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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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‘Ndrangheta, il boss Graviano, “Ho incontrato Berlusconi tre volte da latitante” Le rivelazioni del boss in videoconferenza dal carcere di Terni sono pesantissime. Nel processo che si sta celebrando a Reggio per l'omicidio di due carabinieri

‘Ndrangheta, il boss Graviano, “Ho incontrato Berlusconi tre volte da latitante” Le rivelazioni del boss in videoconferenza dal carcere di Terni sono pesantissime. Nel processo che si sta celebrando a Reggio per l'omicidio di due carabinieri
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“Ho incontrato Berlusconi tre volte da latitante nel 1993”, Così il boss di Brancaccio in videoconferenza da Trerni afferma di aver incontrato l’ex premier Silvio Berlusconi durante il processo a Reggio Calabria per l’omicidio dei due carabinieri per quella che viene definita la strategia stragista della ‘Ndrangheta. “Era mio cugino Salvatore che aveva questi incontri. Io al massimo Berlusconi tre volte l’ho incontrato. Tramite mio cugino avevamo un rapporto bellissimo”. L’ultima risale al dicembre del 1993. “C’è una riunione a Milano. A fine del 1993, dicembre, si è arrivato alla conclusione che si regolarizzava questa situazione. E si fissa un appuntamento nel febbraio del 1994“. Ed è proprio in quel periodo che Graviano sostiene di essersi seduto a tavola con l’ex premier, “È successo a Milano 3, è stata una cena. Ci siamo incontrati io, mio cugino e Berlusconi. C’era qualche altra persone che lei non ha conosciuto. Discutiamo di formalizzare le società”.
«Il mio nonno materno, Filippo Quartanaro, era una persona abbastanza ricca. Faceva il commerciante di ortofrutta in diverse zone di Palermo. Lo contattarono dalla zona di Malaspina per investire dei soldi al nord, perché era in contatto con Silvio Berlusconi».
Nei fatti si trattava di investire 20 miliardi delle vecchie lire nel settore immobiliare dove lo stesso Berlusconi aveva già diverse società e che non tutti nella famiglia dei Graviano erano d’accordo per questo investimento.
“Mio nonno mi disse che era in società con queste persone, mi propose di partecipare pur specificando che mio padre non voleva. Io e mio cugino Salvo abbiamo chiesto un consiglio a Giuseppe e Michele Greco, che mi dissero che qualcuno doveva portare avanti questa situazione e abbiamo deciso di sì. E siamo partiti per Milano. Siamo andati dal signor Berlusconi, mio nonno era seguito da un avvocato di Palermo che era il signor Canzonieri». E si tratta di un affare legittimo sebbene servisse qualcosa di scritto”.
Secca la replica del difensore di Silvio Berlusconi, l’ex parlamentare Ghedini che in una nota scrive, “Le dichiarazioni rese quest’oggi da Giuseppe Graviano sono totalmente e platealmente destituite di ogni fondamento, sconnesse dalla realtà nonché palesemente diffamatorie. Si osservi che Graviano nega ogni sua responsabilità pur a fronte di molteplici sentenze passate in giudicato che lo hanno condannato a plurimi ergastoli per gravissimi delitti. Dopo 26 anni ininterrotti di carcerazione improvvisamente il signor Graviano rende dichiarazioni chiaramente finalizzate ad ottenere benefici processuali o carcerari inventando incontri, cifre ed episodi inverosimili ed inveritieri. Si comprende, fra l’altro, perfettamente l’astio profondo nei confronti del Presidente Berlusconi per tutte le leggi promulgate dai suoi governi proprio contro la mafia. Ovviamente saranno esperite tutte le azioni del caso avanti l’autorità giudiziaria”.