Ettore Scola un vero comunista? “Come lo sono io”. Parola di Achille Occhetto
La domanda da porsi dunque è d’obbligo: è meritevole di maggiore attenzione mediatica la morte di un regista cinematografico comunista militante o quella di un sindacalista e dirigente socialista?
Per la ossequiosa e conformista società dell’informazione italiana non pare possano sussistere dubbi.
La visione delle news televisive, soprattutto la lettura dei giornali di venerdì 22 gennaio 2016, lascia sconcertati.
Sulla morte di Agostino Marianetti, già segretario generale aggiunto della CGIL, poi deputato e dirigente del Psi, avvenuta nella notte del 20 gennaio, sui quotidiani non è apparso un rigo, mentre per Ettore Scola scomparso il giorno prima non si sono contate le rievocazioni, gli articoli agiografici, su stampa e televisione.
Intendiamoci sulla considerazione che Ettore Scola sia stato un grande cineasta che ha dato lustro alla grande scuola italiana, nessuno può obiettivamente coltivare dubbi. Così come nessuno può nutrire dubbi sul fatto che appartenesse alla categoria degli “intellettuali organici” al Pci che, a quanto pare, costituiscono ancora il riferimento del nostro provincialissimo e immobile mondo culturale. A memoria non sovviene che eguale trattamento sia stato riservato a suo tempo a Pietro Germi, altro grande del cinema italiano, la cui scomparsa non mobilitò certo le schiere di agiografi che hanno fatto a gara per magnificare le qualità di Scola.
Già: perché Germi non solo non era comunista ma era addirittura socialista.
Agostino Marianetti è stato il leader della componente socialista della CGIL, il più grande sindacato italiano, è stato deputato socialista e dirigente nazionale del Psi. Uno dei tanti che, colpito ingiustamente dalla pesca a strascico giudiziaria dei primi anni 90, si ritirò silenziosamente dalla vita politica senza mai alzare la voce, senza gridare alla persecuzione ma coltivando la memoria che ha affidato al libro che ha pubblicato poco tempo prima di morire, stroncato da una feroce malattia.
Ci voleva tanto a ricordare Marianetti sui giornali, sulla rete (unica eccezione il Corriere della sera on line)? Perché, ad esempio, su L’Unità o Il Manifesto, giornali della sinistra, non è comparso un pezzo che rendesse i dovuti onori ad un uomo della sinistra riformista che ha servito l’Italia e il mondo del lavoro?
Perché, evidentemente, per lor signori esistono morti di serie A e morti di serie B.
E se alcuno ancora non l’avesse compreso, la spiegazione sta tutta nelle parole che Achille Occhetto ha pronunciato parlando di Scola.
Emanuele Pecheux