Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

‘Ndrangheta, nuova geografia criminale: «I Mancuso estromessi dalle famiglie reggine»

‘Ndrangheta, nuova geografia criminale: «I Mancuso estromessi dalle famiglie reggine»

La relazione della Dna divide la regione in due province: Catanzaro e Reggio Calabria. A Cutro, secondo i magistrati, c’è la base: confluiscono Cosenza, Paola, Castrovillari, Rossano, Catanzaro, Crotone e Lamezia Terme

‘Ndrangheta, ecco la nuova geografia criminale: «I Mancuso estromessi dalle famiglie reggine»

La relazione della Dna divide la regione in due province: Catanzaro e Reggio Calabria. A Cutro, secondo i magistrati, c’è la base: confluiscono Cosenza, Paola, Castrovillari, Rossano, Catanzaro, Crotone e Lamezia Terme

 

La geografia criminale calabrese è ben rappresentata dalla Dna che, dopo le ultime inchieste, è riuscita ad articolare i due distretti presenti nella nostra regione: Catanzaro e Reggio Calabria. «Alla ricostruzione dei nuovi scenari criminali c’è scritto nella relazione ha contribuito l’acquisizione di importanti collaborazioni che hanno consentito di approfondire i legami tra gli apparati criminali veri e propri e la “zona grigia” della ‘ndrangheta, con tale espressione intendendo riferirsi ai ceti produttivi, agli apparati professionali (tra i quali, in primo luogo, quelli operanti nel settore della giustizia e della finanza, quali avvocati, periti medico legali, commercialisti) in collegamento con tali sodalizi criminali. In generale può dirsi che recentissime acquisizioni investigative hanno evidenziato come le organizzazioni criminali del distretto di Catanzaro abbiano una organizzazione in qualche modo singolare rispetto a quella ricostruita nella nota “Operazione Crimine” della Direzione Distrettuale antimafia di Reggio Calabria». «Risulta infatti, da alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia afferma la Dna essere stata costituita una ‘Provincia’, con radicamento a Cutro, che comprende i circondari di Cosenza, Paola, Castrovillari, Rossano, Catanzaro, Crotone e Lamezia Terme, con esclusione della sola Vibo Valentia che risponde, invece, direttamente a Reggio Calabria. Peraltro, dall’esito delle più recenti attività investigative, sembra emergere che l’importante famiglia vibonese dei Mancuso di Limbadi, sia stata estromessa dalla struttura unitaria della ‘ndrangheta reggina, anzi, risulta essere entrata in un cruento conflitto con i gruppi Anello, Fiumara, Vallelunga, Tassone, Mantella, Bonavota e dei Piscopisani tutti operanti nella parte settentrionale del circondario proprio a seguito del pericolo intravisto nell’avere tali sodalizi, insofferenti della sua egemonia, stretto rapporti con le cosche della parte meridionale della regione Calabria, in primo luogo quella dei Commisso di Siderno». Tale nuovo assetto ha «conseguentemente evidenzia la Dna determinato a causa degli antichi rapporti esistenti tra i Mancuso e la cosca Iannazzo del lametino la sottrazione delle più importanti organizzazioni mafiose esistenti sul litorale tirrenico alla costruzione verticistica realizzata nella Provincia di Reggio Calabria. Le investigazioni in atto confermano frequenti e stabili rapporti tra talune delle organizzazioni mafiose operanti nel distretto e quelle omologhe che hanno il loro tradizionale insediamento nel distretto di Reggio Calabria, inoltre risultano accertati collegamenti operativi con articolazioni operanti al di fuori del territorio regionale. Le attività investigative svolte dalla Direzione distrettuale antimafia ed i loro esiti sono state foriere di importanti risultati, non solo sotto il profilo numerico degli indagati colpiti da ordinanza di custodia cautelare (n.94 richieste di applicazione di misure cautelari per complessivi 713 indagati), ma anche sotto quello dell’approfondimento della comprensione dei fenomeni criminali sul territorio rientrante nel distretto di Catanzaro, per quanto attiene gli assetti criminali,i rapporti tra le varie cosche, i loro interessi economico-imprenditoriali, i rapporti con la pubblica amministrazione». «Tali soddisfacenti esiti conclude la relazione sono stati raggiunti nonostante l’inadeguato numero di magistrati assegnati alla Direzione distrettuale antimafia, che, in un ottica di equilibrio dei rapporti numerici con la procura ordinaria, ha consigliato di mantenere il numero di 6 magistrati».