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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Nuova ondata di violenza in piazza Tahrir

Nuova ondata di violenza in piazza Tahrir

Agenti sparano lacrimogeni contro dimostranti

Nuova ondata di violenza in piazza Tahrir

Agenti sparano lacrimogeni contro dimostranti

 

(ANSA) IL CAIRO – A cinque mesi e un giorno dal primo venerdi’ della collera che, il 28 gennaio, ha dato il via alla rivoluzione che ha rovesciato Hosni Mubarak, piazza Tahrir la notte scorsa e stamane e’ stata nuovamente teatro di scontri fra manifestanti e forze dell’ordine dopo quelli, piu’ gravi, del 9 aprile, quando morirono due manifestanti. Il bilancio e’ di un migliaio di feriti, contusi e intossicati dai gas lacrimogeni. Nella notte fra ieri e oggi centinaia di manifestanti hanno tirato sassi e pietre contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni. La battaglia si e’ intensificata in mattinata nei pressi del ministero dell’Interno che ora e’ presidiato dai blindati dell’esercito. Diverse le ricostruzioni dell’episodio che ha portato a questa nuova fiammata di violenza, che si inserisce in un clima di crescente tensione.

Ad accendere la miccia, in nottata, l’intervento delle forze dell’ordine durante una riunione di famiglie delle vittime della rivoluzione, i ‘martiri’, nel teatro Balloon del quartiere di Aguza al Cairo. Secondo le autorita’ egiziane l’intervento si e’ reso necessario per impedire l’accesso a gruppi di provocatori, secondo altri le forze dell’ordine sono intervenute contro le famiglie dei ‘martiri’. Il risultato e’ stato che i tafferugli si sono spostati alla Tv di stato e poi alla grande piazza della rivoluzione di gennaio e nei pressi del ministero dell’interno dove si sono susseguiti tutta la notte e questa mattina. Il Consiglio militare ha condannato le violenze affermando che puntano a destabilizzare il paese secondo in piano ben preciso. Il movimento 6 aprile, fra gli ispiratori della rivoluzione di gennaio, ha criticato l’intervento delle forze dell’ordine lanciando un appello ad un sit in permanente mentre il partito moderato Wafd ha accusato elementi del disciolto partito di Mubarak, il partito democratico nazionale, per gli scontri. Una versione, quest’ultima, raccolta piu’ volte anche in piazza oggi, dove vari manifestanti hanno spiegato le violenze ricordando che due giorni fa la corte amministrativa ha sciolto tutti i consigli comunali del paese, ancora in mano a esponenti del Pnd.

Una sentenza attesa dai giovani della rivoluzione, ma che non ha ridotto le aspettative di vedere processati presto i responsabili della violenta repressione che fra gennaio e febbraio ha causato la morte di oltre ottocento persone. E il primo della lista e’ l’ex ministro dell’Interno Habib El Adly. I giovani della rivoluzione stavano gia’ programmando una megamanifestazione per venerdi’ 8 luglio per chiedere una nuova costituzione e un processo piu’ rapido delle riforme. Gia’ oggi molti in piazza scandivano slogan contro Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo militare che di fatto regge il paese dalla fine dell’era Mubarak, ma che i rivoluzionari accusano di non fare abbastanza per sostenere gli obiettivi del post Mubarak. Wael Ghonim, uno dei protagonisti della rivolta di gennaio, ha fornito un altro elemento, ricordando sulla sua pagina Facebook che domani e’ atteso il verdetto per la morte di Khaled Said, il giovane di Alessandria pestato a morte dalla polizia e la cui figura e’ diventata il simbolo della primavera egiziana. Sempre su facebook dilagano commenti secondo i quali sui barattoli dei lacrimogeni usati figura la scritta ”made in Usa”. E in serata l’agenzia ufficiale Mena ha dato la notizia che fra gli arrestati di questa notte ci sono anche un americano e un britannico.

redazione@approdonews.it