dell’ala ‘minore’, toccavano quelli di minore importo”. “Non inganni – ha detto Gratteri – la consistenza degli importi poiché in una realtà come San Luca, quello che conta è dimostrare di avere potere e di fare parte del ‘tavolino’ dove la cattiva politica e i capobastone decidono persino del respiro delle persone”.
Riferimenti: Ma quale impegno antimafia Canale?
“Ma quale impegno antimafia di Rosy Canale, definita anche lei, come altre ultime arrivate, persona impegnata nella lotta contro la ‘ndrangheta? I media s’inventano favole e le giurie hanno anche l’ardire di elargire a questa gente riconoscimenti, come il Premio Borsellino, non per la loro storia ma per recite da palcoscenico! Ci siamo proprio stufati”. Lo afferma, in una dichiarazione, Adriana Musella, responsabile del coordinamento nazionale antimafia Riferimenti. “E’ ora di finirla – aggiunge – con i falsi miti e i facili entusiasmi. Qui c’è gente che rischia la vita ed è lasciata sola. Questi ‘granchi’ fanno male all’antimafia vera, quella di chi si spende, quella che ha un credo, quella che odora di sangue e di morte. I media dai facili entusiasmi, prima di usare l’appellativo ‘antimafia’, dovrebbero fare molta attenzione perché offendono la memoria dei nostri morti, di quanti hanno sacrificato la loro vita e di coloro che vivono sotto minacce continue per avere fatto il loro dovere”. “Da parte nostra – dice ancora Adriana Musella – nessuna meraviglia per questo genere di arresti. Ma qualcuno si è mai chiesto chi fossero le donne ‘in rosa’ di San Luca con cui la signora Canale aveva fondato un’associazione? Esprimiamo il nostro sdegno per chi esercita l’antimafia di mestiere, ma molto di più per coloro che troppo facilmente attribuiscono patentini e premi antimafia senza tener conto della realtà”. “Alla luce di quanto è accaduto – conclude – proponiamo l’abolizione di tutti i riconoscimenti attribuiti per l’impegno antimafia, a partire dal nostro, la ‘Gerbera gialla’, giudicando questo un dovere di ciascuno e non un merito”.
Cosmo Giuseppe
Giorgi Sebastiano
Murdaca Francesco
Nirta Antonio
Strangio Francesco
SAN LUCA (RC) – Sei arresti, di cui 5 in carcere e uno ai domiciliari, nei confronti di ex amministratori comunali e imprenditori di San Luca, a vario titolo indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni e reati contro la pubblica amministrazione, aggravati dall’aver agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa.
Nel corso dell’indagine ‘Inganno’ sono emerse responsabilità per truffa aggravata e peculato (ma non aggravate dalla condotta mafiosa) a carico di Rosy Canale, nota per il suo impegno antimafia come coordinatrice del “Movimento delle donne di San Luca”, associazione creata con finalità di sostegno sociale. E tra gli arrestati c’è anche l’ex sindaco di San Luca, l’avvocato Sebastiano Giorgi. L’accusa nei confronti di Giorgi è di associazione per delinquere di tipo mafioso. Giorgi è stato l’ultimo sindaco di San Luca in ordine di tempo, fino al 17 maggio 2013, data in cui il Comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. In manette sono finiti anche due boss della ‘ndrangheta, Antonio Nirta, 57 anni, e Francesco Strangio, 59, e Francesco Murdaca, assessore comunale della Giunta che aveva come sindaco Sebastiano Giorgi, anch’egli arrestato. Il reato contestato è associazione mafiosa. Gli arresti sono stati effettuati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip su richiesta della Dda.
“LE ‘NDRINE CONTROLLANO I COMUNI” – “L’operazione odierna rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’inquinamento dei Comuni da parte della ‘ndrangheta, che controlla, attraverso esponenti politici territoriali, l’affidamento degli appalti e la distribuzione degli stessi tra le imprese partecipi, contigue o compiacenti”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, facendo riferimento all’operazione “Inganno” che ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’ex sindaco di San Luca, Sebastiano Giorgi, e della coordinatrice dell’associazione antimafia “Movimento delle donne di San Luca”, Rosy Canale. “Nell’inquinamento generale determinato dalla ‘ndrangheta – ha aggiunto Cafiero de Raho – emergono poi figure apparentemente antimafia che si muovono con violazione delle regole anche soddisfacendo interessi personali”.
L’ex sindaco dava appalti pubblici ai boss, la donna antimafia usava per sé i soldi del gruppo
SAN LUCA (RC) – I ruoli dei due personaggi più noti coinvolti nell’operazione “Inganno” sono stati chiariti dalle attività investigative che hanno permesso di ricostruire ogni passaggio. In particolare, Sebastiano Giorgi, in carica dal 2009 ai primi mesi di quest’anno, aveva partecipato ad innumerevoli manifestazioni contro la ‘ndrangheta accreditando alla sua Amministrazione un forte impegno contro le cosche. Immagine scalfita dal successivo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.
Dall’indagine condotta dai carabinieri che ha portato al suo arresto è emerso, invece, che in realtà l’elezione di Giorgi a sindaco sarebbe stata favorita dalle cosche Pelle e Nirta in cambio del loro controllo sugli appalti gestiti dal Comune. In particolare, le due cosche, grazie alla Giunta presieduta da Giorgi, avrebbero ottenuto l’appalto per la metanizzazione di San Luca, il più importante gestito dal Comune, oltre a vari lavori di minore importo. In ogni caso, il controllo da parte delle cosche sull’attività del Comune sarebbe stato totale.
Rosy Canale, invece, che è agli arresti domiciliari, non è accusata di reati mafiosi, ma di peculato e truffa. Secondo quanto è emerso dalle indagini, avrebbe utilizzato per l’acquisto di beni personali i finanziamenti, che avrebbero dovuto essere destinati a finalità sociali, erogati al “Movimento delle donne di San Luca”. Finanziamenti che, secondo una prima stima fatta dagli investigatori, ammonterebbero a circa 100 mila euro, ma che potrebbero essere, sulla base di un calcolo definitivo, anche più consistenti.
LA NOTA DEI CARABINIERI
L’operazione giunge all’esito di un’indagine (convenzionalmente denominata “Inganno”) avviata nel 2009 e supportata da attività tecniche, che hanno consentito nel tempo di accertare l’appartenenza all’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, segnatamente della “società” di San Luca, di ex amministratori pubblici del Comune, sciolto per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso con Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 17.05.2013.
In particolare l’ex Sindaco del Comune di San Luca GIORGI Sebastiano e l’Assessore all’Ambiente MURDACA Francesco avrebbero favorito, con le proprie condotte amministrative, le cosche operanti sul territorio.
GIORGI Sebastiano è stato eletto Sindaco di San Luca con il consenso e l’appoggio della “Locale”, asservendo l’attività amministrativa ai voleri della criminalità organizzata soprattutto in materia di appalti e lavori pubblici, orientando i lavori di maggiore rilievo alle ‘ndrine più importanti, suddividendo poi le somme urgenze con le rimanenti.
I particolari dell’operazione saranno resi noti agli organi di informazione nel corso di una conferenza stampa, che sarà tenuta questa mattina alle ore 10.30 presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Dott. Federico Cafiero de Raho e dal Procuratore Aggiunto, Dott. Nicola Gratteri.