Nel terzo Consiglio Comunale a Taurianova, ancora polemiche su “sviste”, approvvigionamenti acqua in pozzi privati, bollette da pagare (a privati) e le modifiche dello Statuto passano Presa di posizione della minoranza che rinuncia ai preliminari per concentrarsi compatta sul riconoscimento di un debito ritenuto “penalmente perseguibile” se si votava. Ma alla fine è passato con i soli voti della maggioranza
Si conclude con ieri la “trilogia” dei Consigli Comunali convocati uno dietro l’altro per ottenere la maggioranza e votare la variazione delle tanto discusse modifiche allo Statuto Comunale che insieme alle modifiche del Regolamento comunale hanno tenuto banco in questi giorni per l’abrogazione delle interrogazioni orali definite come una sorta di “strozzamento della democrazia” giustificate in virtù di un presunto “abuso della democrazia” perché impegnavano tutto il tempo dei Consigli comunali e non lasciavano spazio alle questioni amministrative, così il sindaco Roy Biasi ha giustificato la scelta.
Un consiglio durato circa un’ora e mezza, ma che ha avuto in certi istanti un’intensità molto tesa per un punto in particolare inerente a un riconoscimento di un debito fuori bilancio causato dalla siccità di quest’estate e, per la quale si è provveduto ad approvvigionare acqua presso una struttura privata dove per tale motivo occorreva pagare alla stessa società delle bollette di energia elettrica per oltre seimila euro.
Stranamente si inizia saltando il dibattito sui “preliminari”, nessuno prende la parola dai banchi della minoranza e si entra nel vivo del Consiglio con l’approvazione dei punti all’Odg. Si saltano i primi due punti, tra questi la questione dell’organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente, adesione all’Ente di governo “Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria”, dove Biasi prende la parola giustificando la scelta perché occorre capire in che modo occorre fare visto che dare in gestione acqua e rifiuti ad una società esterna, visto che il Comune specialmente sulle risorse idriche gode di strutture che rendono autonomo l’ente in merito alla gestione e che sia bollette che altro passerebbero di competenza ad una società esterna, sottraendo l’autonomia del Comune e per degli “aspetti molto nebulosi”, viene ritirato. Nei fatti prima di approvare l’ingresso in questo ente di governo occorre capire, ma soprattutto tutelare i cittadini anche in merito al costo delle bollette e del servizio. Sulla stessa lunghezza d’onda è l’ex sindaco Fabio Scionti nel suo intervento dove “consiglia” l’amministrazione a studiare bene la questione dal punto di vista tecnico e amministrativo. In quanto un domani si rischierà di far gestire sia l’acqua che i rifiuti a tale “Autorità” e saranno loro a stabilire i costi delle bollette senza passare dal Comune.
Si passa al primo dei due punti sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, che viene approvato dalla maggioranza, e trattasi di un pignoramento presso terzi di oltre quattromila euro. La questione importante è che si trattava di un “pignoramento che si doveva fare perché entrava nel gestione del dissesto” e che “c’è stato un malinteso con lo studio” e che aveva ricevuto assicurazione che il pignoramento non venisse iscritto e non poteva essere assegnata per il dissesto, fatto sta che il pignoramento è avvenuto e il Comune dovrà pagare “in maniera inverosimile” 4.500 euro oltre le spese legali.
Dai banchi della minoranza si osserva la trepidante attesa di quel punto successivo che terrà banco per la maggior parte della durata del Consiglio, a volte con toni pacati, altre volte con toni accesi e tensione alle stelle. Nei fatti di cosa si tratta. Il Comune nel periodo della siccità dell’ultima estate, vista la carenza dell’acqua ha approvvigionato acqua presso una società privata (l’ex Fons Nova Vita Felix), e immesso nella condotta idrica comunale acqua proveniente da una struttura privata e che per tale motivo, il debito da riconoscere riguarda il pagamento delle bollette dell’energia elettrica a favore della società stessa di oltre seimila euro (6.189 euro).
Finisce la relazione Biasi e, apriti cielo per un’ora e dieci minuti di Consiglio!
Inizia Filippo Lazzaro (FdI), “Buonasera a tutti…”, e sottolinea che lo stesso è venuto per “rispetto della maggioranza”. E che “al di là delle voci sono venuti a conoscenza di una scrittura privata tra il vicesindaco Caridi in data 10 agosto e che a fine luglio l’Asp aveva comunicato che l’acqua non era potabile, e invece di preoccuparsi della potabilità si deciso di approvvigionare acqua in una struttura privata senza criteri di potabilità, ma che la scrittura privata è del 10 agosto, ma protocollata l’8 novembre”, e chiede “c’è una presa d’atto della scrittura privata?”. La risposta è che c’è una presa d’atto ma che in giunta non è passata per motivi di ferie estive e velocizzare i tempi, così la risposta del vicesindaco Caridi. Nei fatti ci sarebbero, il condizionale è d’obbligo, delle discrasie. Ma alla fine si evince che “non c’è una presa d’atto” (sic!). Lazzaro sottolinea che c’è una discrepanza tra le date di approvvigionamento dell’acqua e la condizione di potabilità, nei fatti Lazzaro afferma che “sulla questione dell’acqua si scivola sempre”. E “interroga” i consiglieri maggioranza se ne erano a conoscenza della questione, ma la risposta… non c’è!
Il collega di partito di Lazzaro, Daniele Prestileo “Sperando di non abusare di democrazia perché le date non corrispondono mai a ciò che la maggioranza dice” e che lo stesso “Chiese al sindaco, quando c’era un po’ di democrazia, se un idraulico molto vicino all’amministrazione fosse andato a fare i lavori di allaccio e che non ha mai ricevuto risposta e che quindi eravate già a conoscenza, ma l’avete tenuto nascosto, così come l’ordinanza dell’Arpacal sulla potabilità dell’acqua”. E rimarca ancora la questione sulla non potabilità dell’acqua.
L’ex sindaco Fabio Scionti (Azione), fa un intervento molto duro, “Io non avrei mai portato una delibera del genere in Consiglio Comunale” e rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza, “di stare attenti perché la delibera ha molte irregolarità e soprattutto gravi”. Lo stesso sottolinea che “studiando” la delibera ha gravi irregolarità che potrebbero sfociare in responsabilità penali.
Scionti fa una disamina della delibera in merito a degli articoli richiamati nella delibera in quanto non completi, ma che leggendo nel loro intero, la “priorità dell’uso umano” è stato inserito quello per “usi agricoli” (sic!). Lo stesso rimarca la questione della non potabilità dell’acqua, inserito anch’esso erroneamente nella delibera. Scionti chiede, “State certificando che abbiamo un serbatoio comunale collegato con un pozzo privato, e quando è stata fatto questa condotta?”, Nei fatti, a detta di Scionti, “Si certifica una condizione penalmente rivelabile” e che lo stesso andrà avanti sulla questione facendo intendere che farà un altro esposto alle forze dell’ordine come quello già fatto per la potabilità dell’acqua nei giorni scorsi. Invitando ai consiglieri di maggioranza prima di votarla di andare a leggere ciò che votano. Lo stesso rimarca la questione della “scrittura privata”, una discrasia in quanto non si prende atto in giunta e che si rende palese dopo l’ordinanza di non potabilità il 19 agosto scorso, con la scrittura privata il 10 agosto.
Poi entra nel merito del pagamento delle bollette affermando che “vengono pagate le bollette di un privato, non sapendo se quel consumo si stato solo per l’approvvigionamento dell’acqua e non per altro, come gli usi della stessa società” e che anche nel periodo delle bollette c’è una discrepanza in quanto verrebbero pagate bollette che vanno dal 27 aprile al 31 agosto e che “noi paghiamo per intera” visto che “noi dovremmo pagare solo 11 giorni e al massimo dobbiamo riconoscere meno di mille euro”. Mentre la seconda bolletta è di circa 4 mila euro definendola “assurda” in quanto riguarda il mese di ottobre (periodo in cui la siccità non c’era).
Chiude Scionti dicendo che “I soldi dei cittadini taurianovesi non possono essere sperperati in questo modo”.
Il sindaco Biasi nel prendere la parola giustifica la questione, ammettendo che c’è stata una “svista” e che le competenze della giunta non riguardano la parte burocratica in quanto organo politico, ammettendo che “la questione se oggi entra in Consiglio, qualche svista c’è stata e che ci sono state delle divergenze con gli uffici in merito alle risorse idrica per far fronte all’estate”. E che vista la carenza idrica prima della scelta del pozzo privato, si è fatta una “mappatura di diversi pozzi” e che nei fatti la scelta del pozzo privato in essere è stato l’unico a garantire un buon approvvigionamento idrico. Si apre un dibattito anche “professionale” e sul metodo della scrittura privata e che Biasi parla di “distinzione dei ruoli” tra amministratori e uffici. Nei fatti la “patata bollente” viene passata agli uffici in quanto c’è il parere di regolarità tecnica e contabile.
E Biasi rimarca la qustione che non “vede illegittimità” di andare ad approvvigionare acqua nel momento di un bisogno grave per la comunità vista la carenza dell’acqua. E che “l’acqua nei fatti è pubblica non è privata”. Biasi nei fatti difende il vicesindaco in merito all’atto della scrittura privata.
In merito alle osservazioni di Scionti, Biasi parla di “Acqua pubblica che scorre sulla strada e che quindi è acqua pubblica e si immette nella condotta idrica”. E che i consumi delle bollette sono state calcolate dall’Enel in merito al calcolo esatto della cifra da pagare.
Il dibattito prosegue poi nelle dichiarazioni di voto e c’è l’intervento uniforme di idee e intenti da parte di tutta la minoranza dichiarando il loro voto contrario. Da Prestileo che parla di “pensarci quando si tagliano i tempi del confronto e rimarca la questione potabilità dell’acqua” con una precisazione “ravennate” in un confronto con il consigliere di maggioranza Bellantonio su infezioni e malattie causate dalla non potabilità dell’acqua (sic!). Nel mentre del dibattito si nota sempre l’assessore Grimaldi che sembra avere le pulci, si siede e si alza di continuo come “Gigi la trottola” e scusateci se distraendoci mentre scriviamo abbiamo omesso dei passaggi.
Nello Stranges (FI) nel dichiarare il suo voto contrario chiede “per quanto i riguardi i lavori di allaccio, visto che l’hanno fatto gli operai del Comune se c’è un ordine di servizio e una relazione tecnica”. Simone Marafioti (PD), “Sottolinea che hanno rinunciato ai preliminari per approfondire una proposta dell’amministrazione, a differenza di quanto dice il sindaco” e rimarca “la superficialità di come viene affrontata la questione. Visto che quando Biasi era sindaco lui andava alle scuole elementari” e nell’affrontare le discrepanze e la superficialità della questione voterà contrario alla delibera in quanto “penalmente perseguibili”. Scionti rimarca le stesse questioni già espresse e motivando il suo voto contrario in merito alle tante discrasie dell’atto e che “Oggi con questa delibera si stanno certificando abusi penali”. Si chiude con un battibecco con il sindaco Biasi in merito alle responsabilità da prendersi per la decisione della votazione dell’atto, tra i vari modi di fare politica, passato e presente.
L’unico consigliere di maggioranza prende la parola, Francesco Bellantonio, ma che dura un attimo, il tempo di dire che “siccome ci sono pareri di regolarità tecnica e siccome di fidiamo dei tecnici, noi la votiamo e se dobbiamo difenderci dal punto di vista penale, ci difenderemo”, poi viene interrotto continuamente mentre inizia a “parlo da medico…”… chiude l’intervento e si siede! La delibera viene votata con 10 voti favorevoli e 6 contrari.
Si passa all’ultimo punto sulle modifiche allo Statuto comunale che passa con i soli voti della maggioranza in quanto la minoranza aveva già abbandonato l’Aula con una “Buonasera…”.
Alla prossima…
(GiLar)