Oggi i nuovi colori, la Calabria è a rischio “zona rossa”, ma si resta in “Arancione” Sono stati registrati 2.024 positivi e 38 decessi nella settimana tra il 10 ed il 16 marzo
Lungi da noi essere facili profeti, ma a proposito di pandemia, la situazione sta precipitando, con tutti i gesti apotropaici del caso, ma i contagi in Calabria salgono, così come pure in proporzione agli abitanti i decessi. La Calabria resta seriamente a rischio “zona rossa” e tutto dipenderà molto dal monitoraggio chiave del 26 marzo. Dal monitoraggio di oggi dell’Iss, seppur il rischio è alto, la Calabria potrebbe restare in “Arancione”.
E non è una profezia di Cassandra la quale si spera non si avveri, noi abbiamo diverse anomalie da affrontare rispetto alle altre regioni i quali hanno un sistema sanitario più efficiente, soprattutto dal numero delle strutture ospedaliere.
Seppur il sistema sanitario regionale con mille sacrifici sta reggendo, la situazione è in netta preoccupazione, basti vedere le “zone rosse” localizzate ed istituite con diverse ordinanze regionali, ultime in ordine di tempo sono stati i Comuni di Bisignano (CS), Cariati (CS), Samo (RC) e Sorianello (VV).
Ieri i contagi sono aumentati con 404 nuovi positivi, raddoppiati rispetto al giorno precedente, con sei decessi. I numeri sono in netta cresciti e i livelli stanno diventando alti (e preoccupanti).
Si attende attende adesso la decisione del Ministro della Salute Roberto Speranza quando firmerà le ordinanze.
Il monitoraggio del 19 marzo servirà dunque per fornire indicazioni, ma quello determinante arriverà il 26 marzo. Se i valori saranno in discesa ci potrebbe essere il passaggio delle rosse in arancione e la riapertura di alcune attività con una nuova ordinanza. Il 29 marzo nelle regioni più virtuose potrebbero quindi riaprire tutti i negozi, i parrucchieri, i barbieri, i centri estetici. Cinque giorni di ripresa prima del lockdown deciso per Pasqua. Il 3, il 4 e il 5 aprile tutta Italia torna in rosso. Il 6 aprile scade il decreto e sulla base dei dati aggiornati si deciderà quali divieti e regole rinnovare e quali abolire.
Secondo la Fondazione Gimbe nella settimana che va dal 10 al 16 marzo la Calabria ha registrato un incremento del 5,3%, ovvero nelle ultime due settimane si rileva un’incidenza di 189 casi positivi per 100.000 abitanti, con 2.101 casi positivi registrati tra il 10 e il 16 marzo.
Da venerdì 12 a ieri, i casi totali registrati sono 2.024, sebbene i dati che saranno presi in esame oggi si riferiscono alla settima tra il 10 e il 16 marzo, con 40 decessi.
Una sorta di quadro che desta preoccupazioni in attesa di capire quale sarà il nuovo indice Rt.
Ma intanto resta il nodo annoso delle vaccinazioni, ognuno dice la sua, c’è chi dice che stanno andando bene, chi invece no, regna un caos quasi da navigazione a vista, è inutile prenderci in giro, ma la situazione non è dei migliori. Secondo alcuni dati aggiornati (?), in Calabria sono state somministrate 188.911 dosi sulle 285.460 consegnate, con un rapporto del 66,2%. In tutto sono 72.914 le dosi inoculate agli Operatori Sanitari e Sociosanitari; 43.579 al Personale non sanitario; 14.705 agli ospiti delle Rsa; 43.645 agli “over 80”; 10.249 dosi alle Forze armate e 3.819 al personale scolastico.
A tutto questo mettiamo in conto la stanchezza sociale, umana e psicologica dei cittadini i quali da un anno a questa parte stanno affrontando il periodo più grave dal dopoguerra ad oggi. E, nella stanchezza si registra non solo il tracollo economico delle imprese, come ristoranti, palestre, agenzie di viaggio ed altri a corto di ossigeno e di lavoro. Quanto ancora si potrà andare avanti?
Per ora, crediamo che, indossare la mascherina, rispettare le distanze insieme ad altre precauzioni resta un punto fermo da rispettare…. per il resto… non lo sappiano nemmeno noi!
(GiLar)