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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Omicidio Gigliotti, Città delle idee si appella ad Alfano: “Si trovino i responsabili” "In Calabria, a Lamezia, è ora di dire basta alla rassegnazione, che da troppo tempo porta la gente perbene ad accettare l’impunità di chi preme il grilletto nella notte, nascondendo le inefficienze dello Stato dietro la parola mafia"

Omicidio Gigliotti, Città delle idee si appella ad Alfano: “Si trovino i responsabili” "In Calabria, a Lamezia, è ora di dire basta alla rassegnazione, che da troppo tempo porta la gente perbene ad accettare l’impunità di chi preme il grilletto nella notte, nascondendo le inefficienze dello Stato dietro la parola mafia"
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L’associazione Città Delle Idee ritiene doveroso rendere pubblica una
riflessione maturata tra i propri associati, in seguito alla atrocità del
25 gennaio consumata a Lamezia Terme. Perché non è ammissibile, neanche in
Medio Oriente, tollerare passivamente atti terroristici come quello
consumato da noi.
Un uomo è stato sparato e poi dato alle fiamme davanti il cancello di casa.

Cos’altro deve accadere per scuotere le coscienze di una città e di una
nazione? Possibile che giornali come Repubblica abbiano saputo occuparsi
del caso senza porre l’attenzione su un atto di puro terrorismo
INAMMISSIBILE?

Ma soprattutto, vogliamo almeno spendere una parola, un pensiero per le
figlie???
Speriamo solo che il tempo possa essere più clemente di molti benpensanti.

Il 25 gennaio, in quell’auto, c’era un cittadino italiano che stava
rientrando a casa. Uno come Noi, un figlio di Lamezia Terme, con pregi e
difetti come tutti. Un caro amico, un conoscente o uno sconosciuto.

Ma in ogni caso, un ESSERE UMANO, che può sbagliare o essere sempre retto,
ma che di certo aveva il sacrosanto ed inviolabile diritto alla vita!

Già, lo stesso diritto al quale tutte le religioni del mondo danno la somma
priorità, e che è il cardine della carta dei diritti inviolabili dell’uomo,
fondamento della stessa unione europea.
Le carceri brulicano di assassini, pedofili, stupratori. Gentaglia di ogni
genere, ai quali è comunque riconosciuto il diritto di continuare a
respirare, incontrare i cari, vivere.

In Calabria, a Lamezia, è ora di dire BASTA alla RASSEGNAZIONE, che da
troppo tempo porta la gente perbene ad accettare l’impunità di chi preme il
grilletto nella notte, nascondendo le inefficienze dello stato dietro la
parola “mafia”.

È ora di dire BASTA alla PAURA VIGLIACCA, che finisce sempre per spostare
l’attenzione su discorsi che, stupidamente, cercano di trovare una
giustificazione per l’accaduto omicida.

NON C’È GIUSTIFICAZIONE, LA VITA È INVIOLABILE. STOP.

Nessuno può essere ucciso su sentenze di strada, nessuno! Poi, con quella
atrocità…

Dobbiamo reclamare a gran voce il diritto a vivere in un territorio che
tuteli per davvero la vita di tutti, di CHIUNQUE.

Allo Stato Italiano dobbiamo chiedere che gli autori di questo reato contro
Domenico vengano trovati celermente e puniti con l’ergastolo, insieme ai
mandanti.

Servono leggi speciali? LE ADOTTINO! Ma facciano pulizia! Il 99,99% dei
Lametini e dei Calabresi siamo persone perbene, e vogliamo vivere in un
territori sicuro come previsto dalla comunità Europea!

Usura? Regolamento dei conti? Non ci interessa, chi viene ucciso è sempre
una VITTIMA, ed è OBBLIGO dello STATO trovare i responsabili applicandogli
la giusta pena.

Senza dover aspettare che tra 10 anni si pentano, dopo aver ucciso chissà
quante altre persone!

Vanno trovati subito!

E’ per questo, che in qualità di cittadini della Repubblica Italiana
facciamo un

APPELLO al Ministro dell’Interno Alfano

affinché questa atrocità avvenuta a Lamezia terme non rimanga impunita, ma
possa essere d’esempio!
Mandino i RIS, le unità speciali, gli investigatori più bravi d’europa,
mandino chi vogliono, adottino finalmente le leggi speciali che servono per
reprimere condotte illecite come queste, ma trovino i responsabili,
affinché possano essere rinchiusi in carcere a vita. Ed avere il tempo
sufficiente per pensare al dolore provocato alle figlie di 2 e 5 anni, che
si cresceranno senza il papà. A soli due e cinque anni.