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TAURIANOVA (RC), SABATO 09 NOVEMBRE 2024

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Niente carcere per gli imprenditori indagati per frode fiscale e fallimentare lo scorso 4 marzo L’operazione, che ipotizza una frode fiscale per circa 70 milioni di euro, aveva preso il via da una articolata attività di indagine condotta dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Corigliano-Rossano

Niente carcere per gli imprenditori indagati per frode  fiscale e fallimentare lo scorso 4 marzo L’operazione, che ipotizza una frode fiscale per circa 70 milioni di euro, aveva preso il via da una articolata attività di indagine condotta dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Corigliano-Rossano

Il Tribunale di Catanzaro – Sezione Riesame, in accoglimento delle richieste della difesa, ha rigettato il ricorso in appello del Pubblico Ministero che chiedeva l’applicazione di misure cautelari nei confronti di tutti i 26 indagati nell’ambito dell’operazione portata a termine dalla Guardia di Finanza lo scorso 4 marzo contro una maxi evasione fiscale. Confermata, quindi, l’ordinanza del Gip di Castrovillari che aveva disposto misure cautelari personali nei confronti di soli 6 indagati.

I giudici catanzaresi hanno accolto le tesi del collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Ettore Zagarese, Francesco Nicoletti e Aldo Zagarese.

L’operazione, che ipotizza una frode fiscale per circa 70 milioni di euro, aveva preso il via da una articolata attività di indagine condotta dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Corigliano-Rossano che aveva consentito agli inquirenti di ipotizzare un meccanismo di frode all’I.V.A. che avrebbe permesso agli indagati di evadere le imposte. Nello specifico, alla luce di una verifica fiscale effettuata nei confronti di società riconducibili ad un gruppo familiare operante nel settore della produzione e commercializzazione di calcestruzzo e nello smaltimento di rifiuti solidi urbani, erano state rinvenute fatture commerciali fittizie, anche “infragruppo”, e operazioni distrattive in favore di nuove società intestate a soggetti prestanome per poi essere successivamente “svuotate”, poste in liquidazione o portate al fallimento.

Tra le accuse contestate a vario titolo anche l’associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di reati in materia fiscale e fallimentare.