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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 24 APRILE 2024

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Oliverio replica a Stefano Graziano Mario Oliverio, per non dividere il centrosinistra ricordo a Graziano da Caserta, che non solo ritirò la sua candidatura ma portò una lista a sostegno della coalizione di centrosinistra e quindi Callipo, “Democratici e Progressisti” che espresse tre eletti in Consiglio Regionale.

Oliverio replica a Stefano Graziano Mario Oliverio, per non dividere il centrosinistra ricordo a Graziano da Caserta, che non solo ritirò la sua candidatura ma portò una lista a sostegno della coalizione di centrosinistra e quindi Callipo, “Democratici e Progressisti” che espresse tre eletti in Consiglio Regionale.

“Leggo su alcune testate giornalistiche che il commissario fallimentare del PD, Graziano da Caserta, attribuisce a me la sconfitta di Callipo alle regionali 2020. Callipo, fu una candidatura imposta ai calabresi da Roma, uomo di destra che sostenne Wanda Ferro alle regionali 2014, candidata contro di me perse col 30%, e Mangialavori alle politiche del 2018.
Mario Oliverio, per non dividere il centrosinistra ricordo a Graziano da Caserta, che non solo ritirò la sua candidatura ma portò una lista a sostegno della coalizione di centrosinistra e quindi Callipo, “Democratici e Progressisti” che espresse tre eletti in Consiglio Regionale.
Tansi ci aveva proprio azzeccato quando definì Graziano da Caserta “Mario Merola”.
Attribuire la responsabilità della sconfitta delle scorse regionali al sottoscritto da parte di “Graziano da Caserta”, protagonista, insieme a pochi ascari, di un triennio di gestione fallimentare del PD calabrese, è davvero uno sfregio alla verità.
Nemmeno l’autore delle più fantasiose sceneggiate napoletane avrebbe osato fino a tal punto.
Ma se davvero, “Graziano da Caserta”, avesse pensato che io fossi portatore di un consenso, pari o superiore allo scarto tra la compianta Santelli e Callipo, del 25,2% dei voti, allora credo che sia lui che i suoi amici romani dovrebbero porsi più di una domanda sulle ragioni della mia estromissione, che politicamente non è mai stata spiegata a me ed ai calabresi.
Ora, dopo due anni, dovrebbe farmi piacere che il Commissario fallimentare faccia pubblica autocritica, purtroppo però arriva tardi. Infatti, la sua gestione del partito, nel chiuso di quattro mura e completamente scollata dalla base e dai territori, ha ormai già tracciato la strada per il secondo tempo della distruzione. Lo ringrazio solo perché, con queste sue esternazioni spiega, in maniera ancora più esaustiva, le motivazioni della nostra battaglia e della mia scesa in campo.”