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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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‘Ndrangheta: Severino, la piu’ pericolosa, aggredire beni

‘Ndrangheta: Severino, la piu’ pericolosa, aggredire beni

Ministro a intitolazione aula a Scopelliti e consegna edificio

‘Ndrangheta: Severino, la piu’ pericolosa, aggredire beni

Ministro a intitolazione aula a Scopelliti e consegna edificio

 

 

 

REGGIO CALABRIA – La ‘ndrangheta e’ la forma di criminalità più pericolosa perché “radicata in legami familiari più difficili da estirpare”. Per questo è fondamentale il ruolo delle famiglie affinché “non insegnino il disvalore dell’illegalità”. A fianco a questo occorre che lo Stato persegua nell’aggressione ai patrimoni delle cosche perché proprio da lì può trovare le risorse per autofinanziarsi ed incentivare la propria azione di contrasto alla criminalità. Il ministro della giustizia, Paola Severino, arriva in Calabria e rilancia l’allarme sulla pericolosità della ‘ndrangheta. Per farlo approfitta di due iniziative che, dice sicura, rappresentano segnali ”importanti di come i calabresi riescono a reagire all’oppressione della ‘ndrangheta”: l’intitolazione dell’aula della Corte d’assise di Palmi al magistrato di Cassazione Antonino Scopelliti, ucciso in un agguato il 9 agosto 1991 a Campo Calabro, e la consegna di un bene confiscato alla cosca Libri da parte del Comune di Reggio Calabria al Tribunale reggino per adibirlo a deposito corpi di reato. Con l’aggressione dei beni mafiosi, spiega il ministro a Reggio, si è messo in moto un circolo virtuoso perché non soltanto lo stato sottrae alle cosche beni frutto di attività illecite che poi finirebbero con alimentare attività solo apparentemente illecite, ma al tempo stesso lo Stato avrebbe la posisbilità di autofinanziarsi proprio per migliorare la lotta alla criminalità “migliorando la qualità del servizio” e risolvendo anche “i problemi di necessaria implementazione delle forze”. E nella lotta alla criminalità, coltivare la memoria delle vittime, come Antonino Scopelliti, “é un preciso dovere morale ed un insegnamento per le nuove generazioni”. L’intitolazione, voluta dal consiglio dell’Ordine degli avvocati e dalla Procura di Palmi, guidata da Giuseppe Creazzo, la prima in Italia, tra l’altro, dice il ministro nel corso della cerimonia, “é un parziale risarcimento e un modo per scusarsi da parte dell’intera collettività nazionale a questo torto”. Il ministro parla stando accanto alla figlia del magistrato ucciso, Rosanna, e ad una platea in cui siedono il procuratore nazionale Piero Grasso, il segretario generale del Csm Carlo Visconti, il presidente dell’Anm Luca Palamara, i vertici di vari uffici giudiziari calabresi e numerosi parlamentari. “Solo con il ricordo – dice la Severino – si può fare apprezzare veramente la democrazia e la legalità. Vorrei che questo fosse il primo passo di una lunga serie di iniziative nelle scuole e nelle università per ricordare chi fosse questo magistrato calabrese di cui l’Italia deve andare orgogliosa. Un magistrato la cui sobrietà e la completa dedizione al lavoro lo accomuna ad altre due vittime della mafia come Antonino Saetta e Rosario Livatino”. Nel corso dei vari interventi il nome di Antonino Scopelliti viene accostato più volte al termine “eroe”. Un termine, però, che non piace alla figlia. E lo dice trattenendo a stento la commozione: “in uno Stato normale un magistrato dovrebbe avere la stessa serenità di un impiegato. Papà non ha scelto di essere un eroe e perdonatemi se continuerò a non accettare questa definizione sino a quando non saranno note verità e giustizia”. Perché ancora su quell’omicidio non è stato fatto chiarezza, anzi, dice la figlia, “la verità è sommersa da cumuli di polvere ed omertà”. E per la ragazza è “inaccettabile” che a “sobbarcarsi” il peso della “scalata alla verità” sia lasciato ad una ventenne.