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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Nelle librerie “L’obayifo di Rosarno” Nuovo lavoro editoriale per Marcello Borgese

Nelle librerie “L’obayifo di Rosarno” Nuovo lavoro editoriale per Marcello Borgese
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Un ragazzino vive in uno slum ai margini di una discarica di Accra dove vengono accumulate ogni giorno migliaia di computer, stampanti, elettrodomestici e strumenti elettronici inviati dai paesi occidentali come dono agli africani per colmare il gap tecnologico.
Dietro questo atto di liberalità si cela un calcolo economico. In effetti costa meno donarli agli africani che smaltirli secondo le normative in vigore nei paesi occidentali.
Gli e-waste ( i rifiuti tecnologici) vengono lavorati dai giovani che bruciano il materiale plastico per riutilizzare i componenti metallici rivenduti per pochi soldi.
Abeiku vive in una scocca di freezer e dopo la morte di un ragazzo più grande riesce a guadagnare qualcosa in più e noleggia un posto per dormire nella baracca di una prostituta che si ammala di peste gialla. Anche quest’ultima muore e Abeiku eredita la baracca che vende ad altri ragazzi. Con il ricavato e con i risparmi già accumulati, insieme ad un amico decidono di intraprendere il lungo viaggio per andare in Italia.
La decisione viene altresì affrettata dalla constatazione dei tanti decessi di giovani lavoratori della discarica i quali per i fumi velenosi e per le cattive condizioni igieniche non arrivano ai venticinque anni.
I due amici intraprendono il viaggio attraversando il Ghana e il Burkina Faso e poi percorrono migliaia di chilometri attraverso il deserto del Niger e della Libia. L’amico perde la vita sotto i colpi di mitra dei libici mentre Abeiku arriva sulle coste italiane. Si reca al nord a trovare un connazionale che gli fa avere un lavoro in nero nell’edilizia e successivamente presso una conceria di pelli. Quando sopravviene la crisi economica viene licenziato e si reca a Roma con un amico e vivono sotto un ponte della ferrovia svolgendo lavori saltuari.
In estate Abeiku si sposta in Puglia per lavorare alla raccolta dei pomodori e in autunno va a Rosarno per la raccolta degli agrumi e delle olive.
A Rosarno vive nella tendopoli realizzata dagli immigrati con cartoni e teli di plastica in un capannone di una vecchia fabbrica. Riesce a sopravvivere perché frequenta un Centro di Accoglienza gestito da una associazione di volontariato. Al Centro gli offrono due pasti caldi serali a settimana e provviste.
Fa amicizia con un anziano italiano chiamato Ferrovecchio perché è uno zingaro divenuto da decenni stanziale e che vive raccogliendo rifiuti metallici e altre cose vecchie come faceva lui ad Accra.
Lo zingaro entra in conflitto con dei rumeni che si mettono a raccattare rifiuti sul greto della fiumara che Ferrovecchio considera proprio territorio, rimane ferito gravemente dalle percosse dei rumeni.
Abeiku lo soccorre, ne diviene amico e va a vivere insieme a lui.
La baracca dello zingaro è frequentata da altri tre amici tra cui due disabili mentali che vivono in una casa-famiglia e un immigrato bulgaro. In questo ambiente degradato e popolato da persone ignoranti, Abeiku conosce il calore di una famiglia e l’affetto degli amici.
Nell’autunno la crisi economica al nord si fa molto sentire, le fabbriche chiudono, i cantieri si fermano e migliaia di africani si riversano a Rosarno.
Non c’è lavoro per tutti, i piccoli proprietari rinunciano a raccogliere gli agrumi perché il prezzo che spuntano è inferiore al costo di raccolta.
I braccianti neri vengono ingaggiati per pochi soldi e sono obbligati altresì a pagare i caporali che li accompagnano sui campi.
Quattro giovani appartenenti a famiglie ‘ndranghetiste, al ritorno da una baldoria dove hanno bevuto Cristal, lo champagne preferito dai picciotti di ‘ndrangheta perché è il più costoso, e dopo aver fumato canapa Bambalacha Calabresella, sparano con una pistola ad aria compressa su alcuni immigrati.
Si sparge la voce che gli italiani sparano e uccido gli africani. Scoppia la rivolta e gli immigrati scendono in piazza bruciano auto, picchiano i passanti e formano i blocchi delle strade principali, i bianchi si barricano in casa.
I cittadini benpensanti chiedono e sollecitano protezione a tutte le autorità del territorio e cioè sia alla polizia che alla ‘ndrangheta. Quest’ultima punisce i picciotti per colpa dei quali è scoppiata la rivolta e invia i propri uomini a bastonare i neri che non hanno saputo restare al loro posto.
Tra pregiudizi e soprusi, ‘ndrangheta e istituzioni sorde e indifferenti, una storia in cui la condizione umana si declina nelle sue svariate forme di disperazione, stupidità, orgoglio e vendetta.
Il romanzo, gremito di uomini che vivono ai margini della società: scavenger africani ( quelli che vivono cercando rifiuti), immigrati, robivecchi, zingari, barboni, questuanti e disabili mentali, è caratterizzato da una prosa semplice e lineare con l’uso di termini africani, del gergo della ‘ndrangheta e dell’italiano approssimato degli immigrati e dei giovani balordi. Le frasi spesso sono brevi per ritmare le scene, trasmettere al lettore la sensazione di assistere a ciò che sta accadendo e sottolineare la drammaticità degli eventi.