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Messina, va in “scena” il workshop di regia sul documentario

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di Chiara Romeo


Si è svolto lunedì 18 maggio, alle ore 10, il primo workshop di regia sul documentario narrativo “Dalla scrittura alla regia: come si costruisce un documentario” presso il Dipartimento di “Scienze Cognitive della formazione e degli studi culturali” dell’Università degli studi di Messina. Importante l’incontro soprattutto per gli studenti Dams. Il centro dell’incontro è orbitato sull’importanza del documentario in quanto è un genere che non ha distribuzione.

All’incontro presenti: in veste di moderatrice, la Dott.ssa Alessia Cervini anche Docente di Cinema in Dams; il direttore artistico del “SalinaDocFest”, nonché regista-documentarista, Giovanna Taviani.

Oggetto di attenzione del workshop – ha dichiarato la docente- è il rapporto tra testo scritto e regia contemporanea con un focus sul documentario narrativo rispetto a quello educativo che ha lo scopo di mostrarci uno spaccato standard, accogliendo, cosi, le sperimentazioni cinematografiche.

Giovanna Taviani ha affermato che il documentario racconta la realtà con un occhio culturale a dispetto del report che si attiene a riportare solo ciò che è realtà. Racconta: “Il documentario si fa per raccontare, non per la vetrina, ma per trasmettere cultura in se; bisogna ripristinare uno sguardo anti-televisivo – impegno berlusconiano passato- in quanto è un nemico del documentario”. Tra una definizione e l’altra, la documentarista racconta dei suoi pezzi di vita, attraverso aneddoti familiari che lei stessa afferma di confondere con dei pezzi di cinema- docu, senza talvolta rendersi conto dove finisce la sua vita ed inizia la realtà raccontata. Tra gli aneddoti l’ospite Nanni Moretti che si fermò in casa Taviani. Un caos tra realtà e cinema.

E a tal riguardo, il “SalinaDocFest” si pone l’obiettivo primordiale di rilanciare i suoni, i profumi, la storia, e tutto ciò che circonda di bellezza misteriosa le Isole Eolie, arcipelago tirreno. Cosi. Semplicemente raccontando. Facendo sentire. Facendo vedere. Una sorta di “defibrillatore sociale”, culturale e politico. Puntando i riflettori sullo splendido arcipelago, sparso su sette isolette, talvolta difficili geograficamente ma colme di bellezza e fecondità.

Al convegno è seguito la proiezione del film documentario “Fughe e approdi”. Un film prodotto nel 2010 vincitore del nastro d’argento nel 2011 al “TaorminaFilmFest”. Ottanta minuti di pura storia, tra i racconti dei superstiti
sull’isola e le immagini quasi commoventi, dalla seconda guerra ad oggi. Senza risparmiare le immagini da reperto storico che ci hanno fatto ripercorrere la presenza sull’isola di personaggi e attori come Anna Magnani che hanno scritto un pezzo della loro vita e lasciata li, in quelle isole. La stessa Taviani – che ha ricevuto la “palma d’oro alla carriera” proprio per non aver mai ceduto alla “finzione” – racconta: “Voglio stare dentro al documentario poiché mi fa sentire libera e dentro al conflitto, e sento che il conflitto – tra realtà e costruzione – debba essere riaperto. Appellandosi alla Guerra del Golfo, ricorda la storia che accende ancora quel conflitto.

Nella parte conclusiva, spazio dedicato alle curiosità, la Taviani conclude dicendo che non è possibile staccare la sua vita dal racconto, un po’ come una meravigliosa ossessione, ripercorrendo il passato ma andando avanti qualche passo in più rispetto ai nostri grandi padri fondatori – messaggio importante per i giovani che devono trovare il proprio spazio nel loro futuro – creando il proprio piccolo “arcipelago”.