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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Droga ed estorsioni, 10 arresti tra Milano e Reggio Calabria

carabinieri e finanzaSgominata organizzazione dedita al traffico di droga, alle estorsioni e al “recupero dei crediti” delle discoteche milanesi. Così venivano reperiti i fondi per il sostentamento delle famiglie dei boss in carcere

Droga ed estorsioni, 10 arresti tra Milano e Reggio Calabria

Sgominata una organizzazione dedita al traffico di droga, alle estorsioni e al “recupero dei crediti” delle discoteche milanesi attraverso la quale venivano reperiti i fondi per il sostentamento delle famiglie dei boss in carcere

 

 

MILANO – Dieci ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri di Milano nell’ambito di una operazione disposta dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo. Le ordinanze riguardano altrettanti presunti componenti di un gruppo criminale ritenuto attivo da tempo in Lombardia. E’ emerso che il gruppo controllava i servizi di sicurezza in alcuni locali milanesi e si era reso responsabile di numerose estorsioni.
Le indagini, svolte anche dai militari della Guardia di Finanza di Milano, hanno consentito di scoprire l’esistenza di un circuito economico illecito i cui introiti erano stati destinati al sostegno dei vertici dell’organizzazione criminale, già detenuti. L’inchiesta, spiegano i militari, “ha documentato l’efficace meccanismo di controllo dei servizi di sicurezza di alcune discoteche milanesi, la consolidata procedura di ‘recupero crediti’, fondata sull’estorsione condotta con il metodo mafioso e il tradizionale canale di approvvigionamento economico derivante dal traffico illecito di sostanze stupefacenti”.

L’indagine che ha portato all’esecuzione da parte dei carabinieri e dei militari della Guardia di Finanza di Milano di dieci arresti di presunti affiliati alla ‘ndrangheta, secondo gli investigatori, ”ha riconfermato la presenza pervasiva ed il controllo egemonico del territorio da parte dei ‘calabresi’, realizzato anche attraverso accordi con organizzazioni criminose omologhe”. L’operazione ha visto impegnati oltre centocinquanta tra carabinieri e finanzieri in Lombardia e in Calabria e fa seguito all’esecuzione nel mese di maggio 2013 di altre otto ordinanze di custodia cautelare in carcere per traffico di sostanze stupefacenti. Maggiori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 12 nella sala Stampa del Comando Provinciale dei carabinieri di Milano, in via della Moscova.

Gip Milano, gestori discoteche protetti dai boss
Agostino Catanzariti e altri presunti boss della ‘ndrangheta, arrestati nell’operazione dei Carabinieri e della Gdf, avrebbero fornito una ”protezione a tutto campo” ad alcune discoteche milanesi, una ”protezione totale” attraverso una ”sorta di estorsione-tangente” dal cui pagamento gli imprenditori avrebbero tratto anche ”un cospicuo vantaggio”. Lo scrive il gip di Milano Franco Cantù Rajnoldi nell’ordinanza emessa su richiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Paolo Storari.
Le indagini della Dda di Milano avrebbero accertato il controllo ”totale” degli uomini della ‘ndrangheta sui servizi di security e bodyguard di alcune discoteche milanesi, tra cui il noto locale della movida milanese ‘De Sade’. I presunti boss, in particolare, secondo i pm, avrebbero fornito ”agli imprenditori servizi di sicurezza attraverso forme di cosiddetta estorsione – protezione, dove il rischio per l’imprenditore deriva dallo stesso soggetto (appartenente alla ‘ndrangheta) che fornisce la protezione”. Altro ‘servizio’ fornito dalle cosche calabresi, sempre secondo l’accusa, era quello del recupero ”crediti derivanti da attività lecite e illecite avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e pertanto con modalità estorsive”. L’inchiesta è nata da ‘costole’ di altre indagini portate avanti negli ultimi anni dalla Dda di Milano sul clan dei Barbaro-Papalia, attivo in particolare nel settore del movimento terra nell’area sud di Milano e in particolare nei comuni di Buccinasco, Corsico e Trezzano sul Naviglio. ‘Personaggio’ principale dell’inchiesta è Agostino Catanzariti, arrestato per associazione mafiosa ”quale capo e organizzatore, in possesso della dote de ‘Il vangelo’ (…) con il compito di coordinare l’attività degli altri associati, di tenere i contatti con gli altri sodali detenuti, provvedendo anche al loro sostentamento economico”. Tra gli arrestati anche Flavio Scarcella che avrebbe chiesto e ottenuto ”l’intervento di Catanzariti Saverio (anche lui finito in carcere, ndr) per mediare con la famiglia mafiosa Flachi ed in particolare con Flachi Enrico, per la gestione della sicurezza all’interno della discoteca ‘De Sade”’. Custodia cautelare anche per Antonio Papalia che avrebbe avuto ”il ruolo di capo”, sovraintendendo ”all’attività di spaccio di stupefacente nel territorio di Corsico – Buccinasco, manifestando il suo ruolo di vertice non maneggiando mai la sostanza stupefacente”. Arrestati anche Michele Grillo, Halil Abderrahim, Giuseppe Massari, Giuseppe Mesiti, Natale Trimboli, Antonio Virgara.
Le discoteche milanesi ”protette” dagli ‘ndranghetisti erano i Magazzini Generali, il Codice a barre, il De Sade, e il Borgo dei sensi (ex Parco delle rose). Locali importanti della movida meneghina, per i quali l’imprenditore che gestiva la società a cui facevano capo aveva chiesto un occhio di riguardo alla cosca calabrese. L’indagine della Procura di Milano che ha portato all’emissione di otto ordinanze di custodia cautelare, parte proprio da un processo per bancarotta fraudolenta a carico di Silvano Scalmana, al quale i boss ”avevano offerto anche la protezione dalla giustizia”, come ha commentato il pm Paolo Storari nel corso della conferenza stampa alla presenza di carabinieri e Guardia di finanza. ”I quatto dipendenti della società di Scalmana hanno fornito al curatore fallimentare chiare dichiarazioni accusatorie nei confronti dell’imprenditore, ma poi sono stati avvicinati dai boss che li hanno minacciati di ritorsioni in caso avessero raccontato le stesse cose in tribunale. E infatti – continua Storari – davanti al magistrato hanno tutti ritrattato le loro affermazioni”.

Pm: in Lombardia è imprenditore a cercare cosche
“Questa indagine conferma quanto emerso nel corso di molte altre inchieste sui legami tra ‘ndrangheta e imprenditoria in Lombardia: ovvero che sono gli imprenditori a cercare le cosche, e non più viceversa”. A parlare è il pm Paolo Storari della Procura di Milano nel corso della conferenza stampa organizzata per illustrare i dettagli dell’operazione che ha portato all’emissione di otto ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti appartenenti alla cosca calabrese Barbaro-Papalia.