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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Marò verso l’India. Terzi: ‘Non mi dimetto’

Marò verso l’India. Terzi: ‘Non mi dimetto’

Napolitano: ‘Apprezzo senso di responsabilità’. Il Governo italiano: ‘Esclusa la pena di morte’. De Mistura: Parola data dagli italiani è sacra. Furente il sindaco di Bari, Michele Emiliano: ‘Dal governo maniere inqualificabili’

Marò verso l’India. Terzi: ‘Non mi dimetto’

Napolitano: ‘Apprezzo senso di responsabilità’. Il Governo italiano: ‘Esclusa la pena di morte’. De Mistura: Parola data dagli italiani è sacra. Furente il sindaco di Bari, Michele Emiliano: ‘Dal governo maniere inqualificabili’

 

 

(ANSA) I due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono partiti questa notte per l’India a bordo di un velivolo militare decollato dall’aeroporto di Brindisi. I due miltiari, che in serata sono tornati nelle rispettive case per salutare i familiari e i parenti piu’ stretti, sono in partenza per l’India. Il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura che li accompagnerà, precisa che il governo indiano ha garantito che non ci sarà la pena di morte nei loro confronti. I militari risiederanno nell’ambasciata italiana a New Delhi.

Avranno “libertà di movimento e potranno anche andare al ristorante se vogliono” dice Mistura. La parola data da un italiano è sacra: noi avevamo sospeso” il loro rientro “in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni

Giorgio Napolitano ha espresso a Massimiliano Latorre l’apprezzamento per il senso di responsabilità con cui i due marò hanno accolto la decisione del Governo augurandosi un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni. Lo rende noto un comunicato del Quirinale. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – si legge nella nota – ha avuto una conversazione telefonica con il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre nel corso della quale ha espresso a lui e al suo collega Salvatore Girone l’apprezzamento per il senso di responsabilità con cui hanno accolto la decisione del Governo e ha assicurato loro la massima vicinanza nel percorso che li attende con l’augurio di un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni.

La notizia del ritorno dei due marò in India è “un bene per entrambi i Paesi” ha dichiarato all’ANSA il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid. Khurshid ha anche aggiunto che “su questa questione farò una comunicazione in Parlamento”. Il ministro degli Esteri da quando ha assunto l’incarico di capo della diplomazia indiana in sostituzione di S.M. Krishna, ha trattato sempre la crisi in modo pragmatico e con uno spirito teso alla ricerca di una soluzione vicendevolmente soddisfacente.

Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai maro’ e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha deciso che torneranno in India domani.

Il Presidente del Consiglio Mario Monti, insieme al Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e al Sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura, ha incontrato i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane. Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali.

Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha ritenuto l’opportunità, anche nell’interesse dei Fucilieri di Marina, di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I Fucilieri di Marina hanno aderito a tale valutazione.

“La situazione si sta normalizzando, e non stiamo mandando i nostri militari allo sbaraglio, incontro ad un destino ignoto. Non rischiano la pena di morte”. Lo sottolinea in una intervista a Repubblica il ministro degli Esteri Giulio Terzi, spiegando che lo “strappo” con l’India era necessario altrimenti “non avremmo potuto contrattare con il governo indiano le condizioni attuali, che prevedono per loro condizioni di vivibilità quotidiana nel paese e la garanzia che non verrà applicata la pena massima prevista per il reato di cui sono accusati”. E chiarendo anche di non avere alcuna intenzione di dimettersi. Rispetto a due settimane fa “la tensione è salita, si sono manifestate preoccupazioni anche per l’incolumità del nostro ambasciatore, la vicenda ha avuto un risalto internazionale”. Terzi ritiene che “la mossa di riportarli in Italia e comunicare che non sarebbero rientrati abbia avuto l’effetto che ci aspettavamo, clamore a parte. Le iniziative delle procure militari e civili inoltre hanno dimostrato che anche dal punto di vista della nostra giustizia Roma non sta con le mani in mano”. E ora con l’India si è riaperto “un canale di comunicazione diplomatica e giuridica che si basa sul mutuo rispetto”. E “non ci sono più le preoccupazioni che avevamo in precedenza” e “ci muoviamo nell’ambito di leggi internazionali, che devono essere rispettate. Confidiamo che ciò avvenga”. La decisione è arrivata dopo un Cdm in cui “ci sono state sensibilità diverse tra i ministri, ma che tutti hanno lavorato a fondo con la volontà di trovare una soluzione che fosse equa, che ripristinasse dei regolari rapporti diplomatici con l’India e che ci desse garanzie sulla sorte dei nostri fucilieri”. E ai due marò, poi, è stata comunicata “dal presidente del Consiglio”.