Omicidio Domenico Oppedisano, si cerca il movente, c’è un collegamento con altri omicidi passati? Intanto i parenti ed amici sono stati sentiti dai carabinieri e si cerca di far luce sul grave fatto senza escludere ogni pista che potrebbe condurre alla risoluzione del caso
Di GiLar
Si cerca il movente che ha scatenato l’omicidio del giovane 24enne di Monsoreto frazione di Dinami nel Vibonese. Domenico Oppedisano freddato a colpi di fucile caricato a pallettoni in un agguato nella contrada Prateria di San Pietro di Caridà mentre era a bordo della sua Pana e si stava recando al lavoro di boscaiolo, ma non è mai arrivato perché la sua vita è finita in quella strada interpoderale.
I Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro stanno valutando tutte le ipotesi per fare luce su un omicidio che lascia sbigottiti e di come ancora viene usata la violenza con metodi prettamente ‘ndranghetisti, in effetti l’agguato ha le modalità tipiche dell’azione mafiosa.
I militari sono coordinati dalla Procura di Pami guidata da Emanuele Crescenti e sta battendo ogni pista anche scavando sui passati familiari della vittima che sono stati sentiti a lungo dai militari, come il padre Giuseppe già noto alle forze dell’ordine, i fratelli e gli amici per cercare qualcosa di utile alle indagini e fare luce sull’omicidio.
Si scava anche sui collegamenti tra il delitto di ieri e quello di alcuni anni fa, e precisamente tornando indietro al 10 settembre 2022 quando Alessandro Morfei, mentre lavorava la terra, sempre a Dinami, con il suo trattore veniva ucciso a colpi di lupara. Così come il 17 luglio del 1998 il padre, Pietro Morfei, ucciso davanti ad un bar sempre a Dinami, ritenuto legato all’omonima famiglia di ‘ndrangheta della zona.
Gli inquirenti stanno valutando se possa esserci un legame tra i due episodi anche per Oppedisano e Morfei sarebbero legati da un rapporto di parentela. Quello tra San Pietro di Caridà e Dinami è un territorio delicato e complesso dove convergono più famiglie legate a contesti mafiosi sia nella parte della Piana che del Vibonese, con fatti di sangue che nel corso del tempo si sono susseguiti.
Intanto ieri si è verificato un episodio esecrabile a San Pietro di Caridà dove una troupe della Rai con l’inviato Fabrizio Gottardo sono stati presi a bastonate dai parenti della vittima, riportando delle ferite, per quest’azione violenza sono stati denunciati i due presunti autori. Le azioni violente seppur nel dolore per la perdita di un congiunto, non trovano mai giustificazioni e non aiutano certamente una situazione già difficile per un episodio drammatico qual un omicidio e soprattutto perché al di là del movente che saranno gli investigatori a cercarlo, è stato ucciso un ragazzo di soli 24 anni che lascia una giovane moglie e una bimba che non ha nemmeno compiuto il primo anno di età.