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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

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Omicidio Priolo e Giovinazzo in atto una guerra di ‘ndrangheta?

Omicidio Priolo e Giovinazzo in atto una guerra di ‘ndrangheta?

La morte del genero di Pesce”pecora” e il cognato di Mommo Piromalli apre interrogativi inquietanti  

Gioia Tauro,ucciso in un  agguato  un giovane di 29 anni

Rosarno, ucciso  il genero di Giuseppe Pesce detto “Pecora”

Giuseppe Longo (Prc),”Alle armi si risponda con la cultura della legalità”

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GIOIA TAURO – Almeno sei colpi di una pistola di grosso calibro sono stati esplosi all’indirizzo di Vincenzo Priolo, 29 anni, che era appena uscito da un bar(111) dove aveva sorbito un caffè in compagnia di alcuni amici. Il killer, stando ad una prima ricostruzione della Polizia che conduce le indagini, a quanto pare, era in sella ad un motociclo condotto da un complice (entrambi irriconoscibili per via del casco integrale). I colpi sono partiti in rapida successione raggiungendo da breve distanza Priolo, che era appena uscito da solo dal locale e che ha tentato, ma inutilmente, una fuga disperata. All’agguato non avrebbero assistito testimoni anche se la “111” è una strada molto movimentata.  Fatti pochi passi, lo stesso è caduto sul marciapiedi del lato opposto del bar, quasi davanti al portone di un condominio, dove è stato soccorso nel giro di pochissimi minuti dal personale di un’ambulanza del 118.  Colpito alla testa e al torace le sue condizioni sono state subito giudicate molto gravi. Trasportato al “Santa Maria dergli Ungheresi” di Polistena è stato sottoposto ad intervento chirurgico.  Vincenzo Priolo, purtroppo, malgrado l’impegno e gli sforzi dei sanitari, è deceduto in sala operatoria poco dopo le undici. Sul posto della sparatoria sono subito intervenuti gli agenti della Sezione investigativa del Commissariato di Polizia di Gioia Tauro col dirigente, vicequestore Francesco Rattà e il sostituto commissario Pietro Spadafora.  Gli specialisti della scientifica hanno proceduto ai rilievi e la statale “111”, ormai di fatto una strada urbana a tutti gli effetti, è rimasta bloccata e chiusa alla circolazione dei veicoli e dei pedoni fin alle ore tredici.  Vincenzo Priolo era gestore di un impianto di rifornimento di carburanti della catena IP ubicato in Piazza IV Novembre, davanti la stazione delle Ferrovie della Calabria. Aveva altri interessi. Era impegnato in lavori che conduceva unitamente ad un congiunto imprenditore del settore edilizio.  Il 23 luglio del 2007 era stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito della famosa operazione “Cent’anni di storia”. Era sfuggito all’arresto ma dopo pochi giorni si era costituito a Reggio Calabria presentandosi direttamente ai funzionari della Squadra Mobile in Questura.  Era comunque tornato poco dopo in libertà e a conclusione del processo svoltosi a Palmi era stato completamente assolto da tutte le accuse con formula piena. Gli investigatori hanno avviato le indagini muovendosi in tutte le direzioni. Intanto l’agguato nel quale è rimasto vittima il giovane imprenditore lascia pensare che qualcuno ne aveva studiato abitudini e movimenti.  La dinamica ha creato quasi sconcerto fra la gente: la statale “111” è infatti una strada battutissima perchè sulla stessa si affacciano uffici ed esercizi pubblici molto frequentati, oltre ad alcune concessionarie di autovetture e ad alcune stazioni di servizio. Il killer che viaggiava in moto, secondo la prima ricostruzione, e il suo complice – si fa notare – hanno agito incuranti di possibili intoppi e di imprevisti Insomma chi impugnava la calibro 9, sicuramente deciso a portare a termine la sua missione di morte, probabilmente voleva dare all’agguato quasi un significato particolare per l’ora, appena le nove del mattino, e il posto dove è stato compiuto.  Vincenzo Priolo, al di là dell’arresto e l’assoluzione per l’operazione “Cent’anni”, non aveva avuto altri problemi con la giustizia.  Era imparentato con un Piromalli, Girolamo, 30 anni, (che è sposato con una Priolo appunto sorella della vittima) in carcere dal dicembre scorso per la tentata estorsione alla concessionaria Toyota di Gioia Tauro. La dinamica dell’agguato, ricostruita invero con non poca difficoltà, classica di una esecuzione mafiosa, apre per gli investigatori della Polizia, e non solo per loro, forse, interrogativi a dir poco inquietanti. Grossi motivi di interesse? Collegamenti con altri fatti? Una possibile vendetta? Domande alle quali non sarà facile dare una risposta, ma che gli uomini impegnati nelle indagini cercano comunque disperatamente di trovare. L’omicidio di Vincenzo Priolo è il terzo che si registra nella Piana, dopo quello di Francesca Agresta a Palmi e quello di Francesco Giovinazzo a Rosarno, nel giro di appena sei giorni ed anche questo come gli altri due ha provocato nell’opinione pubblica sgomento. 

redazione@approdonews.it