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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

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‘Ndrangheta, parla il pentito Antonino Belnone

‘Ndrangheta, parla il pentito Antonino Belnone

“Capolocale di Giussanno, sostiene che “la ‘ndrangheta è calabrese, il nord non conta niente senza la Calabria

‘Ndrangheta, parla il pentito Antonino Belnone

“Capolocale di Giussanno, sostiene che “la ‘ndrangheta è calabrese, il nord non conta niente senza la Calabria

 

 

REGGIO CALABRIA – Fanno luce su alcune dinamiche ‘ndranghetiste le dichiarazioni rese da Antonino Belnome, pentito della ‘ndrangheta lombarda, ai magistrati della Dda di Milano e al procuratore aggiunto Ilda Boccassini, e acquisite dal Gup Giuseppe Minutoli nell’ambito del maxiprocesso “Crimine”, che si celebra in questi giorni a Reggio Calabria. “Capolocale di Giussanno, Belnome sostiene che “la ‘ndrangheta è calabrese, il nord non conta niente senza la Calabria. E’ stata esportata quindi deve nascere tutto da lì (…) La mia copiata della mia dote di padrino era Nicola Alvaro, Carmelo Iamonte, Pietro Commisso […] il conseguimento della dote di padrino era il risultato della stima che mi riconoscevano”“Una dote di santista della Calabria non è una dote di santista del nord – dice Belnome – c’è una differenza grandissima, però chi non ha la possibilità di avere la dote in Calabria si deve accontentare di quella del nord […] la ‘ndrangheta è calabrese, il nord non conta niente senza la Calabria. E’ stata esportata quindi deve nascere tutto da lì (…) Il locale al nord lo si può aprire anche senza un cordone ombelicale con la Calabria, una propria autonomia la potrebbe anche avere al nord, però è un locale debole […] invece quando un locale è forte, che ha le sue radici in Calabria, bè, gli aspetti cambiano (…)In Calabria rarissimamente viene affiliato un siciliano, in Calabria il discorso è molto più complicato, in che senso? Sono quasi tutti fra parenti, soprattutto le famiglie numerose, che hanno sette/otto fratelli, poi fra fratelli, figli e cugini sono minimo una trentina. Quindi che si tradiscono, che diventano infami o che diventano ‘infami’ tra virgolette, è raro. Invece al nord questa politica è un po’ più evoluta, c’è il siciliano, ci può capitare il napoletano, può capitare; invece in Calabria c’è più unione, più fratellanza, anche se rimpiazzano uno del paese è uno che hanno visto crescere, è uno che hanno visto negli anni, conoscono la sua famiglia a memoria, in quei paesini di 4/5 mila abitanti. Quindi il discorso in Calabria, che la struttura è più forte è esclusivamente per questi motivi qua, non si tradiscono, è difficilissimo, dovresti tradire tuo fratello, tuo cugino, tuo padre. La differenza è in questo”.“Le virtù di un affiliato sono tre: forte come l’acciaio, freddo come il ghiaccio e umile come la seta” e madri e sorelle devono essere al di sopra di ogni sospetto:“Che non abbiano macchie le sorelle, la madre. L’onore te lo porta la mamma e la sorella […] la mamma e la sorella portano di un uomo l’onore”.   Bisogna poi rispettare alcune regole del bon ton: “E’ importantissimo come si versa il vino, tassativamente con la mano destra e il culo della bottiglia sempre rivolto verso di sé, perché girare il fondo della bottiglia verso un altro affiliato è una mancanza abbastanza sgarbata e bruttina, perché viene giudicato male, dicono ‘come, non gliela imparano l’educazione’. Poi ci sono sempre i picciotti che servono, sia il mangiare sia versano il vino, si alzano, anzi un paio non si siedono quasi mai, versano il vino a tutti quanti. Prima si serve al capo tavola tutto, sia il vino che il mangiare, e poi agli altri, per quanto riguarda questo discorso”.     Previsto anche un margine “tollerabile” di “errore”: “L’affiliato non sbaglia mai, trascura al massimo. Non si dice mai a un affiliato ‘tu hai sbagliato’, è un offesa, si dice ‘compà, trascuraste’, la trascuranza è dell’uomo”

redazione@approdonews.it